Il Dipartimento di Giustizia USA fa causa ad Apple per i prezzi degli ebook
Prezzi mantenuti alti in maniera artificiosa: il Dipartimento di Giustizia USA non gradisce la clausola "most favored nation" tra Apple e gli editori degli ebook
di Andrea Bai pubblicata il 12 Aprile 2012, alle 15:37 nel canale MercatoApple
Era nell'aria da qualche tempo: il Dipartimento di Giustizia USA ha mosso causa contro Apple ed una serie di editori con l'accusa di aver adottato pratiche anticoncorrenziali per la definizione dei prezzi degli e-book sul negozio virtuale iBookstore. Oltre alla Mela, coinvolti nella causa vi sono gli editori Hachette, Harper Collins, Macmillan, Penguin e Simon&Schuster. Secondo il Dipartimento di Giustizia l'accordo che Apple ha stipulato con i vari editori avrebbe l'effetto di mantenere alti in maniera artificiosa i prezzi degli e-book.
Con il modello di vendita "agency model" pattuito tra Apple e gli editori, sono questi ultimi a stabilire il prezzo finale delle opere, sulle quali poi Apple pratica una trattenuta del 30%. Nel mirino del Dipartimento vi è in particolare la clausola "most favored nation" disposta da Apple, secondo la quale gli editori devono garantire alla Mela che non praticheranno su altri store un prezzo più basso di quanto proposto su iBookstore.
Per poter rispettare questo vincolo stretto con Apple, gli editori devono obbligatoriamente stringere un accordo con il medesimo "agency model" quando si rivolgono ad altri rivenditori, in maniera tale che possano essere essi stessi a decidere il prezzo all'utente finale.
E sono proprio gli editori a preferire, ovviamente per via dei maggiori margini, questo modello di vendita al posto del modello di vendita di tipo wholesale, dove l'editore vende i contenuti "all'ingrosso" al rivenditore ed è quest'ultimo che decide il prezzo all'utente finale, talvolta proponendo anche importanti sottocosto per assicurarsi i volumi di vendita e la clientela, sbaragliando i concorrenti che non hanno la possibilità di assorbire altrimenti le perdite derivanti dalle vendite a prezzo ribassato.
Molti degli editori coinvolti avrebbero già collaborato con il Dipartimento di Giustizia per trovare un accordo extragiudiziario. Sarebbero solamente Macmillan e la stessa Apple le uniche due realtà a non aver ancora preso parte ad alcun negoziato. In questo caso la Mela, però, non ha dinnanzi molte alternative: se dovesse decidere di non patteggiare il colosso di Cupertino potrebbe trovarsi a fronteggiare delle sanzioni disposte dal Dipartimento di Giustizia che, pur mantenendo intoccato il modello di vendita attualmente in essere, verosimilmente richiederà di abbandonare la clausola "most favored nation" e lasciare la definizione del prezzo sui vari store alle leggi del mercato.
13 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAdesso persino in italia nelle fiction c'è la moda di far vedere che usano notebook apple. Non bastavano gli americani. lol
e non ha fatto neanche tanta fatica.
ottimo ufficio marketing, molto meglio di quello tecnico...
Io invece sto proprio ridendo a crepapelle
La differenza è che dai laboratori di Microsoft Research qualcosa di interessante esce
Comunque, avevo il dubbio che Apple avesse qualche clausola stile "most favored nation", adesso ne ho la conferma... è un vero e proprio sgambetto agli avversari, a scapito dei clienti!
Quelle del resto del mondo invece sono tutte onlus vero? Ma cosa credi che debbano fare le aziende se non creare profitto
no è lui forse intendeva che da come la gente elogia apple pare che faccia opere di bene come la caritas . invece ha come priorita spremere i propi user , come tutte le altre.
forse anche un briciolino di piu.
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