Net neutrality, brevetti, broadband e radiofrequenze: cosa cambierà con Obama
Obama si prepara a mettere in pratica le numerose innovazioni annunciate in campagna elettorale: ecco come cambierà lo scenario ICT americano
di Alessio Di Domizio pubblicata il 18 Novembre 2008, alle 08:37 nel canale MercatoFra le categorie che si aspettano molto dalla presidenza di Obama ci sono quei molti soggetti, sensibili ai temi più scottanti dell'ICT, le cui speranze sono state disilluse durante gli otto anni della presidenza Bush. Partendo da un approfondimento di eWeek, analizziamo i risvolti più sensibili per il mondo tecnologico emersi dalle dichiarazioni del nuovo presidente USA.
Partiamo dal supporto alla net neutrality: una brutta notizia per i più grandi carrier nazionali quali AT&T, Verizon e Comcast, che attualmente filtrano estensivamente il traffico, prioritizzandolo in base a criteri non sempre del tutto trasparenti.
Un altro punto chiave dell'agenda tecnologica del neoeletto presidente è la revisione della disciplina dei brevetti, in direzione di una riduzione del valore delle richieste di danni da infrazione e una limitazione della brevettabilità a campi chiari e ben definiti. La finalità dichiarata di questo processo è, nelle parole del presidente, "ridurre l'incertezza e il numero di cause insensate che attualmente frenano l'innovazione".
Ulteriori, significative proposte, riguardano investimenti sulla banda larga e una revisione della disciplina sull'uso delle radiofrequenze, che potrebbe condurre ad un ampliamento dell'offerta di servizi wireless distribuiti sul territorio.
20 Commenti
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Le aziende "patent troll" in questi ultimi anni sono veramente troppe e troppo pedanti!
veramente ALICE non filtra un bel nulla
non trolliamo inutilmente
Speriamo non restino solo parole.
quando si tradurrà in realtà: bravo Obama!
non trolliamo inutilmente
veramente alice filtra, da casa mia alcuni forum contentente link a siti di videosharing (principalmente fansub ma anche altro non proprio legale) vengono filtrati sul dns di alice e per accedervi è necessario usare opendns
La net neutrality è uno dei presupposti base di Internet! Se già solo il fatto che gli ISP analizzino i pacchetti per determinarne il tipo di traffico è un abominio sia dal punto di vista tecnico (viola la separazione degli strati) che dal punto di vista umano (viola il diritto alla riservatezza), la possibilità che addirittura li filtrino apre la porta a un mondo sterminato di comportamenti scorretti da parte degli ISP.
Vale a dire, consentirebbe che siano gli ISP a scegliere quali servizi IP l'utente debba usare - il che è inaccettabile, soprattutto alla luce del fatto che ormai gli ISP sono quasi sempre i gestori delle linee telefoniche, che, come sappiamo, hanno interessi che non coincidono con la connettività globale e gratuita che caratterizza Internet (guardate quanto ci tariffano per un sms o una videochiamata, in confronto agli equivalenti basati su IP).
Internet *è* neutrale per definizione, se gli ISP vogliono vendere un prodotto non neutrale dovranno etichettarlo come tale e distinguerlo, e lasciare per legge agli utenti la possibilità di scegliere fra esso ed Internet (altrimenti semplicemente gli ISP si metterebbero tutti d'accordo e offrirebbero solamente la versione limitata, al prezzo deciso da loro).
Se proprio gli ISP sono così mal messi da non avere introiti sufficienti da investire per migliorare le infrastrutture di rete (a giudicare dalle bollette che ci arrivano ogni mese si fa fatica a capire come sia possibile), secondo me la soluzione più democratica per evitare che i torrentari "monopolizzino le autostrade telematiche" è semplice: istituire un ragionevole tetto mensile di traffico sugli abbonamenti più economici, e dare la possibilità a chi utilizza più traffico di superarlo pagando un extra, che possa essere investito per migliorare la rete. Così sarà l'utente a decidere come spendere il suo traffico, pagando il giusto compenso a chi mantiene i cavi.
Per piacere, compagnie telefoniche, prendete pure i nostri soldi, ma non cambiateci la definizione di Internet.
Per non parlare dell'operazione criminale di catturare a monte i fallimenti di risoluzione DNS per dirottare l'utente verso il proprio motore di ricerca quando sbaglia a digitare il nome di un sito!
Operazione che, fra l'altro, danneggia il corretto funzionamento delle applicazioni IP che non hanno più modo di sapere se un host esiste oppure no.
Se veramente quelli di Alice ritengono che questo sia un "servizio" apprezzabile per il cliente, lo avrebbero dovuto rendere "opt-in".
(fra l'altro, nel contratto firmato con Alice, c'è scritto da qualche parte che li autorizzo ad analizzare i pacchetti in entrata verso la mia macchina per consentire loro di offrirmi servizi alternativi? Questo mi fa riflettere parecchio sul rispetto che Alice ha per la riservatezza dei propri clienti, e, più in generale, sul rispetto che Alice ha per i propri clienti.
Ora, dov'è il mio cappello di carta stagnola ?)
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