In un video dell'INGV su YouTube il propagarsi del terremoto del 30 ottobre a Norcia

In un video dell'INGV su YouTube il propagarsi del terremoto del 30 ottobre a Norcia

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha realizzato il video dell’animazione della propagazione sulla superficie terrestre delle onde sismiche generate dal terremoto di Mw 6.5 delle ore 07.40 del 30 ottobre 2016 che ha coinvolto l’Italia Centrale

di pubblicata il , alle 15:29 nel canale Scienza e tecnologia
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Il sisma che ha colpito l'Italia centrale con epicentro tra Norcia e Preci è stato uno dei più forti degli ultimi anni, per la precisione il più forte da quello di magnitudo 6,9 che colpì l'Irpinia nel novembre del 1980. In questi giorni si parla molto della misura dell'intensità dei terremoti, con molte sterili polemiche sul fantomatico 'declassamento' dei terremoti. La tecnologia oggi ci permette, tramite le simulazioni, di avere un'idea più precisa di quello che accade durante un terremoto. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha realizzato il video dell’animazione della propagazione sulla superficie terrestre delle onde sismiche generate dal terremoto di Mw 6.5 delle ore 07.40 del 30 ottobre 2016 che ha coinvolto l’Italia Centrale. Come per quello che riguarda la stima definitiva dell'intensità del terremoto, anche in questo caso siamo di fronte a un'animazione preliminare: come spiegato sul sito dell'istituto 'saranno noti solo nei prossimi giorni i dettagli del processo di rottura che, per eventi di questa magnitudo, sono fondamentali per un’accurata simulazione della propagazione delle onde'.

Per precisione riportiamo in modo tesutale anche la la spiegazione di quello che si vede nel video: 'Le onde di colore blu indicano che il suolo si sta muovendo velocemente verso il basso, quelle di colore rosso indicano che il suolo si sta muovendo verso l’alto. L’intensità del colore è maggiore per spostamenti verticali più veloci. Ogni secondo dell’animazione rappresenta un secondo in tempo reale. Sono rappresentati i primi 2 minuti a partire dall’origine dell’evento sismico'.

L'animazione rende evidente come in superficie la scossa di terremoto si traduca in un'onda dalla propagazione circolare, pari a quella generata sulla superficie dell'acqua quando vi viene gettato un sasso. L'animazione è in tempo reale (un secondo di video corrisponde a un secondo nella realtà) e permette anche di avere un'idea della velocità con cui le onde viaggiano nello spazio e - ad esempio - il tempo impiegato dalle onde (con la relativa intensità) per raggiungere la capitale o la sponda opposta dell'Adriatico.

Come speficato sul sito 'Non si tratta di un’animazione artistica ma della soluzione delle equazioni che descrivono il processo di propagazione. La velocità e l’ampiezza delle onde sismiche dipendono dalle caratteristiche della sorgente sismica, dal tipo di suolo che attraversano e anche dalla topografia. Esse, quindi, non si propagano in maniera uniforme nello spazio e, di conseguenza, luoghi posti alla stessa distanza dall’epicentro risentono del terremoto in maniera completamente diversa. In questo caso si osserva, ad esempio, che le onde si sono propagate con maggiore intensità e più a lungo verso le regioni adriatiche, verso il Lazio e la Toscana meridionale'.

Altre note indicano che per ridurre i tempi di calcolo e viste le limitate conoscenze attuali dei dettagli del sottosuolo, la simulazione a scala italiana di questa animazione è relativamente “a bassa frequenza”, visualizza cioè le frequenze delle onde fino a 0.25 Hz. Questo significa che il fronte d’onda “interagisce” con oggetti delle dimensioni di 2/4 km. La risposta sismica locale è quindi limitata agli effetti di strutture geologiche di queste dimensioni. Aumentando il contenuto in frequenze, si evidenzierebbero dettagli più piccoli e, ad esempio, l’amplificazione dovuta ai sedimenti. Inoltre per migliorare la visualizzazione delle onde lontano dall’epicentro, la scala dei colori è saturata a 0.08 m/s: tutti i valori superiori a 0.08 o inferiori a -0.08 hanno lo stesso colore rosso scuro – blu scuro, rispettivamente.

