Spotify rinnova con Warner, e la strada verso la quotazione si fa in discesa

Spotify rinnova con Warner, e la strada verso la quotazione si fa in discesa

Waner era l'ultima delle grandi etichette a non aver ancora trovato un punto di incontro con Spotify. Ora la società di streaming può dedicarsi alle operazioni di accesso in borsa, che potrebbe avvenire anche entro la fine dell'anno

di pubblicata il , alle 10:21 nel canale Mercato
Spotify
 

Spotify ha annunciato di aver rinnovato l'accordo di licenza con Warner, l'ultimo tassello chiave prima di poter procedere con le operazioni di quotazione sul mercato nell'ultima parte del 2017 o all'inizio del 2018. L'accordo siglato con Warner dovrebbe essere simile se non identico a quello già stretto con Universal lo scorso mese di aprile e che prevede l'opzione di ritardare i nuovi album per l'utenza con sottoscrizione gratuita e una pausa per i pagamenti in royalty da parte di Spotify all'etichetta.

L'annuncio è stato diffuso da Warner tramite Instagram, con il Chief Digital Officer della società, Ole Obermann, che ha dichiarato: "Ci abbiamo messo un po' ma ne è valsa la pena, dato che siamo arrivati ad un insieme di termini di accordo focalizzati sul futuro. Assieme a Spotify abbiamo trovato modi nuovi per rafforzare il valore della musica, creare benefici per gli artisti ed entusiasmare i fan in tutto il mondo".

A questo punto Spotify, avendo rinnovato gli accordi di licenza con le grandi etichette del mondo musicale - Sony, Universal e Warner -, ha tutte le carte in mano per poter prevedere i costi dei prossimi anni e stabilire quindi una previsione più attendibile sull'andamento del proprio business. La società sta cercando di accelerare l'approdo in borsa per poter evitare l'innescarsi di clausole che porterebbero ad una crescita spropositata l'interesse sul debito di un miliardo in obbligazioni convertibili emesse a marzo del 2016.

Come avevamo già avuto modo di notare nelle passate settimane, Spotify sta pianificando l'ingresso in borsa passando per una via meno tradizionale rispetto all'offerta pubblica iniziale e pensa invece di sfruttare la pratica dell'accesso diretto al listino. Ciò prevede che siano gli insider della società, e non la società stessa, a vendere sul mercato le proprie quote così da poter adottare una procedura molto più snella. Nel caso la via battuta fosse proprio questa (la SEC, del resto, ha già dato il benestare) si tratterebbe di una delle più grandi società a quotarsi senza IPO e la prima per quanto riguarda il listino NYSE.

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