Cloud in azienda: il 66% dei dipendenti lo usa senza autorizzazione

Cloud in azienda: il 66% dei dipendenti lo usa senza autorizzazione

Una ricerca VMware mette in luce come i servizi cloud siano richiesti dai dipendenti dell'azienda a tal punto da spingerli ad aggirare i dettami del dipartimento IT

di pubblicata il , alle 08:01 nel canale Software
VMware
 

VMware ha recentemente reso noti i risultati di una ricerca condotta da Vanson Bourne la quale ha svelato come i due terzi (66%) dei dipendenti italiani userebbero o acquisterebbero servizi e prodotti cloud senza un’autorizzazione ufficiale da parte dell’IT e che metà di loro (49%) lo ha già fatto.

L’Italia ha la percentuale più alta in Europa, dove il 45% userebbe servizi cloud “clandestini” e il 36% li usa già. La ricerca dimostra inoltre che il 37% dei Responsabili IT in Europa sospetta che le persone all’interno dell’azienda abbiano acquistato servizi cloud senza autorizzazione mentre in Italia la percentuale raggiunge il 43%.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare dinnanzi ad un quadro di questo tipo, la ricerca commissionata da VMware dimostra che la tendenza non viene percepita in maniera negativa e anzi molte aziende riconoscno che questa spesa, stimata in media a 1,6 milioni di euro per organizzazione, può portare benefici al business.

Vediamo meglio, a tal proposito, cosa emerge dal sondaggio: la maggior parte dei decision maker (il 72% in Europa, il 78% in Italia) che sospetta che in azienda si faccia uso di soluzioni cloud non autorizzate pensa che si tatti di un fenomeno vantaggioso al business. Di questi il 51% in Europa e il 43% in Italia sostengono che si tratti di un modo per aiutare il business a rispondere più rapidamente alle richieste dei clienti mentre il 31% in Europa e il 24% in Italia sostiene che ciò permatta all'azienda di migliorare crescita e sviluppo.

In Italia, però, il 54% degli intervistati riconosce che il cloud "occulto" possa aumentare le minacce ed i rischi alla sicurezza, andando a complicare il già difficile compromesso tra la domanda crescente di flessibilità da parte dell'IT e la necessità di mantenere il controllo e ridurre il carico di gestione.

Alberto Bullani, Regional Manager VMware Italia, ha commentato: "La ricerca parla di una spesa sbalorditiva in azienda per il cloud non autorizzato, ma non necessariamente si tratta di denaro sprecato. I dipendenti dichiarano di aggirare spesso il reparto IT per acquistare servizi cloud e lavorare in maniera più efficiente per il bene dell’azienda. L’IT ha raggiunto un punto critico in cui ignorare la realtà della spesa per il cloud non autorizzato non è più possibile. I responsabili IT devono fare i conti con questa realtà, fornendo la flessibilità che lo staff richiede e, al tempo stesso, gestendola in modo sicuro.”

Quasi un terzo (23%) dei dipendenti in Europa ha scaricato e pagato per prodotti cloud e ha dichiarato di aver speso circa 2.270€. Il 14% ha sborsato più di 5.000€ ciascuno nel 2012. L’Italia, la Germania e i Paesi Bassi sono stati i più spendaccioni: il 22% degli italiani ha speso più di 5.000€, seguito dal 19% degli olandesi e il 17% dei tedeschi. In Italia, i responsabili IT hanno stimato che l’equivalente del 20% del budget IT è stato speso in servizi e prodotti cloud non autorizzati nel 2012, più di 2 milioni di euro, la cifra più alta in Europa.

Nella ricerca vengono inoltre messe in risalto le motivaazioni per le quali i dipendenti italiani si sono presi la libertà di scavalcare le normative definite dall'IT: mantenere la competitività lanciando una nuova offerta di prodotti e servizi (18%), trovare modi di lavorare più efficienti e veloci (30%). Il 25% degli intervistati copre il costo utilizzando il budget della Divisione relativa, il 49% la registra come spesa mentre il 36% la paga con la carta di credito aziendale.

