Display touchless, possibile evoluzione delle interfacce uomo-macchina
Con un particolare sensore di umidità un gruppo di ricercatori tedeschi sta pensando di creare un nuovo sistema di interazione che permette di compiere gesture senza toccare fisicamente lo schermo di un dispositivo
di Andrea Bai pubblicata il 06 Ottobre 2015, alle 09:01 nel canale Scienza e tecnologiaLe gesture e gli "swipe" sono diventati un normale e naturale modo di interazione con molti dispositivi moderni, andando a collocarsi accanto al drag and drop e al click del mouse. I ricercatori del Max Plack Institute for Solid State Research di Stoccarda e della LMU Munich in Germania stanno provando ad immaginarsi quale sarà il futuro dell'interazione uomo-macchina battendo una strada che, pur ricalcando le orme dello "swipe", suggerisce una tecnica che non implica il contatto fisico con lo schermo. I ricercatori chiamano questo metodo Touchless Positioning Interface.
In una ricerca pubblicata su Advanced Materials, i ricercatori tedeschi hanno spiegato di aver sviluppato nanostrutture capaci di cambiare le proprietà elettriche e ottiche quando un dito passa nelle loro vicinanze. Sebbene un'impostazione di questo tipo faccia sorgere qualche dubbio (come si può determinare, ad esempio, quale delle dita vicine allo schermo stia effettivamente interagendo con esso?) i ricercatori sottolineano come questa nuova interfaccia possa rispondere ai problemi di usura meccanica cui sono soggetti i touchscreen di oggi, così come alle preoccupazioni igeniche, specie per i dispositivi di uso pubblico come ad esempio gli sportelli bancomat.
I ricercatori hanno sviluppato quel che nei fatti può essere un sensore di umidità capace di reagire alla minuscola quantità di acqua prodotta dalla naturale traspirazione corporea e traducendo ciò in un segnale elettrico o ad un cambio del colore del materiale nanostrutturato, realizzato con acido fosfato antimonico, che raccoglie le molecole d'acqua e si espande considerevolmente durante il processo. La conducibilità elettrica aumenta parallelamente con l'assorbimento di molecole d'acqua. Sebbene tutto ciò possa concorrere alla realizzazione di un normale sensore per l'umidità, i ricercatori hanno voluto andare oltre e immaginarsi in che modo applicare questa tecnologia alle interfacce uomo-macchina.
"Questi sensori reagiscono in maniera molto circoscritta a qualsiasi incremento d'umidità ed è perciò abbastanza comprensibile pensare di sfruttare questo tipo di materiale ad interfacce touchless e monitor" ha dichiarato Pirmin Ganter, dottorando al Max Planck Institute nel comunicato stampa. "Il colore delle nanostrutture vira dal blu al rosso quando vi si avvicina un dito. In questo modo il colore può essere regolato lungo l'intero spettro del visibile sulla base della quantità di vapore acqueo che viene raccolto" ha spiegato Bettina Lotsch, una delle ricercatrici che ha lavorato al progetto.
Oltre al fatto che la variazione cromatica è un riscontro efficace per l'utente che può così capire che sta di fatto interagendo con il display, un vantaggio rimarchevole di questa tecnologia è la sua velocità di reazione. Altre interfacce touchless esplorate in precedenza impiegavano più tempo per rispondere ai comandi, mentre quanto ideato dai ricercatori tedeschi mostra un tempo di risposta di pochi millisecondi.
Il team di ricerca sta ora continuando a considerare modi per ottimizzare il processo produttivo e abbattere i costi di produzione del materiale, oltre a pensare ad un modo di impiegare una copertura protettiva che possa mettere il sistema al riparo da contatti accidentali, pur mantenendo le sue proprietà di funzionamento.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infocos'è, si bucano a furia di strusciate?!?
cos'è, si bucano a furia di strusciate?!?
ma infatti! da dove arrivano questi ricercatori?
cioè non so se ricordate l'usura dei tasti del -seppur-indistruttibile-nokia-3310?
io ho cambiato qualche cellulare per
tasti scoloriti
tasti andati a fnklo
ma mai buttato uno smartphone per touchscreen "finito", usurato (anche perchè arriva ben prima l'obsolescenza programmata del software...altro che )
cos'è, dovevano proprio giustificare ai loro capi del perchè stessero studiando interfacce alla minority report? pagliacci
al limite, se proprio proprio vogliamo dargli un senso (e non è detto che funzioni visto che si cita l'umidità
sarebbe la funzione "guanti on/off" per utilizzarlo con o senza guanti
cos'è, si bucano a furia di strusciate?!?
Cioè touchscreen usati in ambienti polverosi/sporchi/con reagenti/con deficienti che usano anelli senza stare attenti, che tendono a rovinarsi.
Uno smartphone lo usi saltuariamente, con mani pulite in genere, e lo butti dopo 3 anni max e comunque è un oggetto consumer quindi chissenefrega al cubo della durata, ma un bancomat/POS/sistema industriale deve durarne 10, 15, o anche più di anni in ambientini poco piacevoli.
è istintivo avere contatto con qualcosa anche perchè come lo capisci se sei in contatto o meno; l'esigenza di scermi che non si consumano è una stupidata, già adesso gli schermi funzionano al di là di un vetro, non vedo come stare a 2 mm di distanza possa essere un migliorativo.
ah, beh, si, in quel caso...
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