Memristore, debutto commerciale posticipato di qualche anno
HP avverte che sarà necessario attendere almeno fino al 2014 affinché i primi dispositivi commerciali basati sul memristore possano arrivare sul mercato. Le preoccupazioni di Hynix, partner produttivo di HP
di Andrea Bai pubblicata il 17 Luglio 2012, alle 08:19 nel canale Scienza e tecnologiaHP
Stan Williams, HP Labs Senior Fellow, ha dichiarato in occasione di una conferenza presso la Kavli Foundation, che il memristore subirà un ritardo per il suo lancio commerciale, con la disponibilità dei primi kit prevista in maniera imprecisata per il 2014. Lo stesso Williams in precedenza dichiarò che HP, assieme con il partner produttivo Hynix, avrebbe lanciato i primi memristori nel corso dell'estate del 2013. I tempi paiono invece essere slittati di qualche mese, con la disponibilità tecnologica dei primi dispositivi memristore alla fine del prossimo anno e con l'approdo sul mercato per quello successivo.
Il ritardo pare tuttavia essere dovuto a mere questioni commerciali. Hynix, infatti, ha già avuto modo di sollevare alcune preoccupazioni circa l'impatto che i memristori avranno sul mercato delle memorie flash (di cui la stessa Hinyx è un produttore di rilievo) dal momento che la tecnologia del memristore risulta adatta per sostituire le attuali memorie flash per applicazioni di storage. Williams ha sottolineato: "Le tempistiche con cui introdurremo il memristore sul mercato sono molto importanti. Si sta investendo molto di più per capire e modellare il mercato, che sulla ricerca". Non è pertanto da escludere che l'effettivo debutto del memristore sul mercato possa avvenire anche più tardi del 2014, quando Hynix avrà trovato il modo più opportuno per bilanciare il fatturato proveniente dai prodotti a memristore (che partono da zero) con quello delle memorie flash.
Williams ha inoltre precisato come la visione di HP non sia limitata al memristore ma si spinga oltre, a livello di prodotti: "La nostra motivazione non è di realizzare memristori, ma di assicurare che vi sia una catena di approvvigionamento. Non monetizzeremo dai memristori, ma da sistemi all'avanguardia che utilizzano queste soluzioni. Ottimisticamente i nostri sistemi potranno essere migliori di quelli dei concorrenti, dal momento che stiamo studiando questa tecnologia da molto tempo".
L'HP Labs Senior Fellow si è poi pronunciato sulla legge di Moore, ridimensionandone in qualche modo l'importanza: "Si sente parlare del limite della Legge di Moore, ma in realtà è irrilevante. I transistor non sono un fattore limite nei computer di oggi. Possiamo migliorarli di mille volte e ancora non vi sarebbe alcun impatto sul computer moderno. Il limte è rappresentato da come si muove e da come si conserva l'informazione. Si tratta di obiettivi visibili e conosciamo ciò che dobbiamo fare per raggiungerli. Possiamo continuare a migliorare computer e datacenter al passo della Legge di Moore per almeno altri 20 anni, senza arrivare a qualcosa come la computazione quantistica o neuronale".
Durante la conferenza è inoltre intervenuto Paul Weiss, direttore del California NanoSystems Institute, parlando delle tecnologie basate sui fotoni: "La luce è una maniera molto più veloce per comunicare in un dispositivo rispetto agli elettroni. La lunghezza d'onda della luce è però più grande delle strutture semiconduttori che facciamo ora. I ricercatori sono però riusciti a realizzare sistemi molto interessanti per operare con la luce su scala nanoscopica. Se siamo in grado di ridurre queste strutture di uno, due o più ordini di grandezza le cose si faranno interessanti soprattutto in termini di velocità e quantità dell'informazione che possiamo spostare in un chip o tra chip".
E anche Williams concorda con il parere di Weiss: "A livello datacenter ogni volta che c'è la necessità di spostare i dati su una distanza superiore a qualche millimetro, lo si fa con i fotoni. Il nostro modello è che la comunicazione sia fatta con i fotoni, la computazione con gli elettroni e lo storage con gli ioni. Ognuno ha i suoi limiti, ma in ultima istanza saranno tutti integrati insieme in un singolo chip".
5 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoovvio!
Credo che la stessa cosa la applichino anche con le batterie e altri belle scoperte,solo per non rovinarsi il business,farmaceutica compresa....Anzichè iniziare a vendere il prodotto e ricavarci denaro, da rinvestire magari in ricerca per migliorarlo, attendono.
Hanno un vantaggio sugli altri produttori, un prodotto pronto che gli altri non possono ancora vendere, potrebbero cominciare ad immetterlo magari ad alto prezzo su mercati professionali o di nicchia, invece così rischiano di farsi raggiungere dalla concorrenza.
Se hai un prodotto pronto che può avvantaggiarti e non lo commercializzi, qualcosa puzza. O ci sono problemi tecnici che non vogliono divulgare, o comincio a sospettare qualche tipo di cartello.
Il motivo più probabile è che si aspettassero di fare la transizione alla produzione dei memristori con meno problemi di quelli che hanno effettivamente incontrato.
Questo perché non basta adattare i macchinari, ma tutto il processo produttivo deve essere riadattato, inclusa la gestione della qualita.
Per le flash sono molti anni che sono state messe a punto le tecniche di analisi per capire quando una linea produttiva sta per iniziare a produrre troppa roba fallata (lo possono "predire" valutando le variazioni di vari parametri dei chip "buoni" prodotti nel frattempo), i memristori sono radicalmente diversi e quindi mi sarei stupito che non avessero incontrato problemi proprio sotto quell'aspetto.
http://www.reghardware.com/2012/07/17/micron_mass_produces_phase_change_memory/
Dopo anni che se ne parlava, Micron ha iniziato a commercializzare memorie a cambio di fase (PCM) per applicazioni embedded.
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".