Intel, più ricerca e più varia oltre i 10 nanometri

Intel, più ricerca e più varia oltre i 10 nanometri

Il futuro oltre i 10 nanometri è nebuloso: Intel avverte che è necessario differenziare la ricerca, per poter portare avanti parallelamente più strade che possano consentire il prosieguo della legge di Moore

di pubblicata il , alle 09:52 nel canale Scienza e tecnologia
Intel
 

Mike Mayberry, responsabile delle attività component reseach di Intel Corporation, ha cercato di gettare uno sguardo verso il futuro dello sviluppo dei chip di silicio riconoscendo che attualmente non è possibile avere un quadro chiaro di cosa potrà accadere oltre i processi produttivi a 7 nanometri. Secondo Mayberry, inoltre, i metodi di ricerca collaborativa che bene hanno funzionato fino ad ora nel settore dovranno cambiare ed essere più aperti. Le dichiarazioni giungono in occazione dell'IMEC Technology Forum a Bruxelles.

Mayberry afferma che tutto ciò che arriva fino al nodo di processo CMOS a 10 nanometri, attualmente è in fase di sviluppo presos i laboratori Intel e pronto per la produzione in volumi nel 2015, è di fatto già pronto. Ma è da questo punto in poi che si presentano i problemi, quando diventa più difficile cercare di capire come sarà possibile continuare a raddoppiare la densità dei transistor e le prestazioni ogni due anni.

Attualmente le varie idee in campo per assicurare un futuro alla legge di Moore sono rappresentate dall'impiego del germanio, dai materiali III-V nel canale transistor e dal passaggio dalle attuali strutture "fin" verso nanocavi verticali e dot con strutture Gate-All-Around. Ma oltre a queste innovazioni, che dovranno essere affrontate comunque con un cospicuo esborso, il futuro è incerto.

Già da qualche anno Intel ha cercato di attrezzarsi per dare una risposta all'interrogativo, dando vita ad un'iniziativa di ricerca interna sulla nanoelettronica che ha portato a 20 differenti strade per realizzare le tecnologie di switching del futuro. Il filo rosso di queste strade è la spintronica, dove l'informazione viene codificata con lo spin degli elettroni. Si tratta però di strade che dovranno essere percorse nel medesimo tempo, dal momento che sarà necessario almeno un decennio affinché un radicale cambiamento nel modo di eseguire le operazioni fondamentali possa giungere a maturazione.

Tutto ciò deve però anche avvenire in uno scenario dove la fa da padrone il modello collaborativo, in cui molte compagnie compartecipano alle attività di ricerca per dare luogo infine ad un solo processo produttivo che viene utilizzato da varie compagnie e vari prodotti, portando così ad un consolidamento sul lato dei produttori. A tal proposito però Mayberry ha spiegato: "Ci sono pochi clienti per le attività di ricerca e ci sono problemi di percezioni con i governi. C'è la tentazione di diventare clienti di queste collaborazioni, ma il settore si deve muovere e supportare varie ricerche su processi differenti". Il settore richiede costante innovazione e nuovi materiali allestiti in complesse strutture tridimensionali diventeranno la norma. "Oggi abbiamo anche più scelta di quanto avessimo nel passato, ma per la ricerca è sia un bene, sia un male".

Mayberry ha inoltre espresso le proprie opinioni sulla difficoltà di portare avanti attività di ricerca da parte di un settore che sta affrontando un momento particolare dove la crescita rallenta e i margini sono in calo. "Si tratta di finanziare le giuste collaborazioni. Nel settore ci sono sufficienti risorse disponibili. E' come risparmiare per un fondo pensione, una scelta tra acquistare una costosa automobile oggi o mettere qualcosa da parte per il futuro".

3 Commenti
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Pat7723 Maggio 2013, 10:38 #1
Ottima strategia, è la base per proporre ottimi prodotti all'utenza. Sono contento di leggere che non si va verso un'unica strada ma se ne sondano di diverse.
AleLinuxBSD23 Maggio 2013, 20:01 #2
Originariamente inviato da: Pat77
Ottima strategia, è la base per proporre ottimi prodotti all'utenza. Sono contento di leggere che non si va verso un'unica strada ma se ne sondano di diverse.

