Elusione fiscale, Apple si prepara a testimoniare al Senato USA

Elusione fiscale, Apple si prepara a testimoniare al Senato USA

La Mela è pronta a comparire dinnanzi al Senato USA per chiarire la propria posizione. Apple si autodefinisce il maggior contribuente USA per redditi d'impresa, ma il Senato la ritiene anche il principale elusore fiscale

di pubblicata il , alle 15:07 nel canale Mercato
Apple
 

E' fissata per oggi l'udienza che vedrà Apple presentarsi dinnanzi al Senato USA per chiarire la propria posizione in merito alla questione dei capitali mantenuti all'estero per eludere le tasse. Nel corso della giornata di ieri la Mela ha pubblicato un documento che contiene la deposizione che il CEO Tim Cook intende fare dinnanzi al Permantent Subcommittee on Investigation del Senato statunitense.

La Mela anzitutto sottolinea che nel corso dell'anno fiscale 2012 ha versato circa 6 miliardi di dollari in tasse, che la rendono verosimilmente il principale contribuente per redditi d'impresa negli Stati Uniti. "Ogni 40 dollari raccolti dal Tesoro USA da redditi d'impresa, 1 dollaro è versato da Apple" si legge nella documentazione. Per quanto riguarda l'anno fiscale in corso Apple stima di dover versare circa 7 miliardi di dollari in tasse. Apple ha negato di aver adottato qualsiasi stratagemma volto ad eludere di proposito le tasse USA.

La giustificazione al sostanziale quantitiativo di capitali esteri (Apple detiene oltre 100 miliardi di dollari di capitali offshore che non intende reimpatriare sotto l'attuale regolamentazione fiscale) risiederebbe nel fatto che la maggior parte dei prodotti Apple è commercializzata in mercati al di fuori degli USA. Lo scorso anno fiscale le operazioni internazionali hanno costituito il 61% del fatturato di Apple e nell'ultimo trimestre la proporzione è cresciuta fino a due terzi.

Secondo Apple i legislatori dovrebbero mettere in atto una "analisi obiettiva del sistema delle tasse d'impresa, che non ha tenuto il passo con l'avvento dell'era digitale e della rapida mutazione dell'economia globale". La Mela sostiene che il sistema di tassazione statunitense necessiti di una riforma al fine di promuovere la crescita e di consentire alle imprese americane di rimanere competitive sul panorama globale. Nella documentazione Apple coglie inoltre l'occazione per sottolineare la creazione di posti di lavoro osservando che la compagnia ha creato o supportato circa 600 mila posti di lavoro in USA, inclusi i 50 mila posti di lavoro direttamente creati.

In una recente intervista Tim Cook, CEO di Apple, ha dichiarato: "Posso affermare inequivocabilmente che Apple non convoglia oltreoceano i suoi profitti nazional. Non lo facciamo. Paghiamo tasse su tutti i prodotti che vendiamo negli USA e paghiamo ogni dollaro che dobbiamo. Per questo motivo voglio essere molto chiaro".

Intanto il Permantent Subcommittee on Investigation ha pubblicato l'esito dell'indagine parlamentare, affermando che la rete di sussidiarie estere è stata usata di proposito per eludere il pagamento di miliardi di dollari in tasse all'erario USA. Secondo quanto si legge nel report del Subcommittee, Apple ha trasferito miliardi di dollari di profitti al di fuori degli USA, specialmente ad Apple Operations International in Irlanda dove l'aliquota effettiva è inferiore al 2%.

La AOI ha generato un utile netto di 30 miliardi di dollari tra il 2009 ed il 2012, mentre l'altra principale sussidiaria irlandese, Apple Sales International, ha tenuto lontani dagli USA circa 74 miliardi di dollari di utile sul medesimo periodo e ha corrisposto una somma ininfluente in tasse internazionali. Nel corso del 2011, afferma il Senato, ASI ha generato 33 miliardi di dollari e pagato 10 milioni di tasse.

Molto duro il commento del senatore democratico Carl Levin: "Apple non si limita a trasferire i propri utili nei paradisi fiscali. Apple cerca di eludere completamente le tasse. Ha creato realtà offshore che detengono miliardi di dollari e in maniera tale che risultassero senza residenza fiscale". Alcune delle filiali della Mela presenti all'estero, tra cui anche quelle irlandesi, non hanno alcun dipendente e sono gestite direttamente dal quartier generale in USA. Le leggi irlandesi prevedono, a tal proposito, che una società è considerata residente solamente se è gestita e controllata in loco.

