Ecco la prima fotografia di un filamento di DNA, merito di un ricercatore italiano
La prima fotografia di un filamento di DNA è stata catturata grazie ad Enzo Di Fabrizio, ricercatore dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova
di Michele Tarantini pubblicata il 07 Dicembre 2012, alle 16:31 nel canale Scienza e tecnologia
27 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infocorrono in verso opposto. Se potessimo aumentaro lo zoom di questa "vera" fotografia in b/n altro non vedremmo che la classica elica dei "disegni illustrativi"
La cosa è chiara. Però ciò che siamo abituato a vedere non è una reale fotografia del filamento, bensì un disegno creato da qualche artista.
E giusto per fare un po' il pignolo, fotografia non è un termine molto azzeccato: foto sta per fotoni...luce...ma quest'immagine è ottenuta tramite misurazioni di elettroni.
e quindi, per esser pignolo, secondo il medesimo ragionamento una qualsiasi fotografia fatta da macchine digitali non è fotografia perchè passa da un sensore, che non fa altro che misurare l' intensità luminosa.
Intensità luminosa che è data dai fotoni, e il risultato è che una fotografia rappresenta esattamente (più o meno) ciò che vedrebbero i tuoi occhi. Un'immagine fatta con un microscopio elettronico no.
VEDI:
Effetto fotoelettrico; rapporto fra energia cinetica degli elettroni e frequenza della radiazione incidente; dualismo onda-particella; Schroedinger.
Partendo dal presupposto che quello che vedono i tuoi occhi sono in realtà segnali elettrici interpretati dal cervello, è un'approssimazione accettabile quella di convertire i fotoni in elettroni in un passaggio intermedio
Effetto fotoelettrico; rapporto fra energia cinetica degli elettroni e frequenza della radiazione incidente; dualismo onda-particella; Schroedinger.
Partendo dal presupposto che quello che vedono i tuoi occhi sono in realtà segnali elettrici interpretati dal cervello, è un'approssimazione accettabile quella di convertire i fotoni in elettroni in un passaggio intermedio
Difatti non ho detto che una fotografia digitale non va chiamata fotografia. Ho detto che non è formalmente corretto chiamare fotografia un'immagine ottenuta con un microscopio elettronico, in quanto in questo tipo di microscopi il funzionamento base non c'entra con i fotoni, ma è basato su onde di elettroni. L'immagine risultante può essere ben diversa dalla stessa immagine ottenuta con un microscopio ottico in quanto gli urti fotone-materia e elettrone-matera sono diversi e danno risultati diversi. Ti posso fare anche un esempio basato sulla mia esperienza: resina alla vista trasparente con all'interno nanotubi in carbonio neri alla vista. Un'immagine ottenuta con microscopio elettronico dava resina di colore scuro e nanotubi di colore brillante (immagine bianco e nero). Cioè l'esatto contrario. Un'immagine simile ottenuta con microscopio ottico dava invece un risultato analogo a quanto visto dai miei occhi.
Detto ciò, in letteratura scientifica, il termine più usato per queste immagini è micrografia. Non volevo certo scatenare un putifierio ma solo far notare l'inaccuratezza della terminologia utilizzata...
Hai ragione, typo corretto. Grazie.
Mi sembra strano pure a me che questa sia la prima immagine (TEM a quel che sembra) del DNA! Immagini di macromolecole con questi strumenti sono all'ordine del giorno, ma può benissimo darsi che col DNA nessuno l'avesse ancora fatto, forse perché più che altro presumo potrebbe non essere semplicissima la preparazione del campione.
Hai perfettamente ragione dal punto di vista etimologico, ma nell'ambito è comune riferirsi a concetti dell'ottica generale, anche con questi strumenti e alla fine se trasla anche il termine fotografia non è così strano.
Tanto che si applicano molti concetti dell'ottica geometrica, anche al fascio elettronico e nella focalizzazione di questo, si parla tranquillamente di lenti elettromagnetiche. Queste ovviamente non hanno niente a che fare col vetro, ma più con bobine e multipoli; eppure in fondo si tratta di considerare focali, aperture e magnificazione come nell'ottica che è propria dei fotoni, dopotutto i microscopi elettronici, non sono concettualmente troppo diversi da quelli ottici.
Beninteso non c'è nulla di errato in quello che fai notare, ma il fatto è che a volte non è tutto così definito: puoi fare fotografie molto diverse da quello che vedono i tuoi occhi, anche selezionando parti diverse dello spettro elettromagnetico e alla fine, troveresti un po' strano pure queste chiamarle fotografie, anche se dopotutto lo sono.
Perfino una radiografia è alla fine una fotografia, i raggi-x sono fotoni dopotutto e il bello che volendo si possono fare "radiografie" anche utilizzando altre radiazioni completamente differenti dai fotoni-x (es. neutroni) e a quel punto come le chiami?
Riassumendo talvolta fotografia non lo si usa quando si dovrebbe e viceversa a volte si usa in maniera traslata per tecniche che utilizzano processi concettualmente analoghi a quello di proiezione della luce, solo perché il concetto ormai è più ampio e può traslare in base al senso che si vuole dare.
Certo sarebbe auspicabile che per una certa tipologia di notizie in redazione si cercasse una consulenza più "scientifica", per evitare errori e fraintendimenti, ma stavolta per il termine fotografia al posto del più appropriato immagine, lo vedo poco grave (era ben peggio l'altra cosa che ho fatto notare prima ).
Ho volutamente semplificato il discorso (non prendendo in considerazioni lunghezza d'onda non visibili della luce ad esempio) perchè dopo le prime risposte che mi son state date ho intuito che non tutti sanno che un microscopio elettronico è ben diverso da uno ottico con sensore digitale.
Comunque l'ho detto...era per fare il pignolo, non mi aspettavo certo di scatenare un tale putiferio
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