Cloud e virtualizzazione: come cambierà l'end user computing secondo VMware

Cloud e virtualizzazione: come cambierà l'end user computing secondo VMware

La cessione del supporto a Windows XP metterà molte aziende nella situazione di dover riconsiderare in che maniera offrire gli strumenti tecnologici ai dipendenti, portando ad una trasformazione dell'ambiente operativo

di pubblicato il nel canale Software
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Comprendere il punto di partenza

Per affrontare il viaggio di trasformazione è necessario anzitutto capire quale sia il punto di partenza. L'attuale fotografia, però, non è particolarmente allegra: i dipartimenti IT delle aziende si trovano sotto il fuoco incrociato di tutti gli altri dipartimenti, con richieste di ogni natura e con il problema di dover spesso riuscire a conciliare esigenze tra loro contrastanti. I dipartimenti IT si trovano spesso tra l'incudine ed il martello: utenti che si lamentano, insoddisfazioni dal business, la leadership che vede l'EUC come un costo invece che come un insieme di asset di valore. Soggiogato da quattro forze (il budget, la compliance, il business, gli utenti), l'End-User Computing si trova invischiato in un circolo vizioso.

Il budget

Attualmente l'End-User Computing rappresenta in media il 25%-40% del budget stanziato da un'azienda per l'IT. Purtroppo, però, gran parte di questi costi sono di tipo operativo e cioè impiegati per il mantenimento, il supporto e le operazioni degli asset esistenti: si tratta, in altre parole, di denaro speso restare fermi e e non per sviluppare nuove funzionalità o per incrementare la produttività.

Ogni progetto per sviluppare nuove capacità è di norma pachidermico, consuma molte risorse e coinvolge gran parte della forza lavoro. Si tratta, in genere, di progetti che vengono compresi nel processo di aggiornamento e rinnovo come può essere la migrazione di un sistema operativo o l'aggiornamento di infrastrutture hardare. Dal momento che le funzionalità EUC sono altamente integrate, è difficile distinguere i risultati provenienti dalle nuove capacità e quelli derivanti dagli investimenti del rinnovo. Ne consegue una percezione per la quale i soldi spesi per l'EUC non portino alcun ritorno. In altre parole l'EUC viene visto come un mero costo e non come un investimento: è questa percezione che porta le aziende a ridurre le spese destinate all'End-User Computing.

La compliance

I dispositivi ed il software EUC sono pieni di vulnerabilità che le aziende faticano a tamponare o, in ogni caso, vanno a risolvere a posteriori. Del resto è difficile poter prevenire rischi che non si è in grado di percepire: l'anno in corso ha visto numerosi episodi che hanno messo in discussione la sicurezza informatica, non da ultimo gli episodi di cosiddetto "hactivism". La perdita di dati riservati, magari appartenenti ad un cliente di un'azienda, possono causare un danno d'immagine per l'azienda stessa, nonché comportare pesanti e costosi strascichi legali. Si tratta di rischi reali che vanno via via crescendo. A partire da questa considerazione e ricollegandosi al discorso fatto poco sopra, si evince che il calare della spesa e la crescita dei rischi non fanno che incrementare ancor di più i rischi per dollaro speso: una dinamica che che porta alla naturale reazione di standardizzare e chiudere gli ambienti operativi. E' un tradizionale modus operandi che viene visto come l'unica strada per gestire questo tipo di rischi.

Il business

La standardizzazione e la chiusura causa, per molte aziende, un conflitto diretto con le esigenze del business. E' molto difficile affrontare i cambiamenti per un ambiente desktop standardizzato e chiuso e di norma ogni eventuale cambiamento coivolge un elevato numero di utenti. Cresce la complessità ed il costo di completamento di eventuali fusioni ed acquisizioni aziendali, così come l'apertura di nuove sedi ed anche la normale routine di amministrazione del turnover della forza lavoro e della crescita. Un approccio di questo tipo non permette la giusta flessibilità e la mancanza di flessibilità è un ostacolo alla scalabilità del business. Nel business una costante è il cambiamento, e per questo gli utenti business sono spesso insoddisfatti. La naturale risposta è quella di ridurre gli strumenti a disposizione: se pare che ciascun utente stia portando un fardello, perché non renderlo più piccolo?

Gli utenti

Questo approccio significa però offrire meno a ciascun utente e quindi spingersi in direzione opposta aquelle che sono le aspettative dell'utente. E' il potere della cosiddetta consumerizzazione: gli utenti si aspettano di avere a disposizione strumenti più capaci, che di norma utilizzano già privatamente. Gli utenti sanno come possono fare per lavorare meglio e cercano di arginare i controlli per assicurarsi di poter fare ciò, anche "arrangiandosi". E' a questo punto che l'EUC sembra essere meno rilevante, tale da sollevare l'ovvia domanda: "perché ci si spende così tanto?". Ed il circolo si reinnesca.

Una spirale che necessita di una via di uscita prima che si riavvolga nuovamente. Molte aziende, come detto in apertura, si trovano o si troveranno presto nella situazione di pianificare gli investimenti per affrontare la prossima migrazione tecnologia: è il momento ideale per trovare una strada che interrompa il circolo vizioso.

 
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