HPE: i calcoli dei supercomputer arrivano sulla ISS

HPE: i calcoli dei supercomputer arrivano sulla ISS

Dopo un anno di prove, il primo supercomputer a bordo della ISS fornito da HPE è pronto a entrare in una nuova fase operativa. I risvolti positivi saranno molti come un aumento dell'efficienza tracciando la strada verso Marte.

di pubblicata il , alle 08:41 nel canale Scienza e tecnologia
HPE
 

HPE (acronimo di Hewlett Packard Enterprise) ha annunciato una nuova fase per le sperimentazioni sugli HPC a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Dopo la prima fase che è durata circa un anno, ora si apre la seconda che permetterà di ottimizzare il lavoro a bordo della ISS.

HPE ISS NASA

Gli esperimenti sono stati inseriti all'interno del progetto chiamato Spaceborne Computer che e si basano sui modelli HPE Apollo pc40 ottimizzati per lavorare in condizioni di microgravità e alle radiazioni presenti sulla stazione spaziale. Uno dei primi traguardi è stato quello di poter utilizzare una potenza di calcolo di un TeraFLOPS direttamente a bordo della ISS. I vantaggi sono molteplici e saranno fondamentali nel prossimo futuro, quando l'essere umano non solo tornerà in zona lunare, ma arrivando fino a Marte.

In quel caso la latenza per eseguire i calcoli sulla Terra, come avviene ora per la ISS (che però si trova in orbita a circa 400 km), diventerebbe un limite troppo evidente. Ma grazie alla possibilità di sfruttare gli HPC, in questo caso di HPE, per effettuare i calcoli direttamente a bordo delle navicelle consentirebbe un progresso decisamente interessante.

Fare in modo che gli astronauti/ricercatori possano avere accesso direttamente ai dati senza dover aspettare l'elaborazione a terra ovviamente aumenta anche l'efficienza operativa e consente di risolvere eventuali problemi in maniera più rapida.

NASA HPC HPE

Inoltre, grazie a soluzioni come quella di HPE è possibile evitare di utilizzare la poca bandwidth disponibile verso le antenne a terra per le comunicazioni di emergenza, ulteriore criticità non solo in questo momento ma soprattutto per i viaggi spaziali più lunghi.

Con gli HPC direttamente a bordo delle navicelle o delle stazioni spaziali sarà anche possibile svolgere compiti legati all'intelligenza artificiale e al machine learning permettendo così di avere migliori risultati durante le fasi di analisi dei dati.

4 Commenti
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cignox107 Novembre 2018, 09:26 #1
Non mi é chiara una cosa: quali componenti avrebbero dovuto eventualmente soffrire dell'assenza di gravitá e di radiazioni che comunque vengono giá schermate per via della presenza umana?
Unrue07 Novembre 2018, 09:35 #2
Ci sono due cose che mi sfuggono. La prima è quanto energia consuma;a bordo della ISS immagino che ogni componente debba consumare il meno possibile.

La seconda è che facendo i conti in locale devi fare dei backup periodici dei risultati a terra per non rischiare di dover perdere tutto, quindi devi comunque imbatterti con la banda limitata.
andbad07 Novembre 2018, 09:42 #3
Originariamente inviato da: Unrue
Ci sono due cose che mi sfuggono. La prima è quanto energia consuma;a bordo della ISS immagino che ogni componente debba consumare il meno possibile.

La seconda è che facendo i conti in locale devi fare dei backup periodici dei risultati a terra per non rischiare di dover perdere tutto, quindi devi comunque imbatterti con la banda limitata.


1) L'energia sulla ISS non è che venga usate per minare. Però non è che sia così tanto contingentata. I pannelli fotovoltaici (che sono ben più efficienti [e costosi] di quelli che si usano normalmente) producono tra i 84 ed i 120kW.

2) Vero, ma un conto è dover trasferire dati RAW, attendere il calcolo e poi riscaricare i dati. Un'altro è elaborare, avere i risultati e poi trasferire con "calma" a terra. Ora come ora magari non è un grosso limite, ma come detto nell'articolo, viaggiando verso Marte potranno trasmettere solo i risultati (che saranno ben più snelli) delle analisi e scaricare i dati grezzi solo al ritorno.

By(t)e
boboviz07 Novembre 2018, 11:25 #4
Originariamente inviato da: cignox1
Non mi é chiara una cosa: quali componenti avrebbero dovuto eventualmente soffrire dell'assenza di gravitá e di radiazioni che comunque vengono giá schermate per via della presenza umana?


Non tutte le zone della ISS sono schermate (e, infatti, spesso nelle zone non schermate ci vanno strumentazioni varie).

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