Onde T per rendere le memorie dei computer 1000 volte più veloci

Onde T per rendere le memorie dei computer 1000 volte più veloci

Un gruppo di ricercatori provenienti da varie parti dell'Europa ha dimostrato un metodo per effettuare il cambio di stato delle celle di memoria molto più rapido ed efficiente rispetto a quelli usati oggi

di pubblicata il , alle 11:01 nel canale Scienza e tecnologia
 

Ricercatori europei hanno proposto un nuovo metodo che utilizza le radiazioni Terahertz (onde T o submillimetriche) per effettuare modifiche alle singole celle che compongono le memorie, un fenomeno che viene realizzato oggi attraverso l'uso di un campo magnetico esterno. Secondo quanto si legge su Nature Photonics, sostituendo le metodologie attuali con le onde T è possibile aumentare la velocità del processo di reset delle celle di un fattore di 1000, che si tradurrebbe all'atto pratico in memorie estremamente più veloci rispetto a quelle odierne.

Per radiazione Terahertz si intende una serie di impulsi elettromagnetici con una lunghezza d'onda di circa 0,1mm inviata ad una frequenza di un terahertz, come leggiamo sui documenti rilasciati dagli scienziati coinvolti nel progetto. Una tecnologia a metà strada fra le microonde e gli infrarossi, molto simile a quella utilizzata dagli scanner diffusi negli aeroporti per il controllo di passeggeri e valigie prima degli imbarchi. Oltre alle ispezioni di materiali organici e meccanici, tuttavia, le onde T potrebbero avere un ruolo predominante all'interno dei nostri personal computer, e non solo.

Grazie alla sua precisione la tecnologia potrebbe essere utilizzata per scandagliare la parte interna di microchip difettosi o leggere dentro libri chiusi (ad esempio utile per scopi scientifici su documenti estremamente fragili appartenenti ad epoche passate). Sono stati molti gli esperimenti condotti ultimamente sulle Onde T, tuttavia riuscire a domarle per un uso su scala globale non sembra un compito semplice. Nello studio riportato da Nature gli scienziati hanno mostrato il concept sfruttando un magnete debole, tullio ortoferrite (TmFeO₃), e sottolineandone i vantaggi.

Durante l'esperimento è stato dimostrato che l'effetto delle Onde T è decine di volte superiore rispetto a quello di un campo magnetico tradizionale, con evidenti benefici su velocità ed efficienza all'interno del processo di cambio di stato della cella. Tuttavia si tratta di una dimostrazione teorica: il team non ha ancora mostrato gli effetti su una memoria vera e propria e come spesso accade con questo tipo di novità passerà del tempo prima di vedere applicata la tecnologia all'interno di prodotti venduti regolarmente al grande pubblico. Ma potrebbe anche non vedere mai la luce.

9 Commenti
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Haran Banjo13 Ottobre 2016, 11:58 #1
Beh basta far confluire le onde T dentro dei nanotubi di carbonio in modo che all'uscita si depositino su un substrato di grafene come se fosse antani.
awvqa13 Ottobre 2016, 14:17 #2

GRANDE HARAN BANJIO!!!

.. del resto è il noto principio che sta alla base per il funzionamento del flusso canalizzatore!

..straQuoto in pieno
demon7713 Ottobre 2016, 14:17 #3
Originariamente inviato da: Haran Banjo
Beh basta far confluire le onde T dentro dei nanotubi di carbonio in modo che all'uscita si depositino su un substrato di grafene come se fosse antani.


Egregio.
La stima con fuochi fatui come fossero anche in tre per non dire anche solo vicesindaco.


Ma a parte le diciharazioni del compianto Conte Mascetti..
E' vero che siamo ancora a livello di "test di laboratorio" e quindi lontani anni da moduli di ram funzionanti e acquistabili.. è però da dire che l'eventuale produzione di nuove ram così potenti contribuirebbe a mantenere intatta la configurazione tradizionale di RAM+HDD allontanando l'idea del supporto unico..
icoborg13 Ottobre 2016, 15:12 #4
io aspetto la vera rivoluzione del japanium
Morphina1913 Ottobre 2016, 15:46 #5
Per radiazione Terahertz si intende una serie di impulsi elettromagnetici con una lunghezza d'onda di circa 0,1mm inviata ad una frequenza di un terahertz


Questa frase però, non ha nessun senso. Se non quello di evidenziare come chi scrive non abbia la più pallida idea della relazione tra frequenza e lunghezza d'onda di una radiazione elettromagnetica.

Quando uno non è padrone dell'argomento, si documenta. O per lo meno copia e incolla la definizione da una fonte certa (bastava wikipedia)..
Ultrafoxxx13 Ottobre 2016, 19:31 #6
Ciao a tutti,

Tm = Tulio con una (1) l.

Buona serata,

Ultrafoxxx
marchigiano13 Ottobre 2016, 20:28 #7
Originariamente inviato da: Haran Banjo
Beh basta far confluire le onde T dentro dei nanotubi di carbonio in modo che all'uscita si depositino su un substrato di grafene come se fosse antani.



post del mese
oxidized13 Ottobre 2016, 21:58 #8
Originariamente inviato da: Haran Banjo
Beh basta far confluire le onde T dentro dei nanotubi di carbonio in modo che all'uscita si depositino su un substrato di grafene come se fosse antani.


Stima
rockroll13 Ottobre 2016, 22:43 #9
Originariamente inviato da: Morphina19
Questa frase però, non ha nessun senso. Se non quello di evidenziare come chi scrive non abbia la più pallida idea della relazione tra frequenza e lunghezza d'onda di una radiazione elettromagnetica.

Quando uno non è padrone dell'argomento, si documenta. O per lo meno copia e incolla la definizione da una fonte certa (bastava wikipedia)..


Invece di fare il saputello ti bastava far notare:

1 T --> 0.3 mm
3 T --> 0.1 mm

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