Per quanto le pratiche di elusione fiscale, a differenza di quelle di evasione, non costituiscano una condotta illecita, non meno indulgente è il parere del repubblicano John McCain: "Apple sostiene di essere il più grande contribuente USA per redditi di impresa ma per mole e dimensione è anche il più grande elusore americano. Una compagnia che ha riscosso un grande successo sfruttando l'ingenuità americana e le opportunità concesse dall'economua USA non dovrebbe spostare i profitti oltreoceano per evitare di pagare le tasse di proposito, privando di ricchezza il popolo americano".

29 Commenti
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Mparlav21 Maggio 2013, 15:46 #1
Naturalmente quando si tratta di sfruttare la normativa fiscale "favorevole" alle imprese, dello Stato del Delaware, va' tutto bene

Le normative fiscali in gran parte del mondo sono antiquate, complesse ed estremanente variabili tra loro, quindi chi ha più potere ed interessi, e questo comprende anche team di fiscalisti ben pagati, è inevitabile che riesca più facilmente a sfruttarne le lacune.

E' immorale? Sì, ma fino ad un certo punto. Sono SPA non onlus.

E' illegale? No, fino a quando non viene dimostrato il contrario.

Lo fa Apple, ma anche Google, Amazon e chissà quante altre imprese.
Le dimensioni di Apple fanno sì che il fenomeno appaia ancor più clamoroso, ma non è molto diverso per tantissime altre imprese che fatturano 1M di $ l'anno.
Apple ha fatto la più grande emissione di bond privati della storia, certo non perchè avesse bisogno di liquidità, ne ha fin troppa, ma perchè quella liquidità è quasi tutta all'estero, e solo per "rientrarla" per pagare i dividenti del 9 maggio u.s. (3.05$ ad azione), avrebbe pagato oltre 30B di $ di tasse.

Uniformare le normative fiscali è pura utopia.
canislupus21 Maggio 2013, 16:21 #2
Infatti hai perfettamente ragione.
Ci sono nazioni (o stati nel caso degli USA) che vivono rubando le risorse economiche grazie alla costituzione di regimi fiscali decisamente favorevoli alle imprese. Chiaramente possono fare ciò perchè giocano su fattori quali il completo anonimato e il volume di clienti. Credo che tali pratiche andrebbero colpite con leggi estremamente severe perchè trovo assurdo leggere frasi del genere:
"specialmente ad Apple Operations International in Irlanda dove l'aliquota effettiva è inferiore al 2%".
In un paese dove la disoccupazione è altissima e si è rischiato il tracollo è deprorevole anche solo immaginare di favorire i capitali stranieri in questa maniera. Non si arricchisce il paese e si fa solo una continua rincorsa al ribasso come già accade nel mondo del lavoro dove non conta più la professionalità o la qualità, quanto governa solo una ragione di limitazione dei costi per ottenere un margine di profitto sempre più elevato (ok non sono onlus, ma un limite deve esistere prima o poi).
banryu7921 Maggio 2013, 16:23 #3

Mica male...

La AOI ha generato un utile netto di 30 miliardi di dollari tra il 2009 ed il 2012, mentre l'altra principale sussidiaria irlandese, Apple Sales International, ha tenuto lontani dagli USA circa 74 miliardi di dollari di utile sul medesimo periodo e ha corrisposto una somma ininfluente in tasse internazionali. Nel corso del 2011, afferma il Senato, ASI ha generato 33 miliardi di dollari e pagato 10 milioni di tasse

Dunque... 33 Miliardi / 10 Milioni = 3300.

Proviamo a paragonarlo a uno stipendio da 1200 euro netti per vedere quanto pagheremmo di tasse "stile Apple"
1200 / 3300 = 0,36 euro circa...

Sticazzi
tazok21 Maggio 2013, 17:01 #4
La cosa bella è che l'Irlanda non è un paese "stabilissimo" (fa parte dei piigs, se non sapete cosa sono controllate )

che bello se un giorno va in default e dice a google e apple : beh, signori, da oggi non vi ridiamo niente. Se volete i soldi venite a prenderveli.

terza guerra mondiale.

