Anche Dell in procinto di abbandonare la Cina?
Dopo Google, anche Dell sembra essere in procinto di lasciare il paese asiatico
di Fabio Gozzo pubblicata il 26 Marzo 2010, alle 14:58 nel canale MercatoGoogleDell
Di recente ha fatto molto scalpore la decisione di Google di interrompere le proprie attività in Cina, ma il colosso di Mountain View potrebbe non essere l'unica società che ha scelto di percorrere questa strada. Tra le grandi realtà che operano nel paese asiatico pare infatti che anche Dell sia in procinto di fare i bagagli.
Secondo quanto riportato da Fudzilla, il fondatore della compagnia Michael Dell avrebbe intenzione di trasferire dalla Cina all'India capitali ed attrezzature per un ammontare pari a 25 miliardi di dollari. La notizia è arrivata nientemeno che dal primo ministro indiano Manmohan Singh.
Secondo Singh, Michal Dell avrebbe deciso di far traslocare le sedi cinesi della propria compagnia in uno stato in grado di offrire un sistema legale sicuro e più favorevole all'industria. Per il momento Dell ha negato di stare pianificando tale operazione, tuttavia il dubbio permane. Restiamo in attesa di eventuali aggiornamenti.
25 Commenti
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sarebbe stato suff. inserire dazi assurdi per i prodotti made in paesi in via di sviluppo come disincentivo
comunque sono anni che noi (italiani così come europei, americani ecc.) delocalizziamo in Cina mentre i cinesi delocalizzano in Bangladesh e altri paesi con costo della manodopera ancora più bassa.
Spostarsi in India è un'ottima soluzione: manodopera abbondante e ancora molto bassa rispetto a noi (non c'è la schiavitù come in Cina, ma va già benone), meno difficoltà con le lingue (in India l'inglese lo parlano in molti, in Cina no), meno problemi con le leggi e il "regime" (in Cina se vogliono ti chiudono lo stabilimento che hai pagato e lo "regalano" ad altri senza che tu possa fare niente, in India ancora non sono arrivati a tanto ).
Inoltre il "made in China" è un marchio estremamente negativo, mentre il "made in India" ancora no (e finchè funziona vedrete che molte multinazionali se ne avvantaggeranno).
Tutti credete ke l'unico motivo x cui si delocalizza in cina sia la manodopera a basso costo, in realtà non è questo (o meglio, non è solo questo), esistono posti del mondo dove la manodopera è ancora + bassa, allora xkè tutti vanno in cina???
In Cina esistono le SEZ (special economy zones) dove da circa un ventennio i cinesi stanno sperimentando il libero mercato.
Il governo cinese per ridurre il divario enorme di know-how tecnologico e manageriale rispetto all'occidente e al giappone, ha posto in essere in queste SEZ regimi fiscali super convenienti per le aziende estere portatrici di tecnologia (tecnologia xkè l'obiettivo dei cinesi è passare dal produrre beni maturi a beni ad alta tecnologia). Tale regime fiscale permetteva alle imprese estere di pagare tasse ridicole con la possibilità di rimpatriare i profitti, mentre le aziende cinese avevano un "fiscal drag" molto più alto.
MA COSA STA' SUCCEDENDO ADESSO?
Ormai i cinesi hanno imparato tantissimo ed hanno aziende capaci di reggere l'ipercompetizione internazionale, il governo cinese questo lo sa' e piano piano sta' alzando le tasse per le aziende estere (rendendo di fatto meno conveniente produrre in cina) e abbassando le tasse per le aziende cinesi.
Per questo mentre prima andare in cina per delocalizzare era una scelta quasi scontata, adesso è un po' meno conveniente.
Non dimenticate che i cinesi hanno sempre copiato/rubare le idee altrui , poi sviluppandole grazie al costo del lavoro inesistente.
Ora le società che hanno prodotto con poco in cina,guadagnando per anni cifre assurde, si trovano il cinese che ora gli compete anche sui processi di sviluppo/ricerca/marketing......
Gli usa sono quelli in assoluto che stanno rischiando di più....
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