NASA e Google: scoperto un nuovo Sistema Solare grazie all'Intelligenza Artificiale

NASA e Google: scoperto un nuovo Sistema Solare grazie all'Intelligenza Artificiale

Un nuovo esopianeta costituito da 8 pianeti capaci di orbitare intorno alla stella Kepler-90. E' la nuova scoperta di Google assieme alla NASA grazie all'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale. Ecco come è stato possibile.

di pubblicata il , alle 09:01 nel canale Scienza e tecnologia
Google
 

La NASA ha annunciato una nuova scoperta del telescopio spaziale Kepler: il primo sistema planetario composto da ben 8 esopianeti. La stella ospite, Kepler-90, era già nota ma la scoperta di un ottavo pianeta permette di porla al confronto con il nostro Sole. Un risultato senza dubbio importante che è stato possibile grazie alla collaborazione con Google ed un sistema di Intelligenza Artificiale sviluppato proprio dalla società di Mountain View per questo tipo di operazioni capace addirittura di analizzare i dati relativi ai 35.000 potenziali pianeti extrasolari segnalati dal telescopio spaziale Kepler.

La lontananza della stella Kepler-90 è di oltre 2.545 anni luce e l'ottavo componente, appunto Kepler 90i, sarebbe capace di compiere un'orbita in appena 14.4 giorni contro i 365 giorni impiegati dalla Terra. L'ultimo esopianeta scoperto sembrerebbe possedere un diametro del 30% superiore a quello terrestre e si troverebbe, proprio come la Terra, ad occupare il terzo posto per distanza dalla propria stella. In questo caso gli addetti ai lavori avrebbero stimato come la superficie del nuovo pianeta abbia una temperatura pari a 400 gradi e dunque decisamente troppo calda per ospitare acqua liquida o magari vita.

La storia parla chiaro. Da anni la NASA con il suo telescopio Kepler aveva registrato il transito di questi nuovi pianeti ma solo 7 di loro erano stati effettivamente stati scoperti. Solo grazie all'impiego dell'Intelligenza Artificiale è stato però possibile estrarre dalla numerosa mole di dati la presenza dell'ottavo piccolo pianeta e il compito è stato affidato a Google che ha permesso di mettere in pasto al suo algoritmo dati per oltre 15.000 sistemi osservati da Kepler.

Chiaramente la caccia al "tesoro" non termina con questo ottavo pianeta. Sì, perché seppure il sistema Kepler-90 potrebbe essere ritenuto come una versione mini del nostro Sistema Solare, non c'è da stupirsi che nel tempo non si possano scoprire ulteriori pianeti e chissà che il nuovo sistema planetario Kepler possa risultare ancora più popoloso del nostro. Il tutto ancora con la piena collaborazione tra NASA e Google visto che come sottolineato da un ingegnere dell'azienda di Mountain View: "quello che abbiamo sviluppato qui è uno strumento per aiutare gli astronomi ad avere un impatto maggiore. È un modo per aumentare la loro produttività. Certamente non li sostituirà affatto".

6 Commenti
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biometallo16 Dicembre 2017, 11:34 #1
Un nuovo esopianeta costituito da 8 pianeti

E io che credevo che 6 pienati facessero un esopianeta e otto un octopianeta

Capisco che errare sia umano ma qui mi sembra che si faccia troppa confusione a partire dal titolo che lascia pensare che la scoperta riguardi tutto il sistema solare quando poi andando avanti nell'articolo si capisce che quello che è stato trovato con il software di Google è un ottavo pianeta all'interno di un sistema solare già conosciuto.
Lampetto16 Dicembre 2017, 12:10 #2
La lontananza della stella Kepler-90 è di oltre 2.545 anni luce e l'ottavo componente, appunto Kepler 90i, grazie all'impiego dell'Intelligenza Artificiale è stato però possibile estrarre dalla numerosa mole di dati la presenza dell'ottavo piccolo pianeta e il compito è stato affidato a Google

2.545 anni luce? ...qualcuno che si rechi sul posto per vedere se l'algoritmo di Google non sia buggato
Rubberick16 Dicembre 2017, 15:09 #3
Posso dire che questo articolo è scritto alla buona e non spiega quasi nulla ? un pò + di dettagli sul contributo di google.. non dico super tecnici ma qualcosina in +

