Negli USA si studia l'uso di una pillola digitale per combattere la dipendenza da oppioidi

Negli USA si studia l'uso di una pillola digitale per combattere la dipendenza da oppioidi

Una pillola che contiene un microtrasmettitore permette di monitorare la corretta assunzione dei farmaci, informando il medico curante in tempo reale. Uno studio dimostra l'efficacia della teoria

di pubblicata il , alle 09:01 nel canale Scienza e tecnologia
 

Negli Stati Uniti la dipendenza da oppioidi ha assunto una dimensione di rilevanza tale da spingere anche il presidente Trump a considerarla un'"emergenza sanitaria nazionale": l'abuso di questi farmaci arriva a mietere fino a 25-30 mila vittime all'anno negli USA e un dato su tutti, quello del National Survey of Drug Use and Health, parla di 100 milioni di cittadini americani che nel corso del 2015 hanno "usato o abusato di" antidolorifici a base di oppiacei.

Una strada per indagare più a fondo il problema e cercare di conoscerlo meglio può arrivare dalla tecnologia: un gruppo di ricercatori, coordinati da Peter Chai dell' Harvard Medical School and Women's Hospital, ha infatti indagato la possibilità di creare apposite "pillole digitali" capaci di tenere traccia dell'assunzione di una dose di medicinale da parte del paziente, così che il medico curante possa monitorare la situazione in tempo reale.

L'obiettivo di Chai era quello di delineare un modo per individuare usi problematici dei medicinali con il manifestarsi di un comportamento non conforme alla prescrizione. Se un paziente, ad esempio, inizia ad aumentare la frequenza di assunzione del medicinale ciò può significare o un peggioramento del dolore o una progressiva assuefazione: si tratta di due circostanze completamente differenti e risolvibili percorrendo strade diverse, che un medico può gestire solamente se riesce a tracciare in maniera attendibile il modo in cui i pazienti usano le medicine loro prescritte.

I ricercatori hanno quindi realizzato un campione di studio composto da 15 pazienti che hanno necessitato di una terapia antidolorifica per fratture ossee. Ai pazienti sono state prescritte 21 pillole da assumere nell'arco di una settimana. La società eTectRx si è occupata della realizzazione delle pillole, di fatto capsule gel contenenti sia il principio attivo sia un piccolo trasmettitore radio delle dimensioni di un seme di sesamo. Quando la capsula raggiunge lo stomaco, il gel si dissolve liberando sia il farmaco sia il trasmettitore, che si attiva a contatto con l'ambiente acido. Il trasmettitore emette un segnale, registrato da un dispositivo esterno di piccole dimensioni indossato sull'addome, il quale a sua volta si occupa di trasmettere le informazioni ad un database in cloud così che il medico di riferimento possa ricevere le dovute notifiche. Il trasmettitore viene poi espulso dall'organismo tramite le normali funzioni fisologiche.

I ricercatori hanno riscontrato che molti dei pazienti hanno iniziato a ridurre volontariamente l'assunzione del farmaco, sospendendo in toto il trattamento dopo circa 4 giorni, in anticipo rispetto alla piena settimana di terapia. Nessuno dei partecipanti ha assunto tutte e 21 le pillole e in molti ne hanno assunte sensibilmente meno. Queste informazioni sono di particolare valore per i medici, che potrebbero rivedere l'approccio della terapia farmacologica prescrivendo un numero inferiore di antidolorifici rispetto alla pratica ordinaria, così da ridurre le probabilità di un uso improprio dei farmaci.

L'analisi ha però evidenziato un'altra abitudine allarmante: la maggior parte dei pazienti assume gli antidolorifici prima di coricarsi la sera, allo scopo di scongiurare un risveglio anzitempo causato da un acutizzarsi del dolore. Chai osserva che l'assunzione di oppiacei prima di dormire può indurre ad episodi di apnea notturna in alcuni individui, ed è un comportamento che non sarebbe stato possibile individuare senza la pillola "digitale".

Si tratta di una prima fase preliminare, che tuttavia getta delle basi molto interessanti per approfondimenti ulteriori. Chai, ad esempio, anticipa che una prossima fase di ricerca verterà sull'uso di una versione più sofisticata del rilevatore indossabile, che magari potrebbe assumere la forma di un semplice smartwatch/smartband.

I farmaci "tecnologicamente avanzati" sembrano essere un punto fermo nel futuro della medicina: la Food and Drug Administration statunitense, per esempio, ha recentemente autorizzato la produzione e la distribuzione di Abilify MyCite, un medicinale che viene usato per trattare disturbi della personalità e depressione, equipaggiato anch'esso con un sensore capace di tracciare l'assunzione del farmaco e di notificarla oltre che al medico curante, anche ad altre quattro persone scelte dal paziente.

4 Commenti
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Nautilu$22 Novembre 2017, 09:40 #1
...e come la mettiamo con il corretto smaltimento dei rifiuti R.A.E.E dopo il l'espulsione con "normali funzioni fisologiche"?
Bisogna farla fuori dalla tazza, ricercarlo scavando nella m#rd@ , lavarlo e portare all'isola ecologica?
devilred22 Novembre 2017, 11:40 #2
ah! questa e' bella, prima creano il problema e poi ti rifilano la cura, in america i medici prescrivono farmaci a base di oppio troppo spesso e se non erro 6/7 persone su 10 finiscono nel limbo dell'eroina. ci sono citta' come chicago dove ci sono oltre 30.000 utilizzatori di eroina, logicamente la droga la si trova solo a napoli e scampia.
DrSto|to22 Novembre 2017, 13:12 #3
Originariamente inviato da: devilred
ah! questa e' bella, prima creano il problema e poi ti rifilano la cura, in america i medici prescrivono farmaci a base di oppio troppo spesso e se non erro 6/7 persone su 10 finiscono nel limbo dell'eroina. ci sono citta' come chicago dove ci sono oltre 30.000 utilizzatori di eroina

Pensa a tutti quelli che con l'obama care risparmiavano sull'assunsione dei propri oppiacei.
icoborg22 Novembre 2017, 13:53 #4
usano oppioidi per maldidenti, ossa rotta, etc..lel

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