Brevetti software vietati in Nuova Zelanda, ma è davvero la strada da intraprendere?

Brevetti software vietati in Nuova Zelanda, ma è davvero la strada da intraprendere?

Dopo un dibattimento durato cinque anni il parlamento neozelandese ha votato per l'abolizione dei brevetti software

di pubblicata il , alle 13:31 nel canale Software
 

Un nuovo disegno di legge sui brevetti ha vietato di fatto quelli relativi al software. È successo in Nuova Zelanda dove il Parlamento ha votato con 117 voti a favore e solamente 4 contrari. Il dibattimento durato cinque anni non ha riconosciuto, in sostanza, il software informatico come una vera e propria invenzione. Tuttavia, come riporta Ars Technica, la formulazione del disegno di legge sembra sufficientemente flessibile per fornire margini di manovra laddove considerati necessari. Dal momento che "prodotti e processi" vengono ancora considerati invenzioni brevettabili, il software che è parte integrante nell'implementazione di un processo volto a migliorare l'hardware può essere incluso nella domanda di brevetto.

Nuova Zelanda vieta brevetti software

"Proteggere il software brevettandolo non è coerente con il modello open source, e i sostenitori di quest'ultimo si oppongono", si legge sulla nuova legge che rimpiazza il Patents Act del 1953. "Molti fra gli autori delle segnalazioni sostengono che non vi è inventiva nello sviluppo software in sé, soprattutto se il nuovo software si basa su cose già esistenti."

In sostanza verrà vietato brevettare un programma software se questo non è direttamente collegato ad un processo che può essere considerato brevettabile. Il programma in quanto tale invece verrà categoricamente escluso dalle categorie brevettabili se non in funzione di un processo hardware. L'esempio svolto all'interno dei documenti è quello di una lavatrice: se un software permette di avere miglioramenti nei programmi di lavaggio e consente di avere vestiti più puliti utilizzando meno elettricità, allora si potrà pensare a concedere un brevetto software. La decisione del Parlamento neozelandese, come ha riportato Clare Curran, uno dei parlamentari maggiormente coinvolti nei dibattimenti, è dovuta al fatto che spesso molte aziende brevettano "cose ovvie" ed in questo caso si ottengono effetti controproducenti per l'innovazione.

"È quasi impossibile sviluppare nuovo software senza violare uno dei centinaia di migliaia brevetti concessi in tutto il mondo per questioni ovvie", ha sostenuto la parlamentare. Tuttavia il Parlamento della Nuova Zelanda ha vietato solamente l'applicazione dei nuovi brevetti, in questo modo quelli già esistenti andranno di fatto rispettati e continueranno ad avere validità legale.

La questione resta quindi aperta negli altri paesi del mondo e il caso in Nuova Zelanda potrebbe fare da apripista ed avere conseguenze più che sensibili nel settore della tecnologia che negli ultimi anni ha raggiunto le aule di molti tribunali in tutto il mondo. Da segnalare la battaglia legale fra Samsung ed Apple per brevetti spesso non del tutto condivisibili. Sembra comunque improbabile che vengano prese misure simili negli Stati Uniti, paese in cui la presenza di un elevato numero di multinazionali potrebbe ostacolare il processo.

Come riporta VR-Zone, però, i brevetti software rappresentano una parte consistente dell'economia nel settore tecnologico e andrebbero protetti piuttosto che accusati. Se da una parte è vero che aziende come le sopra menzionate Apple e Samsung abbiano abusato a lungo sfruttando i brevetti detenuti per cause di tribunale volte solamente ad esacerbare i rapporti fra le due società, dall'altra rappresentano l'unica possibilità di riconoscere ad un'azienda la capacità di sapere innovare.

Secondo il sito infatti la soluzione sarebbe quella di riformare il mondo dei brevetti in modo da evitare gli abusi, ma senza ricorrere ad abolizioni drastiche di una delle parti più importanti per l'innovazione nel settore tecnologico. Un primo passo sarebbe la partecipazione nei tribunali di organizzazioni riconosciute nel settore come la USPTO in modo da garantire consulenze esperte ed imparziali. Bisognerebbe evitare inoltre alle aziende di imbastire strategie di mercato volte esclusivamente ad annichilire la concorrenza sfruttando i brevetti detenuti.