14 Commenti
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World31 Ottobre 2016, 17:11 #1
Bell'articolo
oasis66631 Ottobre 2016, 17:41 #2
La scheda video 3D dell'INGV non è abbastanza potente: il rendering va a scatti.
devilred31 Ottobre 2016, 18:16 #3
ottimo articolo! grande REDAZIONE. una tematica attuale che fa grande uso di tecnologia e informatica.
ma posso permettermi di fare una richiesta??? perche' non organizzate una bella giornata insieme agli addetti dell'INGV e ci mostrare dove/come e con che macchine/software lavorano???, sarebbe una cosa da sballo. grazie
jepessen31 Ottobre 2016, 19:19 #4
Originariamente inviato da: oasis666
La scheda video 3D dell'INGV non è abbastanza potente: il rendering va a scatti.


A dire il vero e' fatta a regola d'arte, dato che per questo tipo di simulazioni la regola e' quella di tenersi come passo di simulazione quello pari ad un quinto del periodo dell'onda almeno, e dall'animazione sembra che questo step temporale sia mantenuto. Ridurre lo step di simulazione avrebbe forse reso l'animazione piu' fluida ma non avrebbe aggiunto niente oltre al fatto che sarebbe aumentato in modo esponenziale il tempo di elaborazione, e questi non sono calcoli che si fanno in un'oretta...
marchigiano31 Ottobre 2016, 20:00 #5
ma se hanno bisogno di potenza di calcolo non possono richiederla a boinc?
+Benito+31 Ottobre 2016, 22:42 #6
non mi è chiaro perchè simulino le velocità e non le accelerazioni, che troverei più sensate, comunque è carino.
keroro.9001 Novembre 2016, 02:56 #7
Originariamente inviato da: oasis666
La scheda video 3D dell'INGV non è abbastanza potente: il rendering va a scatti.

Direi proprio di no, è voluta la cosa......

Originariamente inviato da: marchigiano
ma se hanno bisogno di potenza di calcolo non possono richiederla a boinc?

Credo abbiano più di qualche progetto sul centro di calcolo italiano.....Boinc è bello ma ha anche i suoi limiti....
oasis66601 Novembre 2016, 10:24 #8
Originariamente inviato da: jepessen
A dire il vero e' fatta a regola d'arte, dato che per questo tipo di simulazioni la regola e' quella di tenersi come passo di simulazione quello pari ad un quinto del periodo dell'onda almeno, e dall'animazione sembra che questo step temporale sia mantenuto. Ridurre lo step di simulazione avrebbe forse reso l'animazione piu' fluida ma non avrebbe aggiunto niente oltre al fatto che sarebbe aumentato in modo esponenziale il tempo di elaborazione, e questi non sono calcoli che si fanno in un'oretta...


Ero ironico...
+Benito+02 Novembre 2016, 09:15 #9
Originariamente inviato da: Bellaz89
Beh, la velocita' media e' connessa con la densita' di energia meccanica nel terreno.


Sì e la marea è connessa con la massa della luna. I terremoti sono caratterizzati dalla accelerazioni al suolo non dalle velocità.
+Benito+02 Novembre 2016, 10:54 #10
In un evento dinamico poi tirare fuori i valori che vuoi, velocità compresa, ci mancherebbe. La cosa che mi sembra strana è che si sia messa l'evidenza sulla velocità quando non è il parametro che determina il danno.
Il classamento delle zone sismiche e delle sottozone è fatto in base all'accelerazione al suolo. Le accelerazioni determinano due risposte: quelle orizzontati e quelle verticali.
Le seconde sono generalmente ben tollerate perchè anche quando le accelerazioni sono alte sono comunque una frazione di quella di gravità. Un terremoto con accelerazioni di 0,5 m/s^2 è un terremoto cazzuto. L'effetto di carico sulle strutture per la massa accelerata rientra nei parametri di sicurezza (non si vedono difatti mai muri sfondati per schiacciamento o travi spezzate a taglio).
L'azione trasversale invece è assassina, perchè gli edifici non sono fatti per resistere tangenzialmente. Uno scuotimento di pari intensità in senso orizzontale, indipendentemente dalla velocità raggiunta (che è funzone del tempo per cui l'accelerazione perdura) provoca gravi danni: i tamponamenti escono dai telai in calcestruzzo, le strutture poco nervate quando i pilastri si inclinano si fessurano nei nodi e cedono sul fianco.
Sono le accelerazioni che generano le forze in funzione delle masse, non le velocità

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