Diciamo che nessuno ha la sfera di cristallo per sapere in anticipo quale strada percorrere per il raggiungimento dell'obiettivo prefisso quindi più che di strategia parlerei di semplice necessità abbinata a buon senso (elemento più unico che raro di questi tempi ...).

Per il resto però io non sono così convinto che risulti davvero impellente e determinante riuscire a sviluppare processi produttivi ancora più miniaturizzati per "salire a più alte vette".

Da un punto di vista meramente hardware, a parità di processo produttivo, Arm ha dimostrato che è possibile ottenere un rapporto prezzo/prestazioni/consumi migliore, poi ci sarebbe pure il discorso di aumentare l'efficienza delle connessioni tra i vari componenti del Pc e l'importante parte software (1) che, pur essendo spesso determinante per riuscire ad usare al meglio un determinato hardware, risulta sempre languire, in ritardo.

Poi, si spera, che prima o poi pure il sonnolento settore delle batterie si risvegli dal suo torpore, in modo da ottenere soluzioni migliori, sia al livello di capacità, che di costi, in modo da rendere meno importante, pure nel segmento dei dispositivi portatili, il problema dell'autonomia delle batterie, dove l'attuale esigenza di miniaturizzazione risulta più sentita proprio perché è il modo relativamente più "semplice", per ridurre il problema.

In tutto questo speriamo però che i vari Governi non si facciano influenzare dalle lobby (intel o simili) per finanziare indirettamente questo tipo di progetti, quanto meno nel caso questi prodotti non risultino necessari oppure impiegati male.
Per dire un conto è usare certe potenze di calcolo per previsioni del tempo e simili, cioè ad usi civili, ben diverso è il caso per impieghi di tipo militare oppure, magari, spionistico per l'elaborazione di informazione privata, con buona pace a vari diritti ...
Giusto per decriptare la frase "percezione dei Governi" dell'articolo.

1) Sia al livello di software realmente ottimizzati per l'uso di sistemi multi-core che per l'uso delle Gpu.
rockroll24 Maggio 2013, 04:48 #3

Intel sta raschiando il fondo del barile!

Intel sta raschiando il fondo del barile!
Lo dissi tempo fa, e ne sono sempre più convinto oggi.

Sopratutto direi che non merita assolutamente continuare a raschiare, a prezzo di notevoli costi non suffragati da alcuna certezza, per ottenere miglioramenti ormai marginali: e perDIo, cosa costa ad Intel abbandonare le sua immensa presunzione (come in realtà accenna a fare) e smetterla con la fissazione della legge di Moore: è una battaglia che ormai combatte solo contro se stessa, e che è destinata a procurarle solo problemi e perdite.

Ben diverso è il discorso della pura ricerca, che non ha gli obiettivi commerciali che Intel ha sempre avuto, come hanno sempre dimostrato le sue politiche più o meno pulite.

Quando la pura ricerca, anche da parte di Intel ma certo non solo di lei, libera da pressanti scopi di ritorni economici a breve termine, avrà individuato qualcosa di totalmente nuovo su cui basare l'HW del futuro, inizierà per tutto il settore a livello mondiale e no solo per Intel una nuova fase di produzione, che non mi meraviglierà se porterà a valori di un altro ordine di grandezza, e magari a trend di crescita esponenziali, altro che la vetusta legge di Moore.

Se intel ne fa una questione di principio a rispettare suddetta legge sulle attuali tecnologie, va a finire che si svena inutilmente.
Ma daltronde, che si sveni o meno, arrivati al limite fisico delle tecnologie sulle quali insiste, non potrà che farsi raggiungere da una concorrenza che si sta facendo più agguerrita, e che non potendo contare sull'avanguardia tecnologica di produzione raggiunta da Intel, ha dovuto trovare altre soluzioni, essenzialmente architetturali, per poter in qualche modo competere.
A meno di una qualche improvvisa ed inopinabile scoperta nei suoi laboratori di ricerca prima che si costituisca un consorzio mondiale che proceda su questa strada, Intel è destinata a perdere tutto il vantaggio fin qui in un modo o nell'altro acquisito.

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