L'esempio di VR-Zone è chiaro: una startup che lavora su qualcosa di rivoluzionario potrebbe essere schiacciata sul nascere da una grossa azienda che riesce a fornire la stessa idea - in questo caso estorta - realizzata da un team di esperti ad un prezzo così basso - magari in perdita - che non permette alla startup di poter concorrere adeguatamente. In questo caso il mancato riconoscimento della proprietà intellettuale causerebbe la chiusura della piccola realtà, senza nemmeno riconoscerle la validità della sua creazione.

Il modello neozelandese potrebbe essere un esempio su come iniziare proteggendo solamente il software che realmente innova, ma non crediamo che la totale abolizione possa rappresentare un reale vantaggio nell'intrigato e complesso mondo brevettuale.

34 Commenti
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roccia123429 Agosto 2013, 13:36 #1
Mah, secondo me estremizzare non è mai la via giusta. Sarebbe stato più giusto e corretto trovare una via di mezzo.

Brevetti ok, ma che abbiano senso di esistere, non che mi brevetti la freccia del mouse, il doppio click o l'icona rettangolare con gli angoli smussati.
demon7729 Agosto 2013, 13:49 #2
Originariamente inviato da: roccia1234
Mah, secondo me estremizzare non è mai la via giusta. Sarebbe stato più giusto e corretto trovare una via di mezzo.

Brevetti ok, ma che abbiano senso di esistere, non che mi brevetti la freccia del mouse, il doppio click o l'icona rettangolare con gli angoli smussati.


PIENAMENTE D'ACCORDO.

Ora siamo all'eccesso e oltre l'assurdo.. ma azzerare i brevetti software è come renedre vano il lavoro di chi ha avuto l'idea. Non va assolutamente bene.
Rubberick29 Agosto 2013, 13:51 #3
i brevetti sono stati una manna in passato ma ora la presenza di essi frena la possibilità da parte di qualunque competitor di poter entrare e provare a fare qualcosa...

e non è che prendi e rubi un business internazionale ad un azienda grossa solo perchè vuoi provare a competere un minimo :\ anche in assenza di brevetti

quelli software poi non dovrebbero proprio esistere a meno di casi veramente eccezionali e imho hanno lasciato solo spazio al patent trolling e non mi sembra che tutelino davvero le aziende..

in generale proprio il patent trolling non dovrebbe proprio esistere.. i brevetti dovrebbero essere funzionali alla realizzazione e implementazione di qualcosa.. se nn li usi nemmeno lontanamente bon palla al centro e si rendono disponibili di chi realmente ci mette mano
cignox129 Agosto 2013, 14:21 #4
Io proporrei di legare un brevetto, anche quello software ma non solo, alla sua messa in opera. Una azienda puó pre-brevettare una tecnologia solo quando ha un prototipo che la implementi. A quel punto le vengono concessi alcuni anni (2, 4 o 6, non di piú per farla diventare un prodotto, e nessuno puó in questo periodo sfruttare quelle idee. Se al termine di questo periodo la tecnologia non viene adottata da un prodotto, il brevetto si dichiara scaduto. Altrimenti viene garantito un periodo di qualche anno per rientrare nei costi di produzione.

Sennó si finisce come oggi che le case farmaceutiche tengono fermi brevetti potenzialmente importanti ma non li trasformano in medicine o terapie perché non converrebbero rispetto a quelle meno efficaci ma piú redditizie che giá possiedono.
E questo é eticamente inaccettabile.
dobermann7729 Agosto 2013, 14:31 #5
Originariamente inviato da: cignox1
Sennó si finisce come oggi che le case farmaceutiche tengono fermi brevetti potenzialmente importanti ma non li trasformano in medicine o terapie perché non converrebbero rispetto a quelle meno efficaci ma piú redditizie che giá possiedono.
E questo é eticamente inaccettabile.


