Google, noie legali in arrivo in UK: un ex dipendente la accusa di evasione fiscale

Google, noie legali in arrivo in UK: un ex dipendente la accusa di evasione fiscale

Barney Jones, un ex dirigente di Google in forze dal 2002 al 2006, rilascia un'intervista al Sunday Times affermando di avere 100.000 mail che testimoniano una presunta evasione fiscale da parte di Google

di pubblicata il , alle 09:52 nel canale Mercato
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Verso la fine dell'anno scorso avevamo segnalato come Google avesse ricevuto una visita da parte della Guardia di Finanza (facciamo riferimento ovviamente alla sede italiana del colosso di Mountain View), formalmente per accertamenti fiscali. Cerchiamo di fare un breve riassunto di alcuni punti importanti, che valgano da premessa alle notizie delle ultime ore.

Moltissimi colossi della tecnologia sono organizzati con una struttura multinazionale, vantando perciò sedi in diverse parti del mondo. Se Google ha il proprio quartier generale a Mountain View, California, non si tratta certo dell'unica sede, poiché esistono sezioni operative in praticamente tutti i paesi in cui i servizi Google sono attivi.

Google, nella sede italiana  fa da interfaccia con il mondo degli inserzionisti e si fa carico di altri servizi connessi, effettuando quindi delle transazioni finanziarie di vario titolo e entità. La natura multinazionale dell'azienda però complica le cose. Solo una piccola parte delle fatture hanno l'intestazione Google Italia, e sono di conseguenza soggette alla nostra tassazione ordinaria. Il grosso del fatturato passa attraverso sedi presenti all'estero, su cui spicca quasi sempre quella irlandese (anche se in alcuni casi si passa poi a sedi olandesi giungendo poi altre in paradisi fiscali).

Perché l'Irlanda? La tassazione dell'Irlanda per le aziende si assesta intorno al 12,5%, il valore più basso in Europa, motivo per cui moltissime aziende, dal 1990 in poi, hanno aperto filiali e centri produttivi e amministrativi proprio nel verde paese. Non fanno eccezione Facebook, Microsoft e Apple, giusto per citare alcuni nomi illustri.

La questione rimane aperta e nei giorni scorsi sta tornando a galla il problema, anche se questa volta nel Regno Unito. In una recente intervista al Sunday Times, Barney Jones, un ex dirigente di Google dal 2002 al 2006, ha affermato di avere qualcosa come 100.000 mail che proverebbero una diffusa evasione fiscale ai danni del suo Paese. Non solo mail ma anche documentazione doganale (HM Revenue & Customs (HMRC), che non lascerebbero dubbi per chiarire lo schema utilizzato da Google per andare a pagare il grosso delle tasse in Irlanda, pur con operatività sul suolo UK. Si parla di centinaia di milioni di Sterline.

Come abbiamo già avuto moto di sottolineare, Google cerca sicuramente di fare il proprio interesse, ovvero mantenere la tassazione più bassa possibile nei limiti di ciò che è teoricamente lecito. Dall'altra c'è l'azione altrettanto legittima di chi è chiamato a vigilare sulle transazioni e su ciò che un'azienda deve al Paese in cui opera. Nel Regno Unito, così come in Italia, gli in quirenti sono consapevoli di questi giochetti, ma evidentemente la questione è molto intricata e interpretabile.

L'Australia discute da tempo, presso le proprie sedi istituzionali, il modo per combattere questo tipo di escamotage. Il problema è duplice poiché non esiste solo il problema, per quanto ingente, del mancato incasso delle tasse. Esiste anche la questione che pone queste multinazionali in una condizione privilegiata rispetto ad altre aziende attive sul territorio, e solo lì.

Difficile però aspettarsi il pugno duro e la conduzione di indagini in tempi brevi: molte di queste multinazionali hanno studi legali che conoscono a menadito cosa fare e cosa no, ben prima di aprire una sede. Oltre a questo si tratta di realtà che costituiscono una fonte di reddito, occupazione e benessere per molte persone.

Vedremo se e come sapranno muoversi gli inquirenti UK, e soprattutto in che tempi. La questione è davvero molto delicata e si paga sicuramente una legislazione a maglie larghe, evidentemente scritta in tempi in cui non vi era l'esigenza di qualcosa in più.

3 Commenti
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uforob21 Maggio 2013, 09:01 #1
Anch'io prima che lo accennasse l'articolo avevo pensato che è assurdo che venga favorito il colosso multinazionale che può permettersi di aprire una sede in Irlanda e fatturare all'estero e poi ci siano piccole e medie imprese che dovrebbero arricchire il territorio costrette a chiudere perché stritolate dall'erario. Inoltre mi sembra di aver letto che il fatto che Google fatturi all'estero renda problematico scaricare l'IVA per le spese di inserzione sempre alle stesse piccole e medie imprese.
Maniac!21 Maggio 2013, 13:35 #2
Evasione fiscale...Google.
A questi livelli certe cose non me le aspetterei, ma me le aspetto.
killercode21 Maggio 2013, 15:38 #3
Originariamente inviato da: Maniac!
Evasione fiscale...Google.
A questi livelli certe cose non me le aspetterei, ma me le aspetto.


elusione, non evasione.
La prima è quasi legale mentre la seconda no....anche se il risultato in tutti e due i casi è uguale

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