L'Università di Sherbrooke sviluppa un drone che atterra sulle superfici verticali

L'Università di Sherbrooke sviluppa un drone che atterra sulle superfici verticali

L'Università di Sherbrooke ha diffuso un video in cui mostra il funzionamento di S-MAD, un drone ad ala fissa che può atterrare sulle superfici verticali. Una caratteristica utile per ispezionare luoghi difficilmente raggiungibili.

di pubblicata il , alle 16:41 nel canale Scienza e tecnologia
 

L'Università di Sherbrooke, situata in Canada, ha sviluppato un drone ad ala fissa che prende spunto dagli uccelli per le fasi di atterraggio e decollo. Così come i discendenti diretti dei dinosauri atterrano e decollano da superfici verticali, così il nuovo S-MAD (Sherbrooke's Multimodal Autonomous Drone) è in grado di atterrare su e decollare da superfici verticali come i muri.

Il progetto è stato sviluppato per valutare se fosse possibile ricreare proprio le fasi di atterraggio e di decollo degli uccelli. Questi infatti decelerano all'avvicinarsi del punto di atterraggio, mantengono la quota e la velocità verticali e si aggrappano alla superficie. Quando decollano, invece, si spingono nel vuoto e avviano il volo orizzontale. Questo approccio non è possibile con i droni normali (es. quadricotteri), che temono le superfici verticali per via della loro conformazione.

L'Università di Sherbrooke ha sviluppato S-MAD, che assomiglia a un classico aereo radiocomandato come ricorda Engadget, ricreando tutte le fasi salienti dell'atterraggio: l'aereo si porta in posizione verticale quando si avvicina al muro, rallentando allo stesso tempo; una volta in verticale si avvicina lentamente alla superficie, fino a toccarla; a questo punto gli ammortizzatori evitano che il drone rimbalzi e le "zampe", dotate di microspine, si aggrappano alla superficie (che dev'essere ruvida per permettere un buon funzionamento delle spine). Il procedimento è automatico e gestito dall'elettronica del drone.

Le possibili applicazioni, suggerite dalla stessa università, vanno dall'ispezione di luoghi difficilmente raggiungibili (es. viadotti, pareti verticali diffcilmente raggiungibili, ecc) fino all'intervento in occasioni eccezionali come i terremoti, quando una prima ispezione di strutture ancora in piedi o pericolanti è difficilmente attuabile da personale umano per il pericolo di crolli.

Un secondo aspetto, non meno rilevante, è la maggiore conoscenza di questo tipo di atterraggio derivata dallo studio necessario per la realizzazione del prototipo. L'università ha eseguito più di 30.000 diverse simulazioni che aiuteranno nel perfezionare ulteriormente il drone per arrivare - forse - ad un prodotto comerciale.

1 Commenti
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eaman23 Agosto 2017, 21:38 #1
Be' i modelli di aerei acrobatici entro 1.5m di apertura alare decollano normalmente in hovering, per l'atterraggio si cerca di evitare innanzi tutto perche' e' "maleducazione" pigliare un aereo al volo, in secondo luogo c'e' il rischio di lasciarci la coda (timone e elevatore) che e' molto delicata.

...sopratutto e' inutile, un aereo che puo' fare un buon harrier / hovering puo' comunque atterrare senza patemi in 40cm di piano, oppure in verticale su erba alta.

https://www.youtube.com/watch?v=aqOEwCzR3YQ

Un tuttala invece puo' decollare e atterrare in verticale, un altro modo semplice per atterrare usato in pendio e' appoggiarsi su una rete.

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