All'IDF di Beijing Intel anticipa il futuro dei datacenter

All'IDF di Beijing Intel anticipa il futuro dei datacenter

Nuovi processori Atom e Xeon per sistemi server anticipati da Intel nella cornice del proprio primo Developer Forum del 2013. Fornite anche alcune linee guida di come dovrebbero trasformarsi le infrastrutture rack del futuro, alla ricerca della massima efficienza possibile

di pubblicata il , alle 12:01 nel canale Private Cloud
IntelAtom
 

In questi giorni Intel sta tenendo il proprio IDF, Intel Developer Forum, specifico per l'area asiatica. La cornice è quella di Beijing, nota anche con il nome di Pechino, a testimoniare l'importanza della Cina nello sviluppo futuro dal punto di vista commerciale di Intel oltre che in generale del settore dell'IT. Uno dei temi toccati riguarda lo sviluppo delle future architetture di processore Intel destinate all'utilizzo in sistemi server, con le nuove proposte delle famiglie Xeon e Atom a seconda del target di riferimento e della tipologia di server.

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Partiamo dalle proposte Atom. Intel ha anticipato che nel corso della seconda metà dell'anno giungeranno sul mercato le soluzioni Atom di prossima generazione, indicate con il nome di Avonton. Basate su tecnologia produttiva a 22 nanometri, queste CPU integreranno al prorpio interno anche l'interfaccia di rete Ethernet e vanteranno una capacità di elaborazione ben più elevata delle attuali generazioni di CPU Atom grazie all'utilizzo di una nuova architettura.

Il target di riferimento delle differenti versioni di CPU Atom spazia da sistemi specializzati, come ad esempio soluzioni di storage o router, sino a sistemi server ad elevata densità nei quali in uno chassis di ridotte dimensioni vengono integrati numerosi sistemi singoli dotati di CPU Atom. Le CPU Atom della serie S12x9 saranno utilizzate specificamente in sistemi storage, metre quelle Rangley saranno costruite con tecnologia produtiva a 22 nanometri e indicate per infrastrutture di comunicazione e networking, sfruttando quale base l'architettura utilizzata in Avoton.

Passando alle proposte della famiglia Xeon vedremo al debutto le CPU della serie Xeon E3 basate su architettura Haswell, la stessa di nuova generazione che verrà adottata da metà anno in poi per i sistemi desktop e notebook basati su CPU della serie Core. Per questi modelli, previsti in commercio dalla metà del 2013, Intel ha sviluppato versioni capaci di contenere il TDP sino a un minimo di 13 Watt.

A seguire le CPU Xeon E5, basate su architettura Ivy-Bridge EP. In questo caso avremo sino a 8 core di processore per socket, con compatibilità in sistemi sino a 2 socket per scheda madre, 20 Mbytes di cache L3, supporto sino a 768 Gbytes di memoria di sistema e controller PCI Express 3.0 in grado di gestire sino a 80 linee contemporaneamente. Per queste CPU il periodo di debutto sul mercato è il terzo trimestre 2013.

A chiudere le CPU Xeon E7, basate su architettura Ivy Bridge-EX. In questo caso avremo sino a 10 core per ogni socket, con possibilità di configurare sistemi che vadano anche oltre 4 socket per scheda madre. Per queste CPU troveremo sino a 30 Mbytes di cache L3, con controller PCI Express 3.0 integrato in grado di gestire sino ad un massimo di 144 linee. Molto interessante il supporto memoria: in sistemi a 8 socket questi processori potranno gestire sino ad un massimo di 12 Terabytes di memoria di sistema.

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Interessante il nuovo approccio al design dei sistemi rack che Intel vuole sviluppare per il futuro. Sino ad ora gli armadi rack sono stati sviluppati per contenere server con differenti dimensioni, tutti unificati dalla larghezza rack standard, senza che venissero condivisi componenti. Esistono alcune eccezioni, nella forma di server cosiddetti twin che in un singolo chassis rack integrano due server indipendenti che condividono la circuiteria di alimentazione, ma in generale possiamo affermare che un armadio rack è composto da vari server indipendenti tra di loro.

Intel vuole cambiare questo design facendo in modo che in un armadio rack vi siano dei blocchi differenziati: uno per le unità di elaborazione, quindi le CPU; uno per lo storage dei dati; uno infine per l'infrastruttura di rete. Questi elementi distinti saranno collegati tra di loro utilizzando un sistema di interconnessione basato su tecnologia silicon photonics.

Un approccio di questo tipo permetterà, secondo Intel, di avere a disposizione architetture server maggiormente flessibili e più semplici sia da far funzionare che da mantenere in funzionamento. In ultima analisi ne beneficerà l'efficienza complessiva dell'infrastruttura. Il primo passaggio in questa direzione prende il nome di Project Scorpio, iniziativa sviluppata da Intel assieme ad alcuni partner internazionali che punta a mettere in pratica alcune di queste nuove linee guida nel design dei componenti per armadi rack.

8 Commenti
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AceGranger10 Aprile 2013, 12:28 #1
e dove cavolo sono finiti gli Xeon E5 a 10 core e gli Xeon E7 a 12 /15 core ?

"A seguire le CPU Xeon E5, basate su architettura Ivy-Bridge EP. In questo caso avremo sino a 8 core di processore per socket, con compatibilità in sistemi sino a 2 socket"

questo è un errore, gli Xeon E5 possono assere montati in configurazione 4 socket con la serie E5 4600.
iva10 Aprile 2013, 13:09 #2
"Beijing, nota anche con il nome di Pechino"

Si, nella lingua di Dante, che dovrebbe essere quella in cui questo sito e' scritto.