Leggere solo il titolo o anche il testo interno non aggiunge molto
pabloski16 Dicembre 2017, 18:07 #4
Originariamente inviato da: Rubberick
un pò + di dettagli sul contributo di google.. non dico super tecnici ma qualcosina in +


hanno creato la rete neurale che sta li' a guardarsi ore ed ore di filmati per vedere se si presentano i segni tipici del passaggio di un pianeta davanti al suo sole
rockroll19 Dicembre 2017, 02:40 #5
Originariamente inviato da: pabloski
hanno creato la rete neurale che sta li' a guardarsi ore ed ore di filmati per vedere se si presentano i segni tipici del passaggio di un pianeta davanti al suo sole


Veramente questo (rilevamento del passaggio davanti alla stella) lo fai dopo aver constatato la presenza di perturbazioni orbitali presumibilmente indotte da un pianeta ancora non rilevato.
Oltretutto Il passaggio "davanti" alla stella è osservabile solo se il pianeta da rilevare compie un'orbita su un piano sul quale o nelle immediate prossimità del quale giace la nostra Terra (ovvero in nostro punto di osservazione), cosa abbastanza improbabile su distanze astronomiche, anche se quasi tutti i componenti della Galassia paiono descrivere orbite [I]grosso modo[/I] complanari (la nostra Galassia viene normalmente rappresentata come un disco o meglio spirale [I][U]abbastanza[/U][/I] piatto, nel quale occupiamo una posizione piuttosto periferica). L'improbabilità di allineamento stella pianeta e terra la si può altrettanto dedurre dalla relativa esiguità delle dimensioni dei corpi celesti rapportata alle enormi distanze che li separano. L'Universo è spaventosamente "vuoto" (salvo la materia oscura teorizzata ma ancora da verificare).
Nel nostro sistema solare, con orbite pressochè complanari, su distanze di poche decine di [U]minuti[/U] luce, le eclissi sono una rarità che dura pochi minuti, non la norma; figuriamoci il grado di probabilità con osservazioni su scala di migliaia di [U]anni[/U] luce!
Ben diverso è il discorso se il pianeta è illuminato dalla luce della sua stella e ne riflette a sufficienza, e noi è questo che vediamo nella stragrande maggioranza dei casi. Il difficile non è il "vedere" quel puntino luminoso in mezzo ad un mare di altri puntini luminosi, ma attribuire quel puntino luminoso ad un sistema di pianeti gravitanti intorno ad una certa stella. Detto questo, le eventuali irregolarità di percorrenza della sua orbita, ovvero il suo discostarsi dalle leggi di Keplero, rivelano perturbazioni dovute ad altri astri in zone prossime.
E teniamo sempre presente che quel che noi stiamo scoprendo ora è una fotografia di quanto avvenuto migliaia di anni or sono, oltre 2500 nel nostro caso!
Quanto all'I.A. e relative reti neurali, direi più semplicemente che si tratta di una quantità assai grande di calcoli parallei per mettere a confronto posizioni successivamente osservate di un pianeta noto rispetto a quelle calcolate secondo Keplero: il loro discostarsi rivela le perturbazioni di cui ho detto.
Quanto agli algoritmi di Google, riporto una sintesi prelevata da altro portale:
Gli algoritmi di Google sono serviti a "scremare" il rumore di fondo nei dati di Kepler per individuare due nuovi esopianeti, uno dei quali evidenzia come Kepler-90 sia una sorta di versione in miniatura del nostro Sistema Solare
In questo tipo di elaborazione l'impiego di I.A. torna sicuramente utile per dare in pasto al calcolo dati il più possibile puliti. Il sistema ad apprendimenti successivi tipico di I.A., una volta a sufficienza istruito dall'esame di moltissimi casi noti e relativi risultati, permette di sintetizzare i dati utili magari con minor precisione relativa ma molto molto più velocemente di sistemi matematici basati su curve di regressione, correlazioni più o meno lineari, distribuzioni gaussiane dell'errore, scarti quadratici medi...

PS: Non voleva essere una lezione di astrofisica, scusate la prolissità, ma penso che l'interesse dell'argomento lo meritasse.
Romic4819 Dicembre 2017, 22:34 #6

Grazie rockroll

Ho letto con piacere ed interesse la tua"esperta" lezione.
Chiara e comprensibile anche per neofiti.

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