Facebook a Wall Street, un debutto da dimenticare?
Due giorni di perdita e una delicata questione legale all'orizzonte: i primi giorni di Facebook a Wall Street gettano qualche ombra sul colosso dei social network
di Andrea Bai pubblicata il 24 Maggio 2012, alle 11:14 nel canale MercatoDue giorni consecutivi di segno meno, ed un piccolo rimbalzo del 3% nella giornata di ieri, che hanno portato il titolo a 32 dollari, rispetto ai 38 dollari del giorno del debutto. I giorni seguenti al collocamento in borsa di Facebook non saranno certo i migliori da ricordare per il colosso dei social network, che oltre ad un andamento piuttosto turbolento sui listini di Wall Street, si trova ora a fronteggiare anche qualche fastidiosa noia legale.
La Securities and Exchange Commission ha infatti dichiarato di aver aperto un'indagine approfondita sull'IPO di Facebook, a seguito delle insinuazioni sollevate da alcuni investitori secondo le quali Morgan Stanley, la banca d'affari che ha seguito la quotazione in borsa per il social network, avrebbe rilasciato alcune informazioni strategiche (in particolare la riduzione sulle stime di crescita di fatturato e utili) solamente ad una ristretta cerchia di clienti privilegiati.
Questo ha portato alcuni insiders di Wall Street ad evitare di partecipare alle contrattazioni, lasciando così sul mercato molte più quote di quanto originariamente previsto. In questo modo alcuni investitori non istituzionali sono risultati essere molto più esposti poiché, collocando sovraordinativi per evitare di restare a bocca asciutta, si sono ritrovati nelle tasche molte più azioni di quanto pianificato.
Il presidente della SEC Mary Schapiro, sottolineando la necessità di osservare più attentamente ciò che è accaduto collateralmente in fase di IPO, ha affermato: "Penso che ci siano molte ragioni per avere fiducia nei nostri mercati e nell'integrità del modo di operare, ma vi sono problemi che necessitano di essere osservati nello specifico in realzione a Facebook".
All'annuncio della SEC è seguita una causa collettiva depositata presso un tribunale di Manhattan, che accusa Facebook ed i sottoscrittori dell'offerta (Morgan Stanley, Goldman Sachs e JPMorgan Chase) di non aver informato in maniera chiara gli investitori in merito alla riduzione delle stime di crescita del fatturato.
Ma anche Nasdaq OMX Group, la società che gestisce il listino, è diventata oggetto di una causa collettiva. Nelle prime ore della contrattazione, quando Facebook ha fatto il proprio debutto a Wall Street, una serie di problemi tecnici hanno infatti portato a dei ritardi nell'esecuzione degli ordini, causando perdite agli investitori.
34 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIn ogni caso, se le accuse mosse dalla class action fossero provate, assisteremmo ad uno dei più grossi risarcimenti della storia, roba da Guinness
Ma non sono gli stessi che hanno provocato la crisi dei titoli derivati?!
Prima di FB l'ultima raccolta di soldi gonfiata ad arte è stata groupon, un colosso basato sullo spam e sulla pubblicità occulta. Prima o poi la bolla di internet scoppierà e ci sarà da fare i conti con un altra crisi speculativa
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