Mparlav21 Maggio 2013, 17:28 #5
PIIGS è un termine dispregiativo inventato dagli inglesi per sottostimare i loro problemi: a volte usano una "I" a volte due, a seconda di come gli fa' comodo

E restando a tema, agli inglesi fanno comodo le isole Vergini Britanniche, note non solo per le bianchissime spiagge, mentre molti statunitensi prediligono le isole Cayman



alexfri21 Maggio 2013, 18:22 #6
Originariamente inviato da: Mparlav
Naturalmente quando si tratta di sfruttare la normativa fiscale "favorevole" alle imprese, dello Stato del Delaware, va' tutto bene

Le normative fiscali in gran parte del mondo sono antiquate, complesse ed estremanente variabili tra loro, quindi chi ha più potere ed interessi, e questo comprende anche team di fiscalisti ben pagati, è inevitabile che riesca più facilmente a sfruttarne le lacune.

E' immorale? Sì, ma fino ad un certo punto. Sono SPA non onlus.

E' illegale? No, fino a quando non viene dimostrato il contrario.

Lo fa Apple, ma anche Google, Amazon e chissà quante altre imprese.
Le dimensioni di Apple fanno sì che il fenomeno appaia ancor più clamoroso, ma non è molto diverso per tantissime altre imprese che fatturano 1M di $ l'anno.
Apple ha fatto la più grande emissione di bond privati della storia, certo non perchè avesse bisogno di liquidità, ne ha fin troppa, ma perchè quella liquidità è quasi tutta all'estero, e solo per "rientrarla" per pagare i dividenti del 9 maggio u.s. (3.05$ ad azione), avrebbe pagato oltre 30B di $ di tasse.

Uniformare le normative fiscali è pura utopia.



E' un pò forte ma...

E' immorale? Sì, ma fino ad un certo punto. Sono SPA non onlus.

E' immorale? Sì, ma fino ad un certo punto. Erano Nazisti non crocerossine.


BASTA giustificare l'immoralità solo perche sono soldi e non gente mandata a "gasarsi"..ecchediavolo. Il paragone sembra irrispettoso ma almeno fa svegliare un po'.
franzing21 Maggio 2013, 18:33 #7
La Mela sostiene che il sistema di tassazione statunitense necessiti di una riforma al fine di promuovere la crescita e di consentire alle imprese americane di rimanere competitive sul panorama globale
Ah beh ma ora è chiaro. Sono degli eroi popolari che lottano per i diritti dei lavoratori
LMCH21 Maggio 2013, 18:59 #8
Originariamente inviato da: Mparlav
PIIGS è un termine dispregiativo inventato dagli inglesi per sottostimare i loro problemi: a volte usano una "I" a volte due, a seconda di come gli fa' comodo

E restando a tema, agli inglesi fanno comodo le isole Vergini Britanniche, note non solo per le bianchissime spiagge, mentre molti statunitensi prediligono le isole Cayman


Infatti, in UK dicono PIIGS ma se non stanno attenti va a finire che presto si parlerà di PIIGUS.
Sono il paese in cui il governo per far cassa recentemente ha istituito la "bedroom tax", non so se rendo l'idea.
E come se non bastasse hanno la loro personalissima bolla speculativa edilizia che aspetta solo di scoppiare e dargli una piallata micidiale simil-Spagna.
khelidan198021 Maggio 2013, 19:48 #9
Originariamente inviato da: tazok
La cosa bella è che l'Irlanda non è un paese "stabilissimo" (fa parte dei piigs, se non sapete cosa sono controllate )

che bello se un giorno va in default e dice a google e apple : beh, signori, da oggi non vi ridiamo niente. Se volete i soldi venite a prenderveli.

terza guerra mondiale.



A parte che l'Irlanda è già andata in default, controllato tutto quel che vuoi ma pur sempre default, non capisco il punto dei soldi, Apple produce lì, è apple che deve pagare, non capisco il ragionamento del tenere i soldi, le tasse sono soldi pagati mica un investimento
gxxx21 Maggio 2013, 19:51 #10
Apple...pay different!

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