Intel, niente più conflict minerals nei propri processori
L'azienda di Santa Clara assicura che tutti i processori prodotti a partire da quest'anno faranno uso di materiali tracciati sin dall'origine e provenienti da realtà estranee alle attività di guerriglia nell'Africa Centrale
di Andrea Bai pubblicata il 08 Gennaio 2014, alle 11:11 nel canale MercatoIntel
Il CEO di Intel Brian Krzanich, in occasione del keynote tenuto nella giornata precedente all'apertura ufficiale del CES di Las Vegas, ha annunciato che a partire da quest'anno tutti i processori realizzati dall'azienda di Santa Clara saranno "conflict free".
Per la realizzazione della maggior parte dei dispositvi e dei componenti elettronici sono infatti necessari alcuni minerali detti "conflict minerals" (principalmente cassiterite, wolframite, coltan e oro) che alimentano conflitti e guerriglie da oltre un decennio. Per diversi anni vari attivisti in tutti il mondo hanno affrontato una campagna di sensibilizzazione chiedendo alle realtà industriali di limitare l'impiego di questi materiali, o di adottare adeguate misure affinché si approvvigionassero da giacimenti e realtà estranee a conflitti armati e a condizioni di violazione dei diritti umani.
Il CEO di Intel ha osservato che la compagnia ha iniziato a pensare ad un modo per risolvere il problema oltre quattro anni fa e che ora tutti i minerali utilizzati per la realizzazione dei propri prodotti sono tracciati dalla miniera alla fonderia. "La soluzione non è stata facile. I minerali sono importanti, il nostro settore si basa su di essi, ma non sono così importanti come le vite delle persone che li estraggono".
La mossa di Intel, che ad oggi è la prima compagnia ad annunciare pubblicamente una misura di questo tipo, è comunque un adeguamento ad una serie di nuove regole che la Securities and Exchange Commission ha approvato nel corso del 2012 e che richiedono alle aziende americane di dare pubblico riscontro dell'impiego di conflict minerals provenienti dalla Repubblica del Congo o da paesi vicini.
Le nuove norme determinano che le compagnie devvano richiedere una ragionevole indagine per determinare la provenienza di questi materiali, riportando i risultati alla SEC e pubblicamente sul proprio sito web. Il primo report dovrà essere compliato e pubblicato entro il 31 maggio 2014 (relativo all'anno precedente) e aggiornato successivamente ogni anno.
10 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoMa sarà tutto vero, poi?
http://www.resolv.org/site-ppa/participation/
... è da un po' che non ci sono nius su nuovi&mirabolanti utilizzi di questo fantastico materiale... sono preoccupato!....
... è da un po' che non ci sono nius su nuovi&mirabolanti utilizzi di questo fantastico materiale... sono preoccupato!....
Magari lo hanno messo nei panettoni per renderli più leggeri... e non lo sappiamo...
Meno male che domani ricomincia "MISTERO"..!
speriamo seguano anche piani per creare ricchezza locale pacificamente, che è un vero generatore di pace.
E ora che ne sono consapevoli hanno deciso di trovare una strada per ovviare a tali problemi. Certo non sarà stata sicuramente una decisione facile, perchè cmq hanno un business da miliardi di fatturato da mantenere e quindi non si poteva certamente troncare un rapporto commerciale in tronco prima di avere una nuova via su cui continuare.
Ricordiamo che se crolla un'azienda gigantesca come intel il delirio in cui si finirebbe non sarebbe neanche minimamente immaginabile... non per niente godono dell'Amministrazione Straordinaria Delle Grandi Imprese In Crisi
Ma sarà tutto vero, poi?
Mah! Mi sa che qualcuno li ha avvicinati per proporgli la certificazione ben sapendo che di "conflict minerals" non ne usava o venivano "ripuliti" durante i passaggi intermedi (quindi una classica manovra di pubbliche relazioni).
Per la "ripulitura", non serve neanche avere una vera miniera, è sufficiente appoggiarsi ad un azienda che ufficialmente ricicla rifiuti da prodotti di elettronica di consumo ed industriale o "riprendere ad estrarre" da una miniera esaurita con le giuste caratteristiche.
Poi non è che questa campagna contro i conflict minerals sia efficace, visto che ad esempio sia India che Cina non si pongono poi tanti problemi sulle fonti e da sole possono assorbirne tranquillamente l'intera attività estrattiva dei "conflict minerals".
Al massimo comprano a prezzo ribassato e fanno un affare migliore.
e cerchero' di supportarla.
Da oggi comprero' solo prodotti di aziende
che non fanno uso di conflict-minerals.
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