Io non trovo eticamente inaccettabile che chi ha buone idee e investe tempo e denaro in ricerca ci guadagni sopra.
Secondo molti, vietare i brevetti sulle cose farmaceutiche, rallentera' la medicina anziche' accelerarla.
Rubberick29 Agosto 2013, 14:39 #6
Originariamente inviato da: dobermann77
Io non trovo eticamente inaccettabile che chi ha buone idee e investe tempo e denaro in ricerca ci guadagni sopra.
Secondo molti, vietare i brevetti sulle cose farmaceutiche, rallentera' la medicina anziche' accelerarla.


sul discorso della salute la faccenda è ancora + diversa...

e penso che il discorso non sia la questione della ricerca quanto del fatto che i brevetti possano essere comprati, venduti e accantonati...

in teoria un qualcosa di brevettato non dovrebbe poter essere accantonato a meno di non poterlo fare per un tempo breve o giustificare il tempo di non utilizzo in qualche modo...

esistono tante possibili varianti che si possono applicare del tipo tu non usi il tuo brevetto allora il tuo brevetto può venir utilizzato ma per il 30% del tuo valore da parte di qualcun'altro che lo implementa al posto tuo superato questo tempo di grace iniziale

cioe' l'obiettivo generale con i brevetti dovrebbe essere tutelarne sia la proprietà intellettuale sia l'effettivo utilizzo... se sono utilizzati come strumenti per promuovere il progresso (scientifico, economico e dare un effettivo benessere anche all'umanità tutta per quanto possibile) allora bene

se diventano un mezzo per trasformare aziende grandi e serie in bambini che si litigano la palla no xD

come per tutto ci vuole il giusto bilanciamento delle cose
ndwolfwood29 Agosto 2013, 14:45 #7
I brevetti sono importanti per lo sviluppo industriale ma un eccesso di protezione provoca effetti controproducenti (come sta avvenendo oggi).
IMHO per certe cose meglio introdurre un nuovo tipo di brevetto limitato che non conceda l'assoluta proprietà allo sviluppatore ma riconosca solo un compenso prestabilito da parte di chiunque decida liberamente di utilizzare la quell'idea.
Ad esempio:

Originariamente inviato da: roccia1234
Brevetti ok, ma che abbiano senso di esistere, non che mi brevetti la freccia del mouse, il doppio click o l'icona rettangolare con gli angoli smussati.


Ecco, se brevetto cose del genere non posso limitarne l'uso, chiunque può sfruttare l'idea basta che versi un compenso, una piccola percentuale dei ricavi che trae dai prodotti che la implementano, deciso dalle autorità competenti in base ad una valutazione sull'importanza del brevetto (e cmq entro certi limiti: es. dall'1x1000 all'1% e il brevetto è riconosciuto solo per 10 anni).
Gylgalad29 Agosto 2013, 14:49 #8
i brevetti sono solo un freno all'innovazione e alla concorrenza

no ai brevetti e no alla copia

NZ hai fatto bene
Obelix-it29 Agosto 2013, 15:00 #9
Easy one: il software e' un algoritmo, un algoritmo e' matematica, la matematica non e' brevettabile, ergo il software non e' mai bevettabile.

Easy one, ma si sa, c'e' in giro un sacc di gente (legulei, perlopiu'...) che non capisco un kaiser di matematica
demon7729 Agosto 2013, 15:03 #10
Originariamente inviato da: Gylgalad
i brevetti sono solo un freno all'innovazione e alla concorrenza

no ai brevetti e no alla copia

NZ hai fatto bene


E ma che vuol dire no ai brevetti e no alla copia? Se una cosa non è protetta dalla legge te la copiano.

Esagerare coi brevetti sappiamo tutti che è sbalgiato, perchè blocca lo sviluppo.. ma senza brevetti nessuno è più spinto a fare ricerca ed innovazione.. che senso avrebbe?
Tu ti fai un culo così per mettere a punto un nuovo programma perchè hai avuto una buona idea.. poi arrivo io il giorno dopo e te lo scopiazzo identico fino al capello per poi venderlo a metà prezzo.

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