Pagamenti elettronici: Sisalpay punta su NFC

Pagamenti elettronici: Sisalpay punta su NFC

Per il prossimo anno Sisalpay mira a dotare i suoi 40 mila punti vendita di POS abilitati al pagamento NFC: ce ne parla Maurizio Santacroce responsabile Sisal per la divisione Digital Games & Services. Inoltre un approfondimento sulla tecnologia NFC

di pubblicato il nel canale TLC e Mobile
 

La tecnologia NFC, la base è l'induzione elettromagnetica

Nelle pagine precedenti abbiamo più volte fatto cenno alla tecnologia NFC. Ma di cosa si tratta? Ebbene, NFC è un acronimo di Near Field Communication ovvero "comunicazione a corto raggio" ed identifica uno standard dedicato proprio a comunicazioni radio su brevi distanze. Si tratta di distanze realmente brevi: due trasmettitori NFC sono infatti capaci di comunicare tra loro ad una distanza di pochi centimetri e alcuni di questi dispositivi sono progettati in maniera tale per cui un piccolo contatto fisico sia l'unico modo di attivare un canale di comunicazione tra di essi.

Una tecnologia capace di supportare il trasferimento di informazioni su brevissime distanze apre la strada a svariate tipologie di impiego tra le quali quella dei pagamenti "cashless" è quella attorno al quale vi è la maggiore attenzione in questo momento. Un altro campo di applicazione nel quale si registrano interessanti attività di ricerca e sviluppo è quello che prevede l'impiego dello smartphone come "passepartout digitale": invece di portarsi dietro svariati mazzi di chiavi sarà sufficiente un solo dispositivo con tutte le nostre credenziali, da avvicinare all'apposito "serratura-NFC" della porta da aprire o al dispositivo cui eventualmente è necessario autenticarsi (in questo senso, ad esempio, HP fa uso della tecnologia Secure Print per gli ambienti di stampa delle grandi aziende). Anche il mondo del marketing è interessato alla tecnologia NFC: la presenza di un tag NFC all'interno di un poster pubblicitario permette, sempre utilizzando uno smarthpone provvisto di tecnologia NFC, di accedere ad informazioni aggiuntive avvicinando ad esso lo smartphone. In questo caso, però, la diffusione dei QR Code si sta dimostrando un veicolo molto più efficace per questo tipo di impiego. Attualmente comunque esistono sui vari marketplace di app, svariate soluzioni per le operazioni di pagamento sfruttando la tecnologia NFC che possono includere inoltre altre funzionalità come ad esempio le informazioni legate alle eventuali tessere fedeltà o particolari offerte e buoni sconto.

L'avvio dei lavori attorno alla definizione dello standard NFC risalgono al 2004 quando tre colossi del settore tecnologico, Nokia, Sony e Philips, hanno unito le forze allo scopo di creare uno standard per le comunicazioni radio a corto raggio. Sebbene i lavori di definizione dello standard siano quindi relativamente recenti, i presupposti che permettono la messa in opera di questa tecnologia sono noti già da tempo.

La tecnologia NFC si basa infatti sul fenomeno dell'induzione elettromagnetica e precisamente sull'effetto che prende il nome di accoppiamento induttivo. Accade infatti che gli elettroni che fluiscono in un conduttore generano un campo magnetico attorno al conduttore e, viceversa, la variazione di un campo magnetico attorno ad un conduttore genera un flusso di elettroni (una corrente) all'interno del conduttore stesso. Per comprendere l'accoppiamento induttivo è possibile ricorrere ad un semplicissimo esperimento pratico impiegando due cavi di rame ciascuno avvolto in forma di bobina, una collegata ad una batteria e l'altra ad un voltmetro. Avvicinando le due bobine si noterà come il voltmetro segnali la presenza di una corrente elettrica. Cosa accade? Nella bobina collegata alla batteria si innesca una corrente elettrica, ovvero un flusso di elettroni all'interno della bobina stessa. Come detto precedentemente, la corrente all'interno della bobina genera un campo magnetico il quale a sua volta va a generare una corrente elettrica nell'altra bobina. La forza dell'accoppiamento induttivo dipende da vari fattori, tra i quali la distanza tra i due conduttori: se infatti si allontanano le due bobine, il voltmetro cesserà di rilevare una corrente elettrica.

Nel mondo delle comunicazioni radio a corto raggio il fenomeno dell'accoppiamento induttivo è già stato sfruttato per la tecnologia RFID, che ha anticipato e gettato i presupposti per l'avvento dell'NFC. Un lettore di tag RFID genera un campo magnetico: nel momento in cui un tag RFID è sufficientemente vicino a questo campo magnetico verrà indotta all'interno di esso una corrente elettrica. Il lettore a questo punto rileva il campo magnetico del tag RFID (generato dalla corrente) e lo registra. La tecnologia NFC opera in maniera molto simile.

 
^