Internet of Things, universo da oltre 20 miliardi di unità nel 2020

Internet of Things, universo da oltre 20 miliardi di unità nel 2020

I dispositivi connessi crescono vertiginosamente, e di pari passo il volume d'affari generato dai servizi collegati che macineranno solamente nel prossimo anno 235 miliardi di dollari di fatturato

di pubblicata il , alle 15:01 nel canale Mercato
 

Nel 2016 saranno utilizzati 6,4 miliardi di dispositivi connessi, con una crescita del 30% rispetto al 2015 e sulla strada per raggiungere 20,8 miliardi di unità nel 2020: sono questi i numeri, tracciati da Gartner, delle dimensioni dell'universo IoT. In altri termini, nel 2016 5,5 milioni di nuovi oggetti saranno connessi ogni giorno.

La società di analisi di mercato stima che l'universo Internet of Things andrà a stimolare una spesa di 235 miliardi di dollari in servizi con una crescita del 22% rispetto al 2015. I servizi sono per lo più di tipo professionale (per esempio aziende che contrattano con fornitori esterni per progettare, installare e operare sistemi IoT), in ogni caso i servizi di connettività e quelli destinati al consumatore cresceranno ad un ritmo più veloce.

"I servizi IoT sono il reale elemento che traina il valore nell'IoT e la crescente attenzione è focalizzata sui nuovi servizi da parte di vendor e organizzazioni end-user" ha osservato Jim Tully, vicepresidente e distinguished analyst per Gartner.

"Oltre alle auto connesse, i casi d'uso consumer continueranno a costituire la maggior parte dei dispositivi connessi, mentre sul lato enterprise vi sarà la spesa maggiore" ha continuato Tully. Gartner stima che 4 miliardi di dispositivi connessi saranno usati nel settore consumer nel 2016, e che questo raggiungerà i 13,5 miliardi nel 2020. In termini di spesa hardware le applicazioni consumer arriveranno a 546 miliardi di dollari nel 2016, mentre la spesa per dispositivi connessi in ambito enterprise sarà di 868 miliardi di dollari.

Gartner considera, per l'ambito enterprise, due tipologie di dispositivi connessi. La prima classe consiste di dispositivi generici e trasversali ai settori, mentre la seconda riguarda dispositivi verticali o specifici che si trovano solo in particolari settori. I dispositivi trasversali includono per esempio lampadine connesse, sistemi di ventilazione, condizionamento e riscaldamento e sistemi di gestione degli edifici che sono principalmente allestiti per scopi di contenimento dei costi. La classe specifica invece include dispositivi usati in campo ospedaliero, o per il tracciamento di merci e container e via discorrendo.

"I dispositivi connessi per l'uso specializzato sono attualmente la categoria più ampia ma la situazione sta cambiando rapidamente con la crescita dell'uso di dispositivi generici. Per il 2020 i dispositivi trasversali domineranno il volume dei dispositivi connessi usati in ambito enterprise" ha precisato Tully.

5 Commenti
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gd350turbo13 Novembre 2015, 15:24 #1
Non sarebbe quindi il caso di accelerare il passaggio ad IPV6 ?
GTKM13 Novembre 2015, 16:34 #2
Originariamente inviato da: gd350turbo
Non sarebbe quindi il caso di accelerare il passaggio ad IPV6 ?


Ma si sta già passando ad IPv6. Il punto è che non puoi, dall'oggi al domani, cambiare tutto.
maxsy13 Novembre 2015, 20:52 #3
lampadine connesse?

Unrealizer14 Novembre 2015, 12:24 #4
Originariamente inviato da: GTKM
Ma si sta già passando ad IPv6. Il punto è che non puoi, dall'oggi al domani, cambiare tutto.


proprio per questo ha detto "accelerare il passaggio"
(e proprio ieri ho avuto problemi con un tool, Docker, proprio perché non riusciva a collegarsi ad una macchina tramite IPv6...)
GTKM14 Novembre 2015, 12:37 #5
Originariamente inviato da: Unrealizer
proprio per questo ha detto "accelerare il passaggio"
(e proprio ieri ho avuto problemi con un tool, Docker, proprio perché non riusciva a collegarsi ad una macchina tramite IPv6...)


Ma non è così facile "accelerare il passaggio", è questo il punto.

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