Criptovalute e consumo energetico: per l'UE non servono norme speciali

Criptovalute e consumo energetico: per l'UE non servono norme speciali

Per la Commissione Europea non vi sono motivi legali per vietare o limitare il mining di criptovalute sulla base del loro consumo energetico. A dirlo è il Commissario per l'economia e la società digitali, Mariya Gabriel

di pubblicata il , alle 18:01 nel canale Mercato
 

Nei giorni scorsi la Commissione Europea si è espressa sul tema del consumo di energia elettrica legato al mining delle criptovalute. Lo ha fatto tramite il Commissario Europeo per l'economia e la società digitali, Mariya Gabriel, nel corso della giornata di venerdì, definendo le criptovalute come un nuovo fattore in grado di muovere la domanda energetica e che sarà tenuto in considerazione da parte della Commissione.

"L'attività di mining sembra essere attualmente concentrata in Cina. Ovviamente non si può escludere che una parte del mining avvenga anche nell'Unione Europea. Se così accade e se l'energia consumata per questa attività è prodotta secondo le leggi, non c'è alcuna base legale per vietare o limitare il mining" ha dichiarato la Gabriel.

Il commissario precisa comunque che configurandosi come attività economica che consuma energia elettrica all'interno della UE, il mining resta soggetto "alle norme e alle politiche dell'UE in materia di efficienza energetica, settore energetico e alle emissioni di gas serra".

Gabriel nota inoltre come il modello di business del mining è basato fondamentalmente sull'aspettativa di un'alta valutazione delle criptovalute e che, di contro, la crescita del consumo energetico e dei costi potrebbero modificare l'equilibrio domanda/offerta per le criptovalute ed il loro valore.

Il Commissario osserva infine che non trattandosi di un'attività illegale, il mining di criptovalute non è stato oggetto di misure di monitoraggio o limitazione. Quel che è interessante osservare nel comunicato della Gabriel è una nota specifica che si riferisce alla "particolare tecnica di mining chiamata Proof of Work", probabilmente riconoscendo i vantaggi, dal punto di vista del contenimento dei consumi, di altre algoritmi di consenso come ad esempio la Proof of Stake.

Mariya Gabriel conclude poi con una nota positiva: "E' importante osservare che molte delle applicazioni promettenti della tecnologia blockchain non hanno la necessità di una particolare potenza di elaborazione".

26 Commenti
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giovanbattista14 Marzo 2018, 20:25 #1
Quel che è interessante osservare nel comunicato della Gabriel è una nota specifica che si riferisce alla "particolare tecnica di mining chiamata Proof of Work", probabilmente riconoscendo i vantaggi, dal punto di vista del contenimento dei consumi, di altr[S]e[/S]i algoritmi di consenso come ad esempio la Proof of Stake.

o c'è un refuso o la tipa non ha capito una mazza


tradotto x i profani

POW prova di lavoro
POS prova di possesso

lo dice il nome stesso in una devo fare un lavoro, sull'altra no, chissà quale consuma di +??......aiutino la prima
adelage14 Marzo 2018, 21:15 #2
scusa, ma mi sembra che dica proprio il contrario, cioè che ritenga come il PoS sia più vantaggioso del PoW dal punto di vista energetico..e in realtà anche da tanti altri punti di vista
Ryddyck14 Marzo 2018, 21:22 #3
Quello che ha voluto dire è che l'attività del mining non è illegale e non si fanno tanti problemi se si rimane nei limiti di quanto regolamentato dall'EU (infatti non sanno nemmeno loro chi sta minando nell'Unione Europea) precisando che il fenomeno è sostanzialmente localizzato in Cina (un po' come dire che sono cavoli dei cinesi ).

Seconda specificazione (abbastanza speculativa) è relativa al futuro valore della criptovaluta rapportato ai costi elettrici...
SinapsiTXT14 Marzo 2018, 21:56 #4
Originariamente inviato da: Ryddyck
Quello che ha voluto dire è che l'attività del mining non è illegale e non si fanno tanti problemi se si rimane nei limiti di quanto regolamentato dall'EU (infatti non sanno nemmeno loro chi sta minando nell'Unione Europea) precisando che il fenomeno è sostanzialmente localizzato in Cina (un po' come dire che sono cavoli dei cinesi ).

Seconda specificazione (abbastanza speculativa) è relativa al futuro valore della criptovaluta rapportato ai costi elettrici...


