One Pass è la mossa di Google per l'editoria digitale

One Pass è la mossa di Google per l'editoria digitale

Google svela la propria offerta per gli editori che vogliono vendere i propri contenuti on-line: One Pass è una risposta alle In-App Subscriptions di Apple?

di pubblicata il , alle 10:12 nel canale Mercato
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Google ha levato il sipario sulla propria proposta che consentirà agli editori di offrire contenuti a pagamento tramite Google Login. Si tratta del nuovo servizio One Pass, che mette gli editori nelle condizioni di poter proporre sul mercato non solamente abbonamenti, ma anche contenuti di tipo "freemium" e articoli singoli.

One Pass è stato presentato qualche giorno fa dal CEO di Google, Eric Schmidt, in occasione di un evento a Berlino che ha visto inoltre la partecipazione di alcuni editori (Axel Springer AG, Focus Online, Stern.de, Popular Science, Media General, NouvelObs, Prisa e Rust Communications) per il lancio del progetto. Il servizio è gia disponibile per gli editori di Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Spagna.

Senza fare riferimento in maniera specifica ad Android, il colosso di Mountain View afferma sul proprio blog che gli utenti potranno accedere ai contenuti da tablet, smartphone e siti web tramite un singolo login. Gli editori possono scegliere diverse opzioni di fatturazione, come abbonamenti di differente durata con rinnovamento automatico, oppure opzioni differenti come pass di tipo "one-day" o ancora acquisti individuali o pacchetti di edizioni. Google sottolinea in particolare il modello di business flessibile che consente agli editori di scegliere la miglior strategia per i propri scopi. Alla base di One Pass vi è Google Checkout, la piattaforma di pagamenti online della grande G.

L'annuncio di One Pass giunge a pochi giorni di distanza dall'avvio del servizio In-App Subscriptions lanciato dalla Mela, inseguendo un obiettivo simile ma mostrandosi, almeno sulla carta, più flessibile rispetto alla proposta di Apple. Non è nota la misura della trattenuta che Google applica ai ricavi degli editori che decideranno di appoggiarsi ad One Pass, anche se alcune indiscrezioni parlano di una percentuale attorno al 10%, che rappresenta un contributo considerevolmente inferiore rispetto al 30% praticato da Apple e che, se dovesse corrispondere al vero, potrebbe interessare molte realtà che hanno maturato qualche riserva nei confronti di iOS.

Le bandierine posate da Apple e da Google sono un segnale del fatto che l'editoria digitale sta iniziando a muoversi verso un modello di business differente da quello puramente pubblicitario?

4 Commenti
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afhaofhasofhaohfa18 Febbraio 2011, 11:13 #1
Io non riesco a capire perchè da queste iniziative siano sempre tagliati fuori i lettori ebook: stando alle dichiarazioni delle varie società in periodo prenatalizio oramai avrebbe dovuto essere disponibile molto materiale ma in realtà io non vedo quasi nulla, o per lo meno nulla che spinga a preferire il digitale al cartaceo
GianL18 Febbraio 2011, 12:18 #2
il mercato italiano è ancora indietro, vero;
le piattaforme disponibili, in termini di OS e formati di file/DRM sono ancora un po' incasinate, vero anche questo....

però una cosa che mi fa godere immensamente è che ora posso leggermi EVO UK a meno di 4 euro al mese in digitale (3.15 GBP - fruibile su Win / Mac / iOS) mentre la versione cartacea comprata nelle edicole in centro a Milano la pagherei cira 9.
frankie18 Febbraio 2011, 12:56 #3
quindi google ebookshop che fine farà? Certo che era stato proprio dimenticato e lasciato al proprio destino. Pure l'app per android è sparita dal market.
Freaxxx18 Febbraio 2011, 19:40 #4
Originariamente inviato da: egx11
Io non riesco a capire perchè da queste iniziative siano sempre tagliati fuori i lettori ebook: stando alle dichiarazioni delle varie società in periodo prenatalizio oramai avrebbe dovuto essere disponibile molto materiale ma in realtà io non vedo quasi nulla, o per lo meno nulla che spinga a preferire il digitale al cartaceo


perché il grosso del business viene dal profiling, altrimenti non ti farebbero creare un account per ogni sito che visiti e userebbero standard aperti.

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