I responsabili IT ritengono che le aree che più di tutte scelgono di utilizzare cloud non autorizzati sono:

Marketing/Pubblicità/Comunicazione (43% in Europa, 31% in Italia)
Vendite (33% in Europa, 20% in Italia)
Ricerca e Sviluppo (31% in Europa, 43% in Italia)
Finance (23% in Europa, 22% in Italia)

I cinque prodotti e servizi più utilizzati in azienda (pagati o gratis) senza autorizzazione dell’IT sono:

Servizi di condivisione di dati e file (55% in Europa, 60% in Italia)
Servizi Email Cloud (47% in Europa, 46% in Italia)
Instant messaging (44% in Europa, 53% in Italia)
Video conferencing (37% in Europa, 42% in Italia)
Social network professionali (22% in Europa, 23% in Italia)

La ricerca di Vanson Bourne mette inoltre il luce come il 31% dei responsabili IT italiani aveva già pianificato l'implementazione di quei servizi o applicazioni cloud, lasciando intendere un possibile allineamento fra le unità di business ed il dipartimento IT per dare una risposta alle necessità dei dipendenti, con una nuova impostazione della strategia IT.

“Sebbene siano in molti nelle aziende europee a riconoscere i benefici del cloud nascosto, è necessario darsi da fare,” ha continuato Bullani. “Circa la metà dei responsabili IT in Europa chiede un maggior dialogo con i dipartimenti coinvolti. E’ bello vedere i dipendenti prendere l’iniziativa per guidare la crescita e l’innovazione, ma questo ha un prezzo. Un approccio proattivo dell’IT con appropriati livelli di gestione, sicurezza e visibilità può assicurare che il cloud nascosto diventi un fattore competitivo e non diventi una minaccia per il business.”

5 Commenti
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avvelenato21 Maggio 2013, 11:43 #1
Tutto ciò dimostra solo la scarsa elasticità dei dirigenti nei reparti IT delle aziende italiane, e nei reparti non IT che dovrebbero convogliare adeguati finanziamenti e pressioni sull'informatizzazione. Nella mia azienda la burocrazia interna è talmente lenta che lo staff si autocostruisce i tool necessari per le varie analisi: chi si studia access a casa, chi smanetta con excel, chi utilizza google maps, ecc.
I risultati ci sono, ma a costo di inefficienze, perdite di dati, di tempo, e di qualità.
La ricerca di VmWare poteva cercare di quantificare questi costi, in quanto un servizio cloud certificato è in grado di mantenere un livello qualitativo costante, verificato e misurabile, senza spese occulte, e quindi semplificare la gestione economica del budget it. Quantificare il costo del servizio "clandestino" infatti è semplice, ma è estremamente più difficoltoso quantificare quanto costi utilizzare un servizio non supportato dal reparto IT (e quindi senza escalation operativa in caso di comportamenti inattesi o indesiderati, e quindi in ultima istanza l'improvvisazione del personale su compiti squisitamente attinenti alla sfera IT).
jagemal21 Maggio 2013, 11:59 #2
Originariamente inviato da: avvelenato
... Quantificare il costo del servizio "clandestino" infatti è semplice ...


resterebbe da capire quanto questo costo clandestino pesi sul dipendente o se passi comunque per l'azienda ...

nel secondo caso il reparto acquisti si ritroverebbe a far passare tipo 10 acquisti di soluzioni cloud, magari neanche tutte utilizzate al 100% .. in quel caso è uno spreco incredibile

ma temo che potrebbe trattarsi dell'altra opzione ...
Maniac!21 Maggio 2013, 13:40 #3
Ne ho la prova sotto gli occhi ormai da tempo.
Molto spesso lo si fa senza nemmeno pensare al fatto che si tratti di qualcosa di "sbagliato".
avvelenato21 Maggio 2013, 19:19 #4
Originariamente inviato da: jagemal
resterebbe da capire quanto questo costo clandestino pesi sul dipendente o se passi comunque per l'azienda ...

nel secondo caso il reparto acquisti si ritroverebbe a far passare tipo 10 acquisti di soluzioni cloud, magari neanche tutte utilizzate al 100% .. in quel caso è uno spreco incredibile

ma temo che potrebbe trattarsi dell'altra opzione ...


