Terremoto nella criptoeconomia: la Cina pensa di vietare i servizi di cambio
Le autorità cinesi stanno pensando di imporre la sospensione delle attività ai servizi di cambio di criptovalute. Le voci che giungono dall'oriente comunque non sono ancora chiare, ma si tratterebbe di un duro colpo per tutte le criptovalute
di Andrea Bai pubblicata il 12 Settembre 2017, alle 13:41 nel canale MercatoIl fu Celeste Impero non ha mai mostrato particolare apprezzamento nei confronti delle criptovalute, e proprio in questi giorni sembra pronto a calare una pesante scure su questo mondo. Già la scorsa settimana la Cina aveva decretato il divieto di ICO - Initial Coin Offering (una pratica che recentemente è divenuta piuttosto frequente per raccogliere fondi in cambio di "token" digitali) intimando inoltre a tutti coloro i quali, nel paese, avessero raccolto fondi in questo modo di restituirli agli offerenti.
Ma la situazione sembra ancor più seria poiché sembra che le autorità cinesi stiano pensando di disporre la sospensione delle attività dei servizi di cambio di criptovalute presenti nel Paese. Purtroppo non c'è molta chiarezza sulla faccenda e secondo alcune fonti la decisione sarebbe già stata presa, mentre secondo altri è una questione in fase di valutazione e che comunque richiederà diversi mesi prima di poter diventare effettiva. I servizi di cambio in Cina affermano di non aver ancora ricevuto comunicazioni ufficiali.
Secondo le indiscrezioni che giungono dall'oriente, comunque, le autorità cinesi sono preoccupate del fatto che le criptovalute stiano creando "troppi disordini". Una posizione che non pare del tutto campata per aria, specie se si considera che nel 2016 molte persone hanno acquistato bitcoin vendendo yuan (la valuta a corso legale cinese) credendo in una svalutazione della moneta ufficiale. Senza considerare che tramite le criptovalute diventa abbastanza semplice scavalcare completamente il sistema bancario e trasferire capitali all'estero, una prospettiva che ovviamente risulta indigesta ad un governo autoritario come quello Cinese.
Ma cosa rappresenterebbe per la criptoeconomia una sospensione dei servizi di cambio cinesi? Basta considerare che negli ultimi mesi solamente i tre principali exchange cinesi (OKCoin, BTCChina e Huobi) hanno rappresentato il 45% circa dell market share di bitcoin. Insomma, un durissimo colpo per le criptovalute, specie in un momento in cui sono uscite dall'ombra e si sono presentate più volte agli occhi del pubblico più ampio.
22 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNon risolverebbero il problema e creerebbero un bel danno.
L'apprezzamento dell'oro negli ultimi 15 anni è stato in buona parte il risultato dei massicci acquisti da parte del crescente ceto medio cinese.
Per spedire un bitcoin in giro per il mondo basta un click
Spedire un lingotto d' oro è giusto un filino più difficile, le dogane solitamente non te li fanno passare così facilmente
la malavita ci va a nozze con delle valute non rintracciabili e capisco il fatto che possano anche attualmente essere usate anche per cose non illegali ma il fatto che rendano troppo facile la vita ai criminali è indubbio...
Chissà come mai tutti i ransomeware chiedono il pagamento in cryptovaluta...
Altre criptovalute, tipo Ethereum che è la seconda più diffusa, sì.
Tra l'altro gli exchange hanno sempre un sistema di verifica identità, immagino quelli cinesi non siano da meno, quindi il governo può sempre sapere chi possiede cosa e le transazioni che ha fatto...non può sapere verso chi, questo è vero!
Ma non è certo grazie ai bitcoin che negli ultimi anni sono sorti paradisi fiscali con segreto bancario...
Quindi se li chiudessero sposterebbero solo il "problema" altrove, i cinesi con una bella VPN potrebbero andare in un altro exchange che il governo cinese non potrebbe neanche controllare quindi perderebbero sia dati che gettito fiscale degli exchange piu grossi esistenti...non so magari mi sfugge qualcosa ma non vedo i vantaggi che potrebbero derivare da un ipotetico ban
Altre criptovalute, tipo Ethereum che è la seconda più diffusa, sì.
Il bitcoin è assolutamente tracciabile, la blockchain è in chiaro e hai la cronistoria di ogni transazione, al più hai uno pseudonimo (l'indirizzo del wallet) ma una volta che lo associ ad una persona fisica, sai tutto quello che ha fatto dal 2009 all'eternità, tra le monete non tracciabili c'è monero. Se la moneta corrente avesse la blockchain dei bitcoin, il riciclaggio sarebbe estinto e tutti arrestati
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