I marchi di maggior valore tra i big della tecnologia

I marchi di maggior valore tra i big della tecnologia

Pubblichiamo un estratto dell'annuale classifica Best Global Brands che elenca i 100 marchi di maggior valore, concentrandoci sulle realtà della tecnologia, che occupano quasi il 30% della lista

di pubblicato il nel canale Mercato
 

Chi scende

Nokia

L'azienda finlandese registra per il secondo anno consecutivo una flessione del 15% nel valore del proprio marchio, che arriva nel 2011 ad essere stimato di 25 miliardi di dollari. L'azienda sembra tuttavia essere ben posizionata ora per ritrovare la strada del successo, in particolar modo grazie alla partnership con Microsoft (il cui primo frutto è il convincente smartphone Lumia 800, recensito sulle pagine di Hardware Upgrade) che dovrebbe essere di beneficio ad entrambi sul lungo periodo. Ecco il parere di Interbrand:

Nonostante sia uno dei più grandi produttori al mondo di telefoni cellulari, e si ponga al vertice delle classifiche di iniziative ambientali e sociali, Nokia sta lavorando per mantenere il passo con l'innovazione e con l'evoluzione delle preferenze dei consumatori verso gli smartphone. La recente partnership con Microsoft la mette in buona posizione, sebbene avrà bisogno di tempo per portare i prodotti sul mercato. Nokia si sta posizionando per "connettere il prossimo miliardo"(di persone) avendo come obiettivo i mercati in via di sviluppo. La sua sfida sarà di bilanciare l'ubiquità e l'accesso con innovazioni e leadership. Nokia pianifica di lanciare punti vendita di alto profilo in località prestigiose per contrastare la percezione di Nokia come produttore di cellulari entry-level. La compagnia continua ad essere un membro dell'UNGC - United Nations Global Compact - la più grande iniziativa di responsabilità sociale. (corporate citizenship)

Sony

Anche il valore del brand del colosso nipponico è valutato essere in flessione del 13% circa: rispetto agli 11,3 miliardi stimati per il 2010 il marchio Sony vale ora 9,8 miliardi di dollari. Il 2011, d'altra parte, sarà a lungo ricordato per l'attacco hacker che ha messo in ginocchio per diverse settimane i server di PlayStation Network, con i conseguenti problemi di immagine per l'azienda giapponese:

Sony può contare su una ricca eredità di rilievo quando si tratta di innovazione e creatività. Ma anche con un forte insieme di sotto-marchi come Bravia, Vaio, Cybershot, Playstation e Xperia, il brand ha vissuto una serie di sfide. I problemi al Playstation Network e l'eco mediatica sollevata, le difficoltà seguite al disastro del terremoto di marzo in Giappone, le continue tensioni finanziare e la percepita perdita di leadership nei mercati chiave in cui opera hanno messo sotto pressione il marchio. Il messaggio "Make. Believe." ha il potenziale di reinnescare il brand ed portare le persone a riscoprire l'inarrestabile leader di una volta. Guardando avanti, Sony confida in Playstation Vita con le sue funzionalità videoludiche, di connettività e di comunicazione, e sta tentando di impostare un collegamento tra il suo business dell'intrattenimento e quello dell'elettronica. Il brand sta inoltre impegnandosi in un'importante missione ambientale, con l'iniziativa "Road to Zero" che si pone l'obiettivo di un footprint negativo entro il 2050.

Nintendo

Un'altra azienda del Sol Levante, esclusivamente impegnata sul panorama videoludico: anche Nintendo, nonostante i successi degli ultimi anni, vede calare il valore del proprio brand. Una flessione del 14% che fa scendere il valore del marchio dagli 8,9 miliardi di dollari dello scorso anno ai 7,7 miliardi valutati per l'anno in corso. Saprà Nintendo essere in grado di replicare con la prossima generazione di console il dirompente successo riscosso da Wii?

