Il primo chip funzionante a 7nm è di IBM
Big Blue è la prima realtà del mondo dei semiconduttori a realizzare un chip a 7 nanometri funzionante e con l'impiego di lega SiGe per il canale transistor e della litografia EUV nel processo di produzione
di Andrea Bai pubblicata il 09 Luglio 2015, alle 17:01 nel canale Scienza e tecnologiaIBM
15 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infonon e' assolutamente cosi', la ibm nel settore mainframe ha tecniche produttive, chip e sistemi che rendono ridicola qualsiasi cosa venga confrontata.
semplicemente e' un mercato di nicchia e poco conosciuto, ma un mainframe oggi e' la macchina piu' avanzata disponibile.
La distanza tra due nuclei di silicio è di circa 0,5 nanometri: con il gate che si riduce (a circa 7 nanometri, come in questo caso) il canale diviene così piccolo che i soli atomi di silicio non sono in grado di trasportare sufficiente corrente.
Il silicio semplice è morto, quello che nei transistor sta facendo il lavoro è il germanio della lega silicio-germanio ora, ma si tratta di tenere in vita un agonizzante con costi che aumentano sempre di più.
E nota come non parlano di cosa fanno quei chip. Potrebbero essere dei SoC da embedded scrausi, o da computing (quindi anche se costano 1 milione cadauno non frega niente a nessuno) o anche degli equivalenti di un "hello world" nella programmazione, quindi non avere performance particolarmente interessanti.
Ciò aumenta i costi a dismisura, quindi sta roba verrà usata prima nei server e nei sistemi dove il costo non è un problema, poi dopo forse arriverà anche a noi barboni nel mercato consumer o prosumer.
è per questo che stanno rallentando, non è che non è possibile ma che essendo più complesso i costi aumentano e la papera non galleggia più così bene come un tempo.
Stiamo raggiungendo i limiti del silicio (drogato o no), non solo come silicio ma anche come progettazione e processi produttivi.
Se vanno avanti di questo passo avremo processori di grafene puro prima di vedere un chip convenzionale a 7 nm
La distanza tra due nuclei di silicio è di circa 0,5 nanometri: con il gate che si riduce (a circa 7 nanometri, come in questo caso) il canale diviene così piccolo che i soli atomi di silicio non sono in grado di trasportare sufficiente corrente.
Il silicio semplice è morto, quello che nei transistor sta facendo il lavoro è il germanio della lega silicio-germanio ora, ma si tratta di tenere in vita un agonizzante con costi che aumentano sempre di più.
E nota come non parlano di cosa fanno quei chip. Potrebbero essere dei SoC da embedded scrausi, o da computing (quindi anche se costano 1 milione cadauno non frega niente a nessuno) o anche degli equivalenti di un "hello world" nella programmazione, quindi non avere performance particolarmente interessanti.
che non stai solo cambiando materiale ma anche architettura del transistor, e quindi varia roba va riprogettata e ri ottimizzata, poi c'è l'usare laser di stampa sempre più complessi e percisi.
Ciò aumenta i costi a dismisura, quindi sta roba verrà usata prima nei server e nei sistemi dove il costo non è un problema, poi dopo forse arriverà anche a noi barboni nel mercato consumer o prosumer.
è per questo che stanno rallentando, non è che non è possibile ma che essendo più complesso i costi aumentano e la papera non galleggia più così bene come un tempo.
Stiamo raggiungendo i limiti del silicio (drogato o no), non solo come silicio ma anche come progettazione e processi produttivi.
Se vanno avanti di questo passo avremo processori di grafene puro prima di vedere un chip convenzionale a 7 nm
Silicio o meno, l'importante per loro è tenere in piedi più possibile la legge di Moore.
Processori in grafene ? Pensi che non siano già fattibili ? Probabilmente questi "tempi" sono anche scanditi dalle necessità di mercato anzichè dalla pura capacità di evoluzione.
piu' che altro i tempi per testare l'affidabilita'.
quei processori sono avanti anni luce, e quindi saranno usati in prodotti di altissima gamma, dove l'affidabilita' e' tutto, e non possono rischiare dei problemi.
Come non si è mai visto di gente che usa ancora un sistema operativo che ha più di 10 anni (vedi XP) su macchine che hanno quell'età.
Gli articoli che ne parlano come questo http://www.extremetech.com/extreme/...-cmos-processes
dicono 10000 volte meglio dei chip in grafene di prima, cioè come le batterie duracell che durano X volte di più delle zinco-carbone che non esistono da decenni ormai.
E poi alla fine ammettono che quello è un chip analogico, non digitale (i processori sono chip digitali ovviamente).
Finchè non fanno comparazioni con un chip in silicio è abbastanza palese che stanno facendo schifo. Bisogna leggere gli articoli con attenzione, chi li scrive sensazionalizza scoperte minori, c'è veramente poco di rivoluzionario al momento.
Altri contender sono:
-nanotubi di carbonio (trasportano corrente elettrica ma sono molto più sottili di quanto un metallo potrà mai essere)
-chip ottici (invece che elettricità usano luce)
In tutti i casi (grafene, nanotubi e ottici) direi che IBM si stia smenando parecchio per produrre qualcosa di decente e soprattutto concorrenziale con un chip in silicio moderno.
Le nuove tecnologie sono più complesse delle vecchie, e questo causa un aumento immenso dei costi.
Considera che non devono solo "funzionare" come è accaduto per il silicio ai suoi tempi (dove non c'era nient'altro), devono andare MEGLIO del silicio o costare/consumare MOLTO meno a parità di prestazioni.
Le pretese per rendere queste tecnologie mainstream sono molto elevate, molto di più che quando si è iniziato col silicio che bastava che funzionasse o che fosse meglio della generazione precedente e andava bene.
Inoltre, tutti i costi di sviluppo da non so quanti nm a questi 7 nm li stanno pagando le vendite di sistemi elettronici oltre che gli investitori, ma i costi di sviluppo per raggiungere qualcosa di comparabile al silicio con altre tecnologie viene dagli investitori e basta perchè non li vuole nessuno dei chip che non sono meglio del silicio e costano un fottio in più.
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