Aruba annuncia la divisione enterprise e investe in nuovi datacenter in Italia

Aruba annuncia la divisione enterprise e investe in nuovi datacenter in Italia

Aruba presenta la propria divisione Enterprise, per venire incontro alle esigenze di grande aziende e pubblica amministrazione. Forte spinta agli investimenti con i nuovi datacenter previsti per il mercato italiano

di pubblicata il , alle 14:41 nel canale Public Cloud
Aruba
 

Partita online nel 1996, Aruba nel corso degli anni ha avuto la capacità di reinventarsi più volte partendo dalla crescita degli abbonamenti in dial-up a Internet su linea telefonica. Attorno al 2000 il debutto delle connessioni a Internet gratuite obbliga l’azienda a trasformarsi radicalmente, aprendosi a proporre una serie di servizi opposti che sono cresciuti nel corso degli anni: Internet diventa gratuito e il prodotto sino ad ora venduto, una connessione a pagamento, non ha più motivo di esistere.

Una storia, quella di Aruba, che è figlia di una struttura che rimane con proprietà familiare e che ha permesso di essere flessibile e adeguarsi rapidamente alle necessità del mercato e all’evoluzione dei tempi. Dalle connessioni in Dial-Up si è passati ai domini internet con spazio per creare il proprio sito, offerti a prezzi accessibili anche ai privati per la prima volta. Aruba è passata poi attraverso le PEC, la firma elettronica e le soluzioni rivolte all’ambito Enterprise: l’azienda è stata capace nel corso degli anni di cogliere opportunità legate all’evoluzione in digitale del mercato.

aruba_enterprise_1.jpg

Raccontando l'evoluzione dell'azienda Stefano Cecconi, amministratore delegato di Aruba, sottolinea come la forza di Aruba è stata in 25 anni di storia quella di reinventarsi, adattandosi ai cambiamenti del mercato e ove possibile anticipando trend globali e domande dei clienti. Tale forza è legata alla dimensione dell'azienda e al suo essere privata: l'aver optato per non entrare in borsa ha permesso ad Aruba di mantenere una rapidità di decisione ed esecuzione che si è rivelata fondamentale nella crescita dell'attività.

Quest'oggi Aruba presenta ufficialmente Aruba Enterprise, quella che più che una divisione può essere considerata come una vera e propria azienda nell'azienda forte di circa 250 persone che vi lavorano giornalmente. Ruolo di Aruba Enterprise è quello di fornire servizi e sviluppare progetti complessi rivolgendosi ad aziende di dimensioni elevate e alla pubblica amministrazione, facendo leva sull'esperienza dei servizi proposti negli ultimi anni. Cuore della offerta sono le soluzioni Data Center, Cloud e Trust Services.

aruba_enterprise_2.jpg
Global Cloud Datacenter di Ponte San Pietro, BG

La divisione è organizzata per seguire i clienti con ingegneri e tecnici altamente qualificati, intervenendo in ciascuna fase relativa alla fornitura del servizio. Da quella iniziale di ascolto e definizione della soluzione appropriata, alla fase di implementazione e migrazione sino all’erogazione e gestione in esercizio. Il cliente avrà sempre personale dedicato a garanzia del massimo rispetto dello SLA concordato, venendo incontro alle necessità tipiche del mondo Enterprise.

E' stato il nuovo datacenter di Ponte San Pietro il luogo scelto per l'annuncio di Aruba Enterprise. Questa sede è fondamentale per lo sviluppo futuro di Aruba: dal singolo datacenter attuale si passerà a 4, ma i piani di sviluppo in Italia di Aruba non si fermano qui. Proprio in questi giorni inizieranno le prime pratiche amministrative per un nuovo Hyper Cloud Data Center a Roma, che una volta completato offrirà ben 5 datacenter ciascuno capace di una portenza di 6 Mw.

aruba_enterprise_3.jpg

Nota al vasto pubblico per i tanti strumenti legati ai servizi web per i privati, alcuni dei quali con costi molto accessibili, Aruba ha visto nel corso degli anni una evoluzione continua che l'ha portata ad un ruolo dominante nel mercato italiano. L'enfasi verso le soluzioni Hybrid Cloud che Aruba offre è rimarcato dalle parole di Hervé Renault, EMEA Head of Cloud Providers per VMWare: