Dall'University of Wisconsin un nuovo circuito integrato indossabile

Dall'University of Wisconsin un nuovo circuito integrato indossabile

Spesso appena 25 micrometri, il particolare circuito può essere utilizzato per applicazioni biomedicali con nuovi dispositivi indossabili

di pubblicata il , alle 10:01 nel canale Scienza e tecnologia
 

Un gruppo di ricercatori ed ingegneri dell'University of Wisconsin - Madison ha realizzato un circuito integrato indossabile, estensibile e flessibile preparando il terreno ad un'accelerazione di Internet of Things e alla realizzazione di dispositivi indossabili ancor più personali.

Il gruppo si è posto l'obiettivo di realizzare una piattaforma che permettesse ai produttori di espandere le capacità e le applicazioni dell'elettronica indossabile, specie quelle del campo biomedicale e con particolare attenzione allo sviluppo di dispositivi che possano beneficiare delle nuove generazioni di tecnologie wireless 5G.

Il nuovo circuito integrato è caratterizzato da una particolare struttura ispirata ai cavi del telefono accoppiati e attorcigliati, contenendo due piccole linee di trasmissione che si intrecciano in un percorso a S. La forma a serpentina, che viene realizzata in due strati con blocchi di metallo segmentati, offre alle linee di trasmissione la capacità di estendersi senza condizionare le prestazioni e aiuta inoltre a schermare le linee dalle interferenze esterne e a confinare le onde elettromagnetiche che passano lungo di esse, eliminando quasi completamente la perdita di corrente.

Questa struttura è capace di operare ad una frequenza radio fino a 40GHz. Lo spessore del piccolo dispositivo è di appena 25 micrometri, suffficientemente sottile da poter essere utilizzato in sistemi elettronici epidermici. "Abbiamo trovato un modo per integrare transistor attivi ad alta frequenza in un circuito utile che possa essere wireless. Si tratta di una piattaforma che apre le porte a molte nuove possibilità".

La ricerca è stata supportata dall'Air Force Office of Scientific Research, suggerendo che questa tecnologia potrebbe trovar posto negli equipaggiamenti dei piloti in un futuro non molto lontano.

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