Una batteria economica con acqua sporca e carta piegata
Piegando opportunamente un foglio di carta e imbevendolo di acqua ricca di microorganismi è possibile generare pochi microwatt grazie alla respirazione batterica, sufficienti ad alimentare un piccolo sensore
di Andrea Bai pubblicata il 18 Giugno 2015, alle 09:01 nel canale Scienza e tecnologiaAcqua sporca e carta spiegazzata: è quanto basta per poter creare una batteria capace di alimentare un piccolo sensore. Si tratta del progetto di ricerca portato avanti alla Binghamton University di New York dal ricercatore Seokheun Choi e illustrato nella pubblicazione su Nano Energy: il funzionamento della batteria si basa sulla respirazione batterica.
"Nell'acqua sporca si trova molta materia organica. Qualsiasi tipo di materiale organico può essere fonte di microorganismi per il metabolismo batterico" ha precisato Choi, responsabile della ricerca e primo autore della pubblicazione.
I ricercatori hanno opportunamente piegato dei fogli di carta per creare una batteria dalla struttura tridimensionale, dalle dimensioni di uno scatolino di fiammiferi. Il catodo, capace di "respirare" aria, è stato prodotto spruzzando nickel su un lato del foglio, mentre l'anodo è stato stampato con vernici al carbonio e creando una zona idrofila con bordi in cera. Aggiungendo l'acqua addizionata di batteri il dispositvo si apre, massimizzando l'esposizione del catodo all'aria e catalizzando di conseguenza le reazioni ad esso.
Lo sviluppo di questa batteria rappresenta un modo per alimentare un biosensore anch'esso basato su carta, senza dipendere da un dispositivo esterno. Choi sostiene che la batteria sviluppata con questi accorgimenti possa essere capace di generare i microwatt necessari per alimentare un biosensore in un sistema autosufficiente. Un dispositivo di questo tipo potrebbe dimostrarsi particolarmente utile in quelle situazioni a risorse limitate. Anche il suo costo, di appena cinque centesimi di dollari, è irrisorio.
La National Science Foundation ha stanziato un finanziamento di 300 mila dollari su tre anni perché i ricercatori sviluppino ora una batteria commerciale basata su questo concetto. Secondo Choi la prima concretizzazione nel mondo reale di una batteria simile potrà avvenire in tempi abbastanza rapidi. "La carta è economica e biodegradabile e non abbiamo bisogno di siringhe o pompe esterne perché la carta è in grado di assorbire una soluzione per capillarità" ha precisato il ricercatore.
18 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSostanzialmente, al livello di prodotti disponibili per il mercato di massa, tutto ciò inerente alle batterie è rimasto, essenzialmente, all'età della pietra.
Che si decidessero a darsi una mossa a produrre qualcosa di usabile, in tempi ragionevoli.
non gli avrebbero mai dato tutti quei soldi se non ci fosse un serio percorso futuro.
Stesse dimensioni, capacità aumentata di ordini di grandezza.
Mi sembra un aumento sostanziale no?
Se usassero un pochino la testa a fare un prodotto mobile, ci si durerebbe delle settimane, altro che.
Ma quando metti degli 8-core con schermo quadhd su chassis spessi pochi millimetri (e firmware "ottimizzato" ma anche no), è ovvio che non durano.
Ma è una scelta cosciente dei produttori.
Qualcuno mi può prestare un po' di nickel e un po' di vernice al carbonio?
Da ignorante che sa a malapena leggere e scrivere ho un obbiezione:
stiamo parlando di carta bagnata e dichiaratamente biodegradabile, dubito possa resistere anche solo qualche mese prima di squagliarsi...
Nell'articolo originale si parla di non precisati strumenti diagnostici da produrre ed impiegare in aree povere del mondo, non certo di una batteria per il prossimo i-coso.
stiamo parlando di carta bagnata e dichiaratamente biodegradabile, dubito possa resistere anche solo qualche mese prima di squagliarsi...
Probabilmente non è subacquea ma non dovrebbe sciogliersi visto che è solo umida.
Il ricercatore qui con 5 celle da 5 cent ha acceso un led, farlo con patate e limoni ti costa un patrimonio.
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