Io parlo di costi aziendali occulti: quanto costa ad un ufficio perdere tutta una giornata di raccolta dati perché anziché avere un servizio strutturato di data entry si ricorre, ad esempio, a un foglio di calcolo condiviso su google drive creato da qualche ing. gest. dei miei stivali, e qualche capra inavvertitamente lo cancella?
Io ste cose le vivo ogni giorno, vedo colleghi inserire 3 o 4 volte gli stessi dati su fogli di calcolo e gestionali su intranet differenti, che puntualmente non funzionano, ogni tanto qualcuno mi chiama dicendo "ma come mai quel file tal dei tali è sparito?", e io "boh, se qualcuno l'ha cancellato io che ci posso fare".
Il mio lavoro benché venga definito "sistemista" è per lo più da tecnico, oggi c'ho il dente avvelenato perché mi sono dovuto installare 40 drivers di una stampante del menga su 40 client differenti, e per fortuna che con un pochino di smanettamento sono riuscito a scriptare la cosa in larga parte. Il mio referente poi mi ha "cazziato" perché giustamente dice che non sta né in cielo né in terra che in un'azienda delle mie dimensioni (non è una PMI) un povero cristo si debba installare centinaia di software a manella (ovviamente la formazione it è quasi una parolaccia da me, quindi il fatto che sappia scrivere qualche boiata sulla cmd o in vbs è una mera casualità, e visto che nessuno del reparto IT (di cui io non faccio parte, pur essendo almeno a parole "sistemista" ha provveduto alla software delivery avrei dovuto far emergere l'inerogabilità del servizio di stampa, secondo le policy aziendali.
Questo c'entra poco con l'argomento dell'articolo ma molto col fatto che chi deve lavorare, e non ha gli strumenti, tende ad arrangiarsi, e il fatto che in italia l'arrangismo sia maggiore che in altri paesi non dev'essere un motivo di vanto ma di preoccupazione.

Scusate l'incarognimento, sto giusto meditando se valga la pena iniziare a fare sciopero bianco (ovvero rispetto pedissequo delle regole aziendali, al limite del fanatismo, con tanto di timbratura precisa al minuto) o semplicemente cercare un nuovo lavoro.
jagemal25 Maggio 2013, 13:21 #5
Originariamente inviato da: avvelenato
Scusate l'incarognimento, sto giusto meditando se valga la pena iniziare a fare sciopero bianco (ovvero rispetto pedissequo delle regole aziendali, al limite del fanatismo, con tanto di timbratura precisa al minuto) o semplicemente cercare un nuovo lavoro.


... il fatto che in italia l'arrangismo sia maggiore che in altri paesi non dev'essere un motivo di vanto ma di preoccupazione.



vorrei quotarti in toto ... ma mi riduco a questi pezzetti .. ma hai tutta la mia comprensione !!!

io alla fine il mestiere l'ho cambiato, faccio lo psicologo .. e ogni tanto nel mio "nuovo mondo", quando si viene a sapere ciò che facevo prima, mi si chiede perché ho cambiato ... tra l'altro molti vedendo l'aura mistica e sciamanica del "tecnico" sono convinti che queste figure guadagnino stipendi da capogiro ... quando poi finisce la disquisizione di quanto sia strana la mia scelta chiedono se posso dargli una occhiata al pc ... gratis ovviamente

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