24 hard disk SATA in uno chassis a 4 unità
Supermicro abbina una elevata potenza elaborativa, sino a 4 processori, a configurazioni di storage particolarmente complesse. Il tutto in sole 4 unità rack di ingombro.
di Paolo Corsini pubblicata il 07 Marzo 2009, alle 08:14 nel canale Device
61 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoVoi mettereste i vostri dati di produzione su dei dischi SATA?
Non so, sono sempre più dubbioso... non riesco ad identificare il target di questo bussolo.
vi sono sempre più aziende che usano i sata per archiviazione dal momento che costano molto meno dei sas.
puoi pure controllare il sito dell per capire che di default li consigliano. magari un paio in più per sicurezza.
e io non ci trovo nulla di male, dal momento che i sata impiegati per ambito server son quelli certificati 24/7
P.S. sarebbe proprio un bel htpc da mettere in salotto quello della news!
Comunque bello questo qua, se proprio non lo volete usare come server, questo è il sistema perfetto del pornografo per eccellenza, 24 dischi tutti da riempire di porcherie di ogni genere.
Imho volendo volendo volendo...mmm...potrebbe essere pure adatto ad uso didattico nelle scuole, lo adotterei nel progetto "one pc for child"...da regalare al compleanno ad ogni pargoletto della famiglia
tanto per capire
Io ho appena rinnovato il contratto per il mio rack all'IDC Telecom di Rozzano (MI) e meno di un rack non conviene, ormai la differenza la fanno i tagli di banda e i servizi extra.
Voi mettereste i vostri dati di produzione su dei dischi SATA?
Non so, sono sempre più dubbioso... non riesco ad identificare il target di questo bussolo.
Del resto con un array raid5 e un hot spare da parte si ha una ragionevole solidità anche se si usassero dischi di terza mano abbandonati sotto la pioggia e in mezzo al fango...
Il problema vero è un altro, ma che servizi di supporto ha Supermicro?
Chi si fida a comprare una macchina del genere e usarla in produzione senza quella assistenza puntuale e tempestiva che IBM o Dell possono garantire?
Quali strumenti di controllo e monitoraggio si possono utilizzare per gestire e manutenere un oggetto del genere, anche solo sul versante storage (che è certamente il più fragile)?
Non pretendo certo tools stile IBM Director o la suite della Dell, ma quale solidità anche lato sw può garantire il produttore di questa macchina?
Poi quali strumenti di controllo remoto può fornire un server "assemblato"? Devo arrangiarmi con uno stupidissimo switch kvm o ci sono sistemi dedicati tipo IBM Remote Supervisor o Dell Drac che danno il controllo totale anche dell'alimentazione?
Sono queste le cose che a me spaventano di più, a me pare che l'hardware francamente sia l'ultimo dei problemi di questo server, sarebbe più da chiedersi se il produttore è in grado di garantire le condizioni necessarie per fare di questa macchina una macchina di produzione
Ma che dici, un buon muletto piuttosto
avrà di certo connessioni in fibra o almeno 2x 10 gbit.. sennò non ci si viaggia molto bene con 24 dischi (raid 5 o 6 ?)
di certo non lo vedo bene in una farm enorme dove ogni processo puo' essere assolto da un singolo sistema dedicato.. questo lo vedo melgio a fare più cose in virtù di come è fatto.. ha tutto.. dai dischi (max 48 TB raw) alle cpu (4 xeon MP) alla ram (48 gb..) e puo' avere anche sk aggiuntive da quel che si vede...
quindi lo vedo solo per sistemi "piccoli" dove si ha un unico mobiletto e dentro c'è tutto quello che serve per l'ufficio..
tanto per capire
48 TB con dischi enterprise SATA 7200 (2TB disco), 7.2 TB per SATA 10.000 (300GB disco), ma conviene usare 2 livelli separati, uno con 4 dischi per il sistema operativo (10000RPM in raid5), uno con 20 dischi per le funzioni di storage.
soluzione interessante per terminal server di basso livello, per think-client diskless, I-SCSI e per svariati altri ambiti dove oltre alla capacita' conta anche la computazione;
si otterrebbe un buon server sul quale far girare il router, il server host, il backup....
oltretutto la possibilita' di usare 24 moduli FB-dimm rende possibile una virtualizzazione spinta.
2 di questi ridondanti possono tenere in piedi oltre 100 client di basso profilo, avere un backup integrato, la manutenzione diretta sulla sola macchina server, ed in caso di failure di uno dei due, si passa all'altro, senza interruzione di lavoro.
li vedo bene in uffici dove i PC si usano solo in ambito office, tipo quelli della pubblica amministrazione, mettendo dei client diskless tipo i fujitsu, magari attacco VESA, a basso consumo.
qualora un client si guasti, l'amministratore va' sulla postazione e cambia direttamente il client HW con uno di riserva, ed il tempo d'attesa dell'utente e' dovuto solo all'attacco dei cavi (addirittura potrebbe riprendere la sessione di lavoro da dove l'ha interrotta, perche' remota).
Pavlov...
Roba da chiodi! puntuale come un orologio svizzero la battuta su Crysis...
Sarà un riflesso involontario?
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