Oracle deve ad HP 3 miliardi di risarcimento danni

Oracle deve ad HP 3 miliardi di risarcimento danni

Il motivo del contendere è la sospensione dello sviluppo del software per Itanium da parte di Oracle; la decisione della giuria giunge a 4 anni dalla sentenza del giudice che aveva rilevato una violazione di contratto

di pubblicata il , alle 14:31 nel canale Mercato
HPOracle
 

Oracle dovrà corrispondere ad HP 3 miliardi di dollari come risarcimento danni: è la disposizione della giuria di un tribunale californiano. HP ha da tempo accusato Oracle della violazione di un accordo in essere tra le due società sullo sviluppo di software per sistemi server basati su chip Itanium di Intel, attività che Oracle ha terminato nel 2011 dopo che Intel aveva dichiarato che i chip erano destinati al termine della loro vita commerciale. Oracle ha inoltre sostenuto che non vi fosse alcun tipo di accordo che la vincolasse allo sviluppo di software per sistemi Itanium.

Il verdetto della giuria è stato emesso a quattro anni di distanza dalla decisione del giudice James Kleinberg, il quale constatò l'esistenza di un contratto in essere su questo punto. "HP è grata alla giuria, che afferma ciò che HP ha sempre saputo e che le prove hanno dimostrato senza dubbio" ha commentato John Schultz, vicepresidente di HP, definendo inoltre la sospensione dello sviluppo di software per Itanium da parte di Oracle una "palese violazione del contratto". Oracle si è invece limitata a dire che ricorrerà in appello sia contro la decisione del giudice Kleinberg, sia contro la decisione della giuria.

I rapporti tra Oracle e HP sono passati attraverso vicende tumultuose. Nel 2012 il CEO di Oracle, Larry Ellison, definì come "virtualmente impossibile" la prospettiva di lavorare con HP, dopo che quest'ultima trascinò in tribunale Mark Hurd, precedentemente CEO di HP e poi passato ad occupare la poltrona di presidente in Oracle.

Qualche tempo dopo le due società tornarono comunque a stringere rapporti d'affari, ma il verdetto di oggi potrebbe nuovamente accendere dissapori e sfiducia tra le due aziende.

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