Un supercomputer liquid cooling eco-sostenibile per IBM

Un supercomputer liquid cooling eco-sostenibile per IBM

IBM ha sviluppato un supercomputer dotato di sistema di raffreddamento a liquido, che reinveste il calore sottratto alle CPU all'interno dell'impianto di riscaldamento.

di pubblicata il , alle 11:46 nel canale Private Cloud
IBM
 

Un supercomputer raffreddato a liquido: questo il risultato al quale è giunta IBM con il sistema Aquasar, installato all'interno del Swiss Federal Institute of Technology Zurich (ETH Zurich). L'obiettivo di un design di questo tipo? Quello di ridurre il consumo complessivo in termini di raffreddamento da assicurare per garantire il corretto funzionamento del sistema.

Il sistema ha permesso di ottenere una riduzione del consumo del 40% rispetto ad una soluzione di pari potenza di elaborazione raffreddata con tradizionale sistema ad aria. Non solo: il quantitativo di emissioni generate dal sistema si è ridotto dell'85%.

Un approccio di questo tipo è indubbiamente innovativo e cerca di diminuire la maggior fonte di emissioni all'interno di un centro di calcolo: l'infrastruttura di raffreddamento dei computer inseriti in armadi rack. In questo senso un sistema di raffreddamento a liquido può rappresentare un approccio estremamente interessante, diminuendo sensibilmente la dipendenza da sistemi di condizionamento per garantire il funzionamento dei processori e dei vari componenti dei server in un intervallo di temperatura accettabili.

Il supercomputer Aquasar vede l'utilizzo di sistemi server IBM BladeCenter, opportunamente modificati per poter utilizzare il kit di raffreddamento a liquido, all'interno dei quali trovano spazio sia CPU Intel come soluzioni Cell. Lo studio dei sistemi è stato avviato circa 1 anno fa all'interno del programma IBM First-Of-A-Kind (FOAK), con il quale vengono sviluppate soluzioni di calcolo custom in funzione delle specifiche esigenze del cliente.

Il supercomputer è in grado di mettere a disposizione una potenza di calcolo di 6 TeraFlops; una potenza di circa 9 KiloWatt viene ceduta dal sistema di raffreddamento a liquido all'interno del sistema di riscaldamento dell'università, ottenendo con questo un più efficiente utilizzo del calore generato dal sistema nel complesso.

Il liquido scorre all'interno dei server ad una temperatura che può raggiungere anche i 60 gradi; l'utilizzo di waterblock innovativi con micro canali permette di assicurare un efficace interscambio termico tra processore e acqua, permettendo alle CPU di non superare la temperatura massima di 85 gradi durante il funzionamento a pieno carico.

Il video riporta alcune delle specifiche tecniche del sistema Aquasar risalenti al 2009, periodo nel quale il suo sviluppo è stato delineato all'interno di IBM. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito IBM a questo indirizzo.

12 Commenti
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sbudellaman05 Luglio 2010, 12:04 #1
Ma è fantastico ! Scommetto che si potrebbe applicare lo stesso principio anche a molti pc moderni
iuccio05 Luglio 2010, 12:16 #2
Credo che dire che le "emissioni" vengono ridotte dell'85% porti a credere che produce meno inquinamento direttamente.

Invece, quel che intendono alla IBM è che la riduzione delle emissioni dell'impianto di riscaldamento dell'Università, conseguente all'introduzione di questa nuova fonte di calore, compensa l'85% della produzione di CO2 direttamente imputabile a questo computer.

L'idea è ottima, visto che si tratta di utilizzare calore che altrimenti sarebbe solamente uno scarto. Certo non capisco la necessità di operare con liquido di raffreddamento a 60°, quando un impianto a pavimento richiede temperature inferiori mentre uno tradizionale necessita di superiori. Evidentemente ci sarà un motivo per cui i processori lavorano bene a 85°, anche se a me sfugge...
Mparlav05 Luglio 2010, 12:27 #3
Hanno integrato l'impianto di riscaldamento a liquido dei Blade con quello dell'istituto di ricerca. Bella mossa in termini energetici, anche se la fase di testing sarà piuttosto impegnativa, ma cmq funzionale solo per 7-8 mesi l'anno.
Per il periodo estivo, avrei incluso nel sistema, anche la piscina del dipartimento, anche se l'impianto potrebbe divenire molto più complesso.
MaxArt05 Luglio 2010, 12:31 #4
Buona idea, con sistemi del genere riciclare il calore è un'ottima cosa.
Al limite, d'estate potrebbero usare dei motori Stirling per generare corrente: ne farà poca, ma sempre meglio che buttarla...

Certo che scrivere "supercomputer liquido" nel titolo...
garacs105 Luglio 2010, 12:34 #5
Ne avevamo giá discusso su AppuntiDigitali, in un articolo scritto proprio da me.

http://www.appuntidigitali.it/4235/...quido-e-realta/

George Clarkson
harlock1005 Luglio 2010, 14:02 #6
Domanda ignorante , ma 6 teraflop cosumando 9 kilowatt sono pochi ?
Se mettiamo su un serverino con testa e cuda quanto cosumiamo e " terafloppiamo " in paragone ?
orlandomagic8305 Luglio 2010, 14:08 #7
il calore in eccesso o viene usato per produrre ACS acqua calda sanitaria oppure per raffrescare tramite una pompa di calore ad assorbimeto AHP. almeno credo che così facciano.
Pier220405 Luglio 2010, 16:54 #8
Mentre guardavo il video e l'intreccio di tubi che escono dai computer, mi sorgeva spontanea una domanda:

Ma se si rompe un tubo, il liquido fuoriesce e inonda i circuiti...quanti tera FLOP faccio?

Poi che faccio? ...chiamo l'idraulico o l'elettricista?

..ok battutaccia..non parlo più
+Benito+05 Luglio 2010, 21:09 #9
Originariamente inviato da: orlandomagic83
il calore in eccesso o viene usato per produrre ACS acqua calda sanitaria oppure per raffrescare tramite una pompa di calore ad assorbimeto AHP. almeno credo che così facciano.


le macchine ad assorbimento funzionano (male) con acqua surriscaldata, di acqua a 60°C non se ne fanno nulla.
Con quelle temperature riesci a fare acqua calda sanitaria se è accettabile un accumulo in piena temperatura di sviluppo della legionella, o altrimenti fai un'integrazione al riscaldamento.
ArteTetra05 Luglio 2010, 22:03 #10
Non solo si parla della mia scuola, ma anche del mio dipartimento... e io non ne sapevo niente...

Edit: perché usare il nome in inglese, quando c'è quello ufficiale in italiano (Politecnico federale di Zurigo)?

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