Pochi brand al mondo sono capaci di vantare un impatto culturale significativo come quello di Nintendo, che continua a portare divertimento e socializzazione nell'ambito gaming. Il 2012 sarà un anno particolarmente di sfida, con profitti in calo, ed il valore del brand che è arretrato di 10 posizioni nella classifica. Nintendo 3DS, un sistema di gioco stereoscopico che non richiede occhiali, è una promessa interessante nonostante le vendite siano inferiori allo stimato. Mentre il taglio di prezzo della console e la volontaria riduzione di stipendio degli executive sono indizio del fatto che il marchio deve riguadagnare ancora il suo traino, è evidente che esiste una fede interna nel prodotto, che ci porta a chiederci "cosa c'è dopo?" anticipando le future innovazioni. I consumatori non sembrano dimenticare la console Wii, che ha ampliato il suo mercato rendendosi accattivante agli occhi di giocatori "non tradizionali" e ai consumatori di tutte le età. Uno degli asset di maggior valore è lo stesso brand Nintendo, che i consumatori vedono come un divertente ed affidabile dispensatore di sorrisi. La sua identità moderna e "pulita" è coerente attraverso i mercati, e pochi brand sono in grado di dar vita allo stesso chiacchiericcio nei social media.

Yahoo!

Sicuramente una delle realtà con il trascorso più travagliato in questo 2011: Yahoo! ha dovuto affrontare dapprima una consistente riduzione del personale e poi la destituzione del precedente CEO, per arrivare alla pianificazione di una strategia di ristrutturazione per riportare valore al marchio che prevede anche la cessione, totale o parziale, degli assett a realtà terze. Il valore del brand di Yahoo! è calato dell'11% a 4,4 miliardi di dollari, rispetto ai 4,9 miliardi dello scorso anno:

"Realtà di lungo corso del web, Yahoo! continua a trovarsi dinnanzi a sfide in un mercato difficile, specialmente per via di una concorrenza piuttosto forte e continua. Nell'ultima parte del 2010 e all'avvio del 2011 la compagnia ha adottato una strategia di controllo dei costi che ha portato al taglio di 700 posti di lavoro. Yahoo! continua a mantenere l'impegno nei valori del brand ricercando l'innovazione e cercando di superare le aspettative del cliente, come declinato nel recente restyling dell'interfaccia. Con l'obiettivo di diventare il principale viale d'accesso a Facebook, Twitter ed altre piattaforme social, la nuova homepage di Yahoo dimostra la priorità del brand di diventare una sorta di hub di social networking, che era il fulcro attorno al quale ruotava la strategia di ripresa del precedente CEO Carol Bartz. Il nuovo team dirigenziale dovrà essere capace di uscire dall'impasse con una robusta strategia di ripresa. Yahoo! ha inoltre acquisito Apper nel contesto di un piano che vuole estendere la propria portata nel campo degli Smart Ads".

21 Commenti
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Verro20 Dicembre 2011, 17:28 #1
Credevo di trovare Apple al primo posto...comunque...classifica carina, ma le analisi fatte dal sito stesso, lasciano a desiderare...le avrei potute stilare anche io...forse sarebbero dovute essere analisi piu critiche...sembrava un discorso del papa...
Pier220420 Dicembre 2011, 17:59 #2
Tra le prime 100 ci sono solo tre Italiane Ferrari, Armani e Gucci.. anzi Gucci fa parte di un Gruppo Francese che i cari cugini d'oltralpe ci hanno fregato, dopo parlmalat, Edison ecc..quindi non è neppure Italiana..

Strano che non ci sia Luxottica, Benetton, Ferrero...
Raghnar-The coWolf-20 Dicembre 2011, 18:25 #3
Ma in che senso "i marchi di maggior valore"?
Quello in cui il marchio dà il "valore aggiunto"?

Non mi pare che IBM e Google siano un marchio così trendy quanto Apple...

