WD e le opportunità del mercato storage

WD e le opportunità del mercato storage

I principali trend tecnologici mutano il mercato e condizionano il mondo dello storage, che può cogliere importanti opportunità dallo scenario attuale. Ne abbiamo parlato con WD

di pubblicato il nel canale Mercato
 

Lo scenario del mercato storage

Ogni anno la quantità di dati digitali creati, replicati e consumati cresce ad un tasso del 46%, con una prospettiva che ci porterà nel 2020 a creare l'impressionante quantità di 40 mila exabyte di informazione, ovvero 40 mila miliardi di gigabyte. E' partendo da queste considerazioni, tratte da un'analisi condotta da IDC ed EMC nel mese di dicembre 2012, che WD traccia il quadro dell'attuale situazione del mercato storage e presenta la propria visione strategica per il prossimo futuro in occasione dell'Executive Summit organizzato in Turchia il 3-4 giugno.

La crescita del volume delle informazioni digitali è impressionante, alimentata dai principali trend tecnologici del momento: la pervasione dei dispositivi mobile ed il loro impiego in declinazione social, l'esplosione di dati non strutturati (principalmente immagini e video e le conseguenti implicazioni "big data"), la diffusione di dispositivi fotografici e di ripresa video sempre più avanzati, l'emergere di nuove forme di dati (registrazioni vocali, informazioni di localizzazione, dati raccolti da sensori) e una vera e propria esplosione dell'utilizzo di prodotti e servizi di videosorveglianza.

Tutto ciò porta ad una crescita nella domanda per la capacità di storage da parte del mondo consumer, da parte del mondo business/enterprise, dal mondo datacenter/cloud. Si aprono quindi opportunità importanti per il mondo dello storage, anche sulla base dell'evoluzione dei vari segmenti di mercato e delle nuove esigenze sorte con le nuove abitudini del pubblico, dei consumatori, dei professionisti e delle aziende.

Il mondo mobile, ad esempio, sta rappresentando un palcoscenico piuttosto interessante per l'evoluzione delle soluzioni di storage, con la disponibilità e la diffusione dei portatili ultrasottili e dei sistemi Ultrabook che, proprio per la loro conformazione fisica, vincolano in maniera piuttosto rigida la scelta delle soluzioni di storage interno. Se fino a qualche tempo fa l'unica soluzione praticabile per questo tipo di sistemi era rappresentata dai dispositivi SSD ecco che ora si affacciano sul mercato unità di storage ibride e HD ultrasottili, come ad esempio i modelli WD Blue da 7mm di spessore recentemente annunciati da WD, che permettono inoltre di abbattere il costo di produzione dei sistemi thin&light e ultrabook e di renderli più accessibili al pubblico.

A tal proposito Bill Cain, CTO di WD, ci spiega che per la realizzazione delle soluzioni da 7mm e 5mm di spessore l'azienda non si è limitata a ridurre le dimensioni dei drive, ma ha affrontato il progetto tenendo ben presente l'applicazione ultima del dispositivo e, pertanto, di tutti gli eventuali rischi derivanti dall'utilizzo in mobilità. Oltre ad una serie di accorgimenti strutturali, e all'adozione di un sistema di rilevazione capace di individuare le accelerazioni improvvise per parcheggiare rapidamente le testine del disco, WD ha inoltre collaborato a stretto contatto con ODM e OEM per studiare opportune soluzoni di integrazione per salvaguardare l'integrità dell'hard disk in caso di urti accidentali o shock violenti.

Una serie di opportunità derivano anche dal mondo cloud dove si fa sempre più pressante l'esigenza di soluzioni affidabili, scalabili, dall'elevata capacità e dal basso consumo e a cui WD si rivolge con la nuova famiglia di dischi WD Se, pensati espressamente per quelle realtà datacenter che necessitano di storage scalabile a prezzi sostenibili e dove la primaria importanza è rappresentata dalla capacità di storage e non dalle prestazioni.

Infine, ma certamente non per importanza, l'ambito domestico dove i consumatori vogliono accedere ai proprio contenuti ovunque e in qualunque momento e dove i NAS stanno acquisendo un ruolo sempre più cruciale in ciò diventando quello che WD stessa chiama "Datacenter casalingo". WD osserva che il NAS può essere visto come una sorta di personal cloud che può venire incontro alle esigenze dei consumatori che vogliono poter sfruttare le funzionalità del mondo cloud senza però affidarsi alle soluzioni corporate. Vi sono ancora una serie di barriere, soprattutto culturali, all'adozione ma WD crede che sia possibile fare leva sui nuovi comportamenti cloud facendo attenzione però a declinarli in maniera più personale, consentendo così ai consumatori di poter accedere ai propri dati ovunque e sempre.

 
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