Altrimenti aggiungete anche:
nota anche con il nome di Pekin in Giapponese
nota anche con il nome di Peking in Tedesco
nota anche con il nome di Pekino in Esperanto
...

E avete dimenticato di aggiungere che e' vicino alla Korea con la K dei Kellogs (che per fortuna non hanno un display piu' risoluto).

Ok, finita polemica!
PhoEniX-VooDoo10 Aprile 2013, 13:21 #3
io sposterei l'intero core business sulle notiozione sensazionalistiche contenenti in un modo o nell'altro la parola chiave *apple* che fanno fare tanti click

lasciate perdere l'hardware dai
Phenomenale10 Aprile 2013, 13:34 #4
Originariamente inviato da: PhoEniX-VooDoo
sposterei l'intero core business sulle notiozione sensazionalistiche contenenti in un modo o nell'altro la parola chiave *apple* che fanno fare tanti click

Si, ma così sarebbe come rubare il gelato ad un bambino
kliffoth10 Aprile 2013, 13:54 #5
Originariamente inviato da: iva
Si, nella lingua di Dante, che dovrebbe essere quella in cui questo sito e' scritto.

Altrimenti aggiungete anche:
nota anche con il nome di Pekin in Giapponese
nota anche con il nome di Peking in Tedesco
nota anche con il nome di Pekino in Esperanto
...

E avete dimenticato di aggiungere che e' vicino alla Korea con la K dei Kellogs (che per fortuna non hanno un display piu' risoluto).

Ok, finita polemica!


Nel passato si tradusse "batmobile" con "pipismobile" ...

E' comunque un tema spinoso, specie con i nomi geografici, che secondo me dovrebbero mantenere la grafia del paese che li ospita:
Cluj Napoca (rumeno)-Kolozsvár (ungherese: la città ha una forte presenza ungherese, come tutta la Transilvania...o Siebenbürgen ...o Ardeal ??),
L'Aia-Gravenhage,
Aquisgrana-Aachen
etc etc
iva10 Aprile 2013, 14:19 #6
Originariamente inviato da: kliffoth
E' comunque un tema spinoso, specie con i nomi geografici, che secondo me dovrebbero mantenere la grafia del paese che li ospita:

Allora facciamo 北京 , questa e' la grafia originale.

E si, concordo che non sia un tema facile e non ci sia una verita' assoluta.

Ma tu, onestamente, con i tuoi amici non cinesi parli di andare a Beijing o Pechino?
A Paris o Parigi?
A München o Monaco di Baviera? (e buona fortuna con l'umlaut ed il ch!).

La frase "anche nota come Pechino" ha superato il limite che mi ha fatto scattare la polemica.

In ogni caso peace&love, non e' successo niente di grave
kliffoth10 Aprile 2013, 23:14 #7
Originariamente inviato da: iva
In ogni caso peace&love, non e' successo niente di grave


Capirai ... fossero questi i problemi della vita

Alla prossima
dick diver11 Aprile 2013, 11:07 #8
Originariamente inviato da: kliffoth
Nel passato si tradusse "batmobile" con "pipismobile" ...

E' comunque un tema spinoso, specie con i nomi geografici, che secondo me dovrebbero mantenere la grafia del paese che li ospita:
Cluj Napoca (rumeno)-Kolozsvár (ungherese: la città ha una forte presenza ungherese, come tutta la Transilvania...o Siebenbürgen ...o Ardeal ??),
L'Aia-Gravenhage,
Aquisgrana-Aachen
etc etc


Nelle lingue, però, è più importante l'uso che la "correttezza filologica", soprattutto quando quest'ultima genera confusione o richiede ridicole precisazioni (come quel "conosciuta anche come Pechino".. mavaaaaaaaaaaa???????)
I nomi geografici hanno una storia, e questa storia non si limitàsolamente alle persone che vivono o hanno vissuto in essa; ma tocca anche i popoli e le lingue che con questa città sono venute in contatto.
È per questo che in (quasi) tutte le lingue, i nomi di alcune città si presentano "-izzati".
Londra, Milano, Aquisgrana, Pechino, Roma sono nomi di città presenti da secoli nelle culture e nelle lingue di mezzo mondo.
Quindi usare il nome "trasformato" non è affatto sintomo di provincialismo, ma è come se fosse un riconoscimento speciale a quelle città la cui storia è talmente importante da essere assorbita anche nella cultura di altri popoli, magari molto distanti.

Ma magari a qualcuno questa storia interessa poco, e preferisce Beijing che fa molto "io viaggio" "io sì conosco il mondo" "io sì sono al passo coi miei tempi"e che va bene anche a chi vuole camuffare con un ritocco estetico un passato ancora troppo vicino..
(chissà perché, infatti, quando si parla di "strage di piazza tien an men" non si dice Beijing ma pechino...)

Ma anche chi vuol fare il modernone non può mettersi a cambiare un uso condiviso dall'oggi al domani...

(se un giornale l'estate scorsa avesse titolato "Le olimpiadi di London" come l'avremmo presa?)

EDIT
ps: certo diciamo Batmobile (perché pipismobile sarebbe stata ridicola e diuretica) ma la pronunciamo all'italiana, non "batmobìl", e poi batcaverna è molto più espressivo di batcave... (come Paolino Paperino vince a mani basse su Donald DUck)

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