Renzi: Google, due miliardi di fatturato in Italia nel 2015

"Google nel 2015 avrà due miliardi di fatturato in Italia", ha detto Matteo Renzi qualche giorno fa in una puntata de Le Invasioni Barbariche (minuto 34:40). E ha aggiunto subito dopo: "Amazon assume 600 persone in Sardegna".

Il sindaco di Firenze ha voluto concentrare le attenzioni sul mondo dell'innovazione e sulla sua capacità di creare nuovi posti di lavoro in Italia, all'interno della volontà di spostare il dibattito su fenomeni e trend che invece sono solitamente sottovalutati dai mess media italiani. Ma le cifre riportate dal sindaco sono reali?

"Parlavo nei giorni scorsi con Soru e mi diceva che Amazon in Sardegna sta assumendo 600 persone, è l'equivalente della Carbosulcis e nessuno se ne occupa. Google investirà qui nel 2014 due miliardi", si può leggere in un articolo pubblicato da Repubblica.it, che corrisponde a una trascrizione di un'intervista allo stesso Renzi.

Le informazioni riportate dall'articolo di Repubblica non collimano perfettamente con le dichiarazioni televisive rilasciate dallo stesso Renzi qualche giorno prima, com'è vero che c'è distinzione tra fatturato e investimenti. Oltrettutto appare improbabile che Google investa una cifra così onerosa nel nostro paese per alimentare la sua penetrazione pubblicitaria. Benché tale dichiarazione sia riportata nel sito ufficiale di Matteo Renzi, si ravvisa una imprecisione nell'articolo di Repubblica.

Renzi, che secondo quanto afferma lui stesso è stato imbeccato da Renato Soru, fondatore di Tiscali ed ex-Presidente della Regione Sardegna, in realtà si riferisce a un dato citato dal Sole 24 Ore, e risalente allo scorso febbraio. Secondo il noto quotidiano economico, Google avrebbe un "piano segretissimo" per arrivare a fatturare fino a 2 miliardi di euro l'anno entro il 2015.

Si tratta di una cifra notevole, finora irraggiungibile in Italia per qualsiasi entità facente parte del mondo digitale, perché il mercato della raccolta pubblicitaria è rimasto fino a oggi appannaggio solo di televisioni e giornali. Secondo dati del Sole, Mediaset raccoglierebbe oltre 2 miliardi di euro in un anno, ma questo dato sarebbe in calo in maniera direttamente proporzionale al calo dell'intero settore della raccolta pubblicitaria in Italia (dato quest'ultimo stimato sui 3,7 miliardi di euro, contro i 4,25 miliardi del 2011).

Sempre secondo proiezioni del Sole, Google attualmente raccoglierebbe 650 milioni di euro degli introiti del settore della pubblicità digitale. Per cui il piano prospettato dal Sole e richiamato da Soru e da Renzi sarebbe di dimensioni bibliche e, se effettivamente realizzato, comporterebbe uno scossone importante nel mondo della raccolta pubblicitaria italiana, segnando finalmente il lungamente auspicato passaggio di egemonia da TV a web.

Il totale della raccolta pubblicitaria digitale in Italia, secondo queste proiezioni, si attesterebbe sugli 1,2 miliardi di euro annuali. Cifra confermata dall'indagine sul comparto della raccolta pubblicitaria in Italia recentemente pubblicata dall'Agcom. "In Italia, il mercato della pubblicità on line ha largamente superato, in valore, il miliardo di euro, rappresentando al momento il quarto mezzo pubblicitario, dopo televisione, quotidiani e periodici", si legge infatti nel documento.

Google d'altra parte, a livello internazionale, ha una sorta di monopolio nella raccolta pubblicitaria sul web. Secondo dati del Pew Research Center, pur non essendo editori, le cinque maggiori compagnie presenti nel mondo digitale, vale a dire Google, Yahoo, Facebook, Microsoft e AOL, incassano nel 2012 il 64% delle inserzioni pubblicitarie del web. La stessa percentuale del 2011. In questo quadro, gli editori hanno un ruolo minore, anzi, marginale.

Ma non si tratta forse per l'Italia di un passo verso una maggiore integrazione internazionale?