Sempre più IT nel nostro futuro, ma con attenzione all'efficienza energetica

Sempre più IT nel nostro futuro, ma con attenzione all'efficienza energetica

Internet of Things, cloud ed elaborazione di dati: temi ricorrenti negli ultimi anni, figli della diffusione del web e della disponibilità di dispositivi capaci di raccogliere informazioni che devono essere processate. Dinamiche che cambiano la nostra società, sempre più chiamata ad una gestione efficiente delle risorse energetiche a disposizione.

di pubblicato il nel canale Scienza e tecnologia
Schneider Electric
 

Smart Cities e Internet of Things

Le discussioni sull'efficienza energetica non possono prescindere dal ruolo delle smart cities, nome che identifica un processo di sviluppo delle grandi città nelle quali la tecnologia venga utilizzata in modo strategico per assicurare una crescita sostenibile, il benessere dei propri cittadini e lo sviluppo dell'economia. Per poter diventare smart le città devono essere quindi caratterizzate da efficienza, sostenibilità e vivibilità. Al centro di tutto troviamo quindi ambiente e cittadino, con la tecnologia strumento che permette di innovare e trasformare la realtà urbana rendendola più adatta alle esigenze dell'abitante.

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Il processo di trasformazione di una città in smart city è tuttavia non privo di difficoltà: delle attuali 4.400 città mondiali, alla luce delle previsioni attuali, solo 88 saranno catalogabili come smart nell'anno 2025. A fronte di questo assisteremo ad una sempre più evidente migrazione degli abitanti verso i grandi centri urbani: la popolazione urbana raddoppierà nell'anno 2050 rispetto a quella attuale, toccando quota 6,4 miliardi di abitanti. Questa dinamica sarà più evidente nelle nazioni in via di sviluppo, nelle quali si prevede per l'anno 2025 che si troveranno il 66% delle top 600 città mondiali. Vedremo quindi centri urbani sempre più densamente popolati, e il loro numero aumentare soprattutto nelle cosiddette economie emergenti.

Il tema delle smart cities riveste quindi un ruolo estremamente importante alla luce di queste statistiche, tenendo al centro la necessità (che può essere vista anche come un obiettivo) di rendere queste megalopoli vivibili per il numero sempre più ampio di abitanti che andrà a caratterizzarle. Il fine della tecnologia è anche quello di migliorare la qualità della vita e per questo motivo che devono essere sviluppati i prodotti che verranno implementati nelle città smart.

Pensare alle smart cities, e alle implicazioni sulla qualità della vita dei propri cittadini che la loro implementazione può portare, non può prescindere dal tema delle IoT o Internet of Things. I prodotti riconducibili a questa categoria sono sempre più a portata di mano, se non letteralmente attaccati al nostro corpo come nel caso dei wearables. Parliamo, con questo acronimo, di tutti quei dispositivi che sono in grado di comunicare attraverso il web, fornendo dati sia ad utenti sia ad altri dispositivi affinché vengano elaborati in una qualche misura.

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Se è intuitivo e immediato identificare come uno degli IoT lo smartphone che utilizziamo quotidianamente, o il braccialetto fitness che è al nostro polso a ricordarci che dobbiamo muoverci per restare in forma, è forse più sfuggente per il vasto pubblico pensare che il termostato di casa, se di recente produzione, possa integrare un dispositivo di trasmissione dei dati. O che la propria nuova automobile, dotata di funzionalità di diagnostica remota, sia a tutti gli effetti un mezzo di trasporto oltre che uno dei componenti della categoria IoT. Prodotti dotati al proprio interno di sensori, in grado di registrare dati e di inviarli alla rete affinché possano venir elaborati, sono sempre più diffusi e presenti attorno a noi.

Le stime del resto sono molto chiare: avremo circa 25 miliardi di dispositivi connessi nel 2020, numero che si confronta con i poco meno di 1 miliardo nel 2009. La crescita repentina è avvenuta con la diffusione di PC e smartphone, ma a incidere in misura ancora maggiore sono i dispositivi di ultima generazione che tramite sensori raccolgono informazioni e dati sulle più disparate attività e da questi ricavano dati utili. Anche la gestione dei dati ha assunto dimensioni mastodontiche: ogni giorno vengono generati 2,5 miliardi di Gbytes di informazioni, dato che tende a raddoppiare ogni 12 mesi stando ad una recente ricerca formulata da IBM.

Schneider Electric non è immune da questo fenomeno, visto che la maggior parte dei propri dispositivi è dotata di una qualche forma di trasmissione dei dati che registra. Del resto diversamente non potrebbe essere, pensando alla necessità di usare energia in modo efficiente: monitorare un dispositivo e configurarlo, in tempo reale e da remoto, nel modo migliore è la strada da seguire per configurarne il consumo nella forma migliore.

 
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