Micron riduce gli esuberi, con il coinvolgimento di STM
Micron e i rappresentanti dei lavoratori trovano un accordo: i 419 esuberi vengono ridotti a 48, grazie anche all'impegno di STM che assorbirà 170 lavoratori
di Andrea Bai pubblicata il 15 Aprile 2014, alle 16:11 nel canale MercatoNei giorni scorsi è stato raggiunto un importante accordo tra Micron Technology e i rappresentanti dei lavoratori presso il Ministero del Lavoro di Roma: oggetto del tavolo di trattativa è stata la riduzione del taglio dei posti di lavoro in Italia che l'azienda ha annunciato alla fine del mese di gennaio. Ricordiamo infatti che Micron Italia aveva annunciato un piano di 419 esuberi (la maggior parte ingegneri), che avrebbe ridotto del 40% l'organico dell'azienda nel nostro Paese.
Il confronto ha portato al coinvolgimento di STMicroelectronics, dal momento che i posti di lavoro di Micron in Italia seguono, in parte, l'acquisizione della compagnia di memorie Numonyx avvenuta nel maggio del 2012. Numonyx è nata come joint-venture tra Intel e STMicroelectronics e per questo motivo molti impiegati STM sono stati poi ricollocati nelle sedi Micron di Agrate Brianza, Arzano, Catania e Avezzano.
Il nuovo accordo include la cancellazione di 85 tagli da parte di Micron che, assieme alle 14 persone che nei mesi precedenti ha lasciato il lavoro, riduce il numero degli esuberi a 320. STM si preparerà a riassorbire 170 persone, riducendo ulteriormente il numero a 150.
Micron si è impegnata a migliorare la propria offerta di riqualificazione, con 40 posizioni aperte in Italia e altre 62 posizioni all'estero più un incentivo di 30 mila euro. Rimangono quindi 48 lavoratori in disoccupazione, ai quali saranno offerti 28 mesi di stipendio aggiuntivo.
Nell'accordo Micron ha confermato che intende investire 20 milioni in Italia nel corso dei prossimi tre anni. "Abbiamo identificato una buona soluzione, ma saremo soddisfatti solamente quando avremo trovato una soluzione per tutti gli impiegati" ha dichiarato Luca Maria Colonna, segretario nazionale Uilm.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infomi spiace infinitamente per i lavoratori,
ma aziende così, aziende in attivo, che speculano sulla pelle dei loro impiegati, di quelli che hanno fatto la loro fortuna fino a ieri, non meritano di esistere.
ed il tutto è (consapevolmente o meno) scandalosamente ignorato da anni dai vari governi e ministeri del lavoro italiani che si sono succeduti,
ed hanno permesso lo scempio della delocalizzazione selvaggia all' estero di tante importanti aziende.
questo -è bene dirlo- avviene solo in Italia (ed in Grecia).
in più l' inadeguato ministro Guidi ha pure consigliato ai lavoratori italiani (tutti laureati, una delle poche eccellenze nostrane nel panorama dell' IT) della micron di andare a lavorare all' estero!
in che mani siamo..
nel 2013 Micron ha avuto un utile di 1,71 miliardi di dollari, quindi non stanno proprio con le pezze al culo... si vede che vogliono eliminare il sito italiano
dipende tutto dall'età
anche io a 34 anni prenderei subito un incentivo di quel tipo senza pensarci 1 secondo
tieni presente che ci sono persone che hanno 50 o 55 anni e devono aspettare parecchio per la pensione
a quell'età dove lo trovi un altro lavoro, specialmente in un periodo come questo?
ricordo che quando ero in Nokia un tizio abbastanza giovane (mi pare sui 45) accettò quel tipo di liquidazione per aprire un bar
altri più anziani decisero di accettare e farsi bastare i soldi per quei 2-3 anni che gli rimanevano prima di prendere la pensione
parecchi però rifiutarono perché non vedevano alternative e li capisco...
questa mentalità è solo grazie ai nostri politici che negli anni con i loro disastrosi contratti e le tante promesse e pochi fatti, hanno rovinato il Wellfare lavorativo ed il tessuto industriale italiano...perché in italia di industrie che producevano materie prime (non piccole start-up giovanili che forniscono servizi, terziario) ce ne erano tante, eccome...
eheheh... un po' hai ragione tu, un po' io la penso così perchè anche io faccio parte proprio di quelle "piccole start-up giovanili che forniscono servizi" (anche se - e lo dico in anteprima - stiamo per lanciare un nostro prodotto) (e anche se a 34 anni non so quanto possa essere definito giovanile)
oltre a fare il consulente per due diverse società.
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