Il futuro dello storage enterprise fra SATA, SAS e SSD

Il futuro dello storage enterprise fra SATA, SAS e SSD

Grande fermento nel settore storage, con sempre più proposte Solid State Drive ma cono interfacce SATA forse non ancora pronte. Ecco come di profila il settore per i prossimi anni

di pubblicato il nel canale Periferiche
 

La migrazione dai 3,5 pollici ai 2,5 pollici e la questione consumi

Le ripercussioni sul mondo storage di queste nuove tendenze non sono state tempestive, ma in ogni caso evidenti. Pur rimanendo a listino numerosi modelli da 3,5 pollici per il mondo enterprise, specie per soddisfare esigenze in termini di capienza in GB, alcuni produttori di hard disk annoverano nei propri listini, da qualche anno, anche modelli da 2,5 pollici, un formato da sempre utilizzato quasi esclusivamente per i PC portatili. La contemporanea evoluzione in termini di capacità di archiviazione per pollice quadro ha inoltre colmato il gap in termini di capienza dovuta all'utilizzo di dischi con dimensioni ridotte, rendendo quindi possibile il fiorire di configurazioni blade server, vere e proprie macchine con dimensioni impensabili fino a una decina di anni fa.

A contribuire ai lenti ma inesorabili cambiamenti nel settore storage, anche enterprise, troviamo inoltre la cosiddetta rivoluzione Green, ovvero una nuova attenzione nei confronti dei consumi, delle emissioni e dei materiali con cui si costruiscono i dispositivi elettronici. La miniaturizzazione dei dischi ha permesso una riduzione sia dei materiali che dell'energia necessaria a far girare i piatti, utilizzati sia in versioni di minore diametro, sia in numero minore. In considerazione del fatto che il numero di dischi nelle server farm è nell'ordine delle migliaia, è facilmente comprensibile immaginare come il risparmio di pochi Watt per singola unità comporti un sensibile risparmio sulla bolletta su base annuale.

Ancora una volta però le novità arrivano dal successo di alcune tecnologie in ambito prettamente consumer, sebbene di fascia alta. La nuova rivoluzione storage, come sempre molto lenta a svilupparsi, arriva dalle memorie statiche. Non che non siano mai esistite prima: si possono contare diverse aziende che da decenni producono dischi Solid State, ma con destinazione di utilizzo soprattutto in campo aerospaziale e militare, con cifre che potevano arrivare alle decine di migliaia di dollari.

Quella in corso è invece una rivoluzione con ripercussioni più immediate e di maggior abbordabilità dal punto di vista economico: l'utilizzo massiccio di moduli NAND Flash, dai telefoni cellulari ai lettori multimediali portatili in stile Apple iPod, passando per le memory card, ha portato a produzioni elevatissime di chip, con la conseguente e drastica diminuzione del prezzo per GB di questa tipologia di memoria. Ecco dunque che hanno fatto la comparsa i dischi SSD, Solid State Drive, cui il futuro sembra riservare successi e gloria sia nel settore consumer come in quello enterprise.

 
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