Microsoft investe nel commercio (legale) di marijuana
Microsoft è la prima grande azienda ad investire nel commercio legale di marijuana. La casa di Redmond ha annunciato una partnership con la startup Kind per creare un software per il tracking delle piante di marijuana, dai semi alla vendita.
di Salvatore Carrozzini pubblicata il 17 Giugno 2016, alle 09:25 nel canale MercatoMicrosoft
Microsoft ha scelto di investire risorse nel commercio legale di marijuana collaborando con la startup Kind allo sviluppo di un software che permette di tracciare l'intero ciclo di vita delle piante, dai semi, sino alla fase di distribuzione nei mercati in cui la vendita è legale e regolamentata. La notizia viene confermata dai dirigenti delle due aziende, come riporta il New York Times. Si tratta della prima grande azienda che sceglie di investire apertamente in un settore che, per ovvie ragioni, riguarda un tema particolarmente delicato e dibattuto.
Il software, basato su Azure, la piattaforma cloud di Microsoft, è progettato quindi per facilitare la vendita e il commercio della cannabis per scopi medici o ricreativi nelle nazioni in cui tale attività non è vietata. Kind ha dichiarato:
L'obiettivo di questo rapporto è sfruttare le risorse di ciascuna azienda per fornire allo Stato, alla Contea e ai Comuni soluzioni appositamente realizzate per il track and trace (dal "seme alla vendita" nel settore della cannabis)
Una decisione non certamente semplice quella adottata da Microsoft, tenuto conto che il tema del commercio legale di cannabis divide tuttora l'opinione pubblica tra sostenitori e detrattori. Premettendo che il comportamento di Microsoft è del tutto in linea con un'attività regolamentata e contribuisce a regolamentarla con un'importante servizio di tracking delle piante, il commercio di cannabis resta al tempo stesso stigmatizzato da parte dell'opinione pubblica.
Il dibattito sulla legalizzazione della marijuana è ancora vivo in molte parti del mondo, ma, secondo la visione di Microsoft, si tratta di un settore di attività destinato ad espandersi. Come sottolinea Kimberly Nelson, direttore esecutivo di Microsoft per le soluzioni destinate alle amministrazioni statali e locali:
Crediamo che si sarà una crescita significativa. Con la regolamentazione del settore ci saranno un maggior numero di transazioni e, crediamo, requisiti e strumenti più evoluti.
Per entrare nel mercato del commercio marijuana, Microsoft ha scelto un partner, Kind, che offre vari prodotti atti a raggiungere lo scopo, compresi alcune postazioni, simili a sportelli bancomat, che semplificano la distribuzione. A scanso di equivoci, la casa di Redmond non avrà alcun ruolo attivo nella gestione di tali chioschi, nè tanto meno nell'attività che sta a monte.
Microsoft, come è solita ricordare, è un'azienda che sviluppa software e lo scopo della collaborazione è esclusivamente quello di fornire soluzioni software per le organizzazioni governative statali e locali che sviluppano la normativa per disciplinare l'attività di vendita. Resta il fatto che associare il proprio nome a quello di un'azienda che si è schierata a favore della vendita è una scelta coraggiosa e sostanzialmente inedita tra i Big del settore IT. David Dinenberg, fondatore e amministratore delegato di Kind, non fa mistero di aver proposto collaborazioni analoghe ad altri importanti aziende senza successo. Sarà interessante valutare se la formale rottura del taboo determinata dalla scelta, apertamente dichiarata, di Microsoft di investire nel settore rappresenterà un esempio per altre aziende interessate.
L'intero dibattito deve poi essere contestualizzato nell'ambito del mercato statunitense in cui 25 stati hanno legalizzato il commercio di marijuana, molti per usi medici, altri per scopi ricreativi, come il Colorado, l'Oregon e Washington. Un numero che potrebbe ulteriormente espandersi in autunno con la votazione a favore o contro la vendita che si terrà in altri cinque stati, compreso quello della California.
39 Commenti
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HAI VINTO TUTTO!!
vedremo come va a finire.
sono favorevole alla legalizzazione per togliere soldi alla criminalità e ripartire con tutti gli altri usi dell canapa oltre al fumarsela.
sono un po' incerto sugli effetti epidemiologici, ma già così è bella diffusa e tollerata anche qui, edi sicuro non è controllata la qualità
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