I fatturati delle aziende che gestiscono quei marchi invece sono completamente diversi.
RR220 Dicembre 2011, 18:44 #4
Originariamente inviato da: Raghnar-The coWolf-
Ma in che senso "i marchi di maggior valore"?


Credo intenda il valore del solo marchio. Mettiamo che la dirigenza CocaCola impazzisca e metta in vendita il marchio, tu te lo compri per 70 miliardi e poi ti puoi mettere a vendere del cabernet CocaCola o fotocopiatrici CocaCola.
Flight66620 Dicembre 2011, 20:53 #5
Però! Il Jack Daniel's ha avuto un discreto successo, non pensavo potesse valere piu di Adobe
Ma AMD proprio non c'è o non la ho vista io?
Valmo20 Dicembre 2011, 21:54 #6
mi stupisco di vedere morgan stanley dopo il crak finanziario...io non me lo comprerei nemmeno se mi pagassero per prendere quel marchio!
Therinai20 Dicembre 2011, 22:26 #7
Originariamente inviato da: RR2
Credo intenda il valore del solo marchio. Mettiamo che la dirigenza CocaCola impazzisca e metta in vendita il marchio, tu te lo compri per 70 miliardi e poi ti puoi mettere a vendere del cabernet CocaCola o fotocopiatrici CocaCola.


Credo anche io che sia questo il punto. Ho spulciato il sito interbrand, non ne ho avuto una conferma certa, ma l'obiettivo del loro lavoro mi sembra questo... mi chiedo se lo abbia capito chi ha pubblicato l'articolo. Ma quel che m'importa comunicare è che chi ha pubblicato l'articolo evidentemente non si chiede neanche chi sia il suo potenziale lettore
Hwupgrade sempre più in basso.
bluv20 Dicembre 2011, 23:42 #8
the coca cola company ...
d'accordo con chi ha citato ferrero - nutella ...
Raghnar-The coWolf-20 Dicembre 2011, 23:57 #9
Originariamente inviato da: RR2
Credo intenda il valore del solo marchio. Mettiamo che la dirigenza CocaCola impazzisca e metta in vendita il marchio, tu te lo compri per 70 miliardi e poi ti puoi mettere a vendere del cabernet CocaCola o fotocopiatrici CocaCola.


Beh appunto per questo la classifica non mi sconfinfera:
Cocacola è un marchio potente. Se la dirigente impazzisce e vende alla Rezzonico Chinotti il marchio cocacola, la Rezzonico Chinotti dopo 1 mese vende in tutto il mondo e dopo 2 mesi la fu cola rezzonico diventa la bevanda più venduta del mondo indipendentemente dalla bontà della stessa.

Identica la Ferrero, che non compare nella lista.

Allo stesso modo Apple, un'azienda che ha fidelizzato i suoi clienti al punto che più di un sesto dei clienti di telefonia ne possiede azioni, risultato senza precedenti e ordini di grandezza al di sopra a ogni altro nel mercato azionario, ha un marchio che spinge quasi alla fedeltà religiosa.
Quindi se al posto degli attuali bei prodotti ci fossero degli Asus rimarchiati, Asus farebbe un mare di soldi in vendite ed azioni.

Invece Google ha già dimostrato che i prodotti Google non capitalizzano "perchè Google". Google Buzz è stato un disastro completo. Google + un mezzo flop. E tanti altri servizi vengono dismessi tanti quanti ne vengono creati perchè non ottengono il successo sperato perchè l'etichettina Google vale come il due di picche, persino integrandosi nell'ecosistema web più completo esistente.

IBM poi, non vedo per quale motivo chicchessia debba preferire IBM, un marchio che nel mercato consumer oramai è scomparso e rimane solo nel mercato workstation, dove l'utenza di professionisti è ben attenta ai più minuti particolari tecnici figuriamoci se si può far influenzare da un'etichetta dopo un cambio di scena....
egrrob21 Dicembre 2011, 12:57 #10
sbaglio o i valori si riferiscono al fatturato e sono in ordine decrescente?

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