1. che loro non sappiano quanta gente stia minando mi sembra abbastanza pacifico, non esistono al momento procedure di controllo o di informativa a riguardo quindi non è guardando il consumo elettrico nell'Eurozona e tirare numeri a caso
2. il discorso è che anche se ci fosse un consumo eccessivo ora come può pensare l'Eurozona di limitare il fenomeno? tassando le gpu che permettono di minare?

Boh per me queste commissioni lasciano un po' il tempo che trovano, si pongono dei problemi che hanno poco senso invece di concentrarsi su discorsi di più ampia portata e che avrebbero un impatto diretto sui cittadini come ad esempio creare degli Organismi di garanzia a livello comunitario in modo da armonizzare meglio il mercato.
giovanbattista14 Marzo 2018, 23:00 #5
Originariamente inviato da: SinapsiTXT
1. che loro non sappiano quanta gente stia minando mi sembra abbastanza pacifico, non esistono al momento procedure di controllo o di informativa a riguardo quindi non è guardando il consumo elettrico nell'Eurozona e tirare numeri a caso


ciao (premetto che non sono ferratissimo) ma credo che una stima a spanne possa essere espressa in Gh/s facendo la somma delle pool europee e mediando l'efficenza energetica dell'hardware, da qui potresti estrapolare i dati in modo spannometrico sul consumo, la mia è + una domanda.
Shirov15 Marzo 2018, 06:59 #6
A essere cattivi c'è da pensare che siccome è difficile lucrare con qualche vantaggiosa (per la UE) multa a qualcuno, se ne lavano le mani. Se ci fosse un'entità definita dietro il tutto mi viene il sospetto che non sarebbero stati così tranquilli.
X-ray guru15 Marzo 2018, 10:29 #7
Appunto, è come chiedere al salumiere se il suo prosciutto è buono...
Ryddyck15 Marzo 2018, 10:35 #8
In mancanza di una disciplina ad hoc che permetta di tassare tale attività, l'unico modo possibile per tassare i miner è relativo all'hardware, tralasciando le gpu dove sarebbe possibile fare un controllo a monte da parte dello stesso venditore che limita l'acquisto massimo sarebbe ancora più semplice farlo verso gli asic (considerando l'uso limitato a tale attività, l'ue non perderebbe molto tempo a sapere nome, cognome e indirizzo dell'acquirente

Per il resto non si pongono problemi per il semplice fatto che alla fine tutti hanno dei contratti di fornitura elettrica quindi basta rientrare nei limiti del contratto e pagare in base al consumo.
Che poi possa essere o meno uno spreco non ho nulla da obiettare, esistono tante altre attività ad alto consumo.
canislupus15 Marzo 2018, 12:02 #9
Concordo con Veradun.
Non si può dire che una cosa siccome non è illegale, allora la si tollera tranquillamente.
In base a questo principio potrei, ad esempio, decidere di dedicare intere aree di un paese alla coltivazione del grano e non avrei fatto nulla di sbagliato.
Peccato che distruggerei la biodiversità e renderei molto più povera la terra.
Nel caso delle cryptovalute come detto più volte il sistema si basa sulla creazione di una moneta virtuale che non ha molte applicazioni nel mondo reale (sicuramente non in quello visibile) e che continua a vivere soprattutto grazie ad una domanda di tipo speculativo (chi compra qualcosa di intangibile e sostanzialmente poco utilizzabile, se non per la speranza di poter un giorno guadagnarci del denaro vero?).
Il consumo di energia elettrica per tale attività dovrebbe invece essere monitorato perchè ad oggi quest'ultima viene spesso prodotta in maniera inefficiente ed inquinante e un suo utilizzo che non comporta nulla di reale, è di fatto uno spreco.
Immaginatevi che un giorno l'attività di mining cresca a tal punto che sia necessario costruire altre 10 centrali nucleari.
Ci troveremmo con un ulteriore inquinamento che alla fine della fiera produrrebbe solo tanti bit che circolano nella rete (persino peggio dei social network usati per farsi gli affari altrui).
Ryddyck15 Marzo 2018, 12:17 #10
Le norme sull'inquinamento riguardano principalmente la produzione di energia (il classico caso fonti rinnovabili vs combustibili fossili), come viene consumata e l'utilità che ne deriva è un'altra cosa (è il prezzo la discriminante tra consumare e non consumare).
Sotto questo punto di vista si potrebbe anche riassumere il tutto che ciò che non riguardi il sostentamento della persona sia inutile ed uno spreco (bisognerebbe quindi capire quanto incide il mining sul consumo globale di energia rispetto ad altri tipi di consumi e trarre le conclusioni).

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