Google spiata dalla Cina usando un buco di Explorer
Google e Repubblica Popolare Cinese in aperta discussione in seguito a recenti fatti riguardanti la violazione di molti account Gmail appartenenti ad attivisti politici e non solo. Un problema di privacy e controllo che però riguarda il web in genere, oggetto di grande interesse da parte di molti governi mondiali
di Alessandro Bordin, Fabio Boneschi pubblicato il 15 Gennaio 2010 nel canale MercatoConsiderazioni
Internet nasce come uno strumento libero, capace di unire persone a decine di migliaia di chilometri di distanza e permettendone lo scambio reciproco di informazioni di diversa natura. Il problema Cina-Google ci offre lo spunto per tracciare ipotetici scenari nel panorama web, attualmente ancora privo di grandi regole universalmente riconosciute.
Avendo vissuto in prima persona il fenomeno internet si tende a non rendersene conto, ma si tratta di una vera rivoluzione culturale (nel caso della Repubblica Popolare Cinese, la seconda con cui ha a che fare nella sua storia). Una rete trasversale, che percorre ogni parte del globo infrangendo barriere linguistiche, culturali e religiose, trascinando con sé la voglia di esporre le proprie idee e convinzioni in maniera più esplicita, forti di un pubblico potenziale enormemente più ampio rispetto a qualsiasi altro media.
Una libertà che però si scontra con la politica di molti paesi sovrani un po' in tutto il mondo, che si trovano alle prese con qualcosa che è esploso in maniera anche imprevedibile, sul quale non è possibile esercitare un controllo assoluto.
Le sfide per il futuro di internet passano proprio attraverso la mediazione fra una regolamentazione più rigida e la possibilità di garantire che ogni voce possa esprimersi, a patto di rientrare nei limiti di legge. Ed è proprio qui che i problemi si fanno più spinosi. Ciò che è lecito in Italia può non esserlo nella Repubblica Popolare Cinese o in qualsiasi altro paese, andando a creare una empasse giuridico-legislativa quasi impossibile da districare, anche per la dislocazione fisica dei server e delle sedi legali dei siti web.
La questione cinese, per Google & Co., è a nostro avviso solo un'avvisaglia di quello che potrebbe succedere negli anni a venire. In maniera più o meno lecita, ci saranno sempre governi, enti o anche singoli che si faranno carico di porre il bavaglio alle voci scomode, adattando il proprio codice penale in base alle esigenze. Una voglia di controllo che spesso è figlia dell'impossibilità di conoscere tutti i contenuti, imposta quasi in via cautelativa. La sfida sarà proprio questa: si riuscirà a mantenere il web libero, pur limato dagli angoli di Far-West che ad oggi esistono e sono numerosi, oppure si andrà verso una regolamentazione sempre più rigida, che ci farà dimenticare il cyberspazio che oggi conosciamo?
123 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSe prima mi stavano antipatici, adesso li odio proprio. Commies.
eeeeh ma mi sa che noi italiotti stiamo andando nella stessa direzione sai
il problema cinese non è così semplice, se da un lato è inammissibile la condizione di sfruttamento in cui vive la maggior parte della popolazione cinese (lavoro, mobilità,accesso alla cultura vedi internet, ecc...), dall'altro è economicamente impensabile che 1,3 Giga di persone possano accedere a delle condizioni anche solo lontanamente simili alle nostre perchè ciò porterebbe l'intero pianeta ad un collasso totale. La censura di internet segue proprio questo principio, immaginate cosa accadrebbe se la maggiorparte dei cinesi potesse conoscere la realtà in cui vive con gli occhi obbiettivi (plurali) di internet: scoppierebbe un finimondo se le campagne si ribellassero coordinandosi attraverso la rete potrebbero mobilitare centinaia di milioni di persone. Da queste considerazioni secondo me si intende bene che il problema è assai complicato e che se una progressiva democraticizzazione del continente cinese è assai auspicabile (come una crescita del suo benessere), essa dovrà essere molto graduale e "guidata" altrimenti potrebbero insorgere problemi giganteschi.
questo ovviamente è come la penso io
non rischia di perdere una grossa fetta, poiche' non ha una grossa fetta del mercato cinese... ma circa il 23% del mercato dei motori di ricerca.. infatti i concorrenti hanno dato una steccata a google, del tipo: se fosse per soldi lo dica e basta...
ah dimenticavo google ha stretto l'accordo con china mobile per lo sviluppo di android.. il 5 o 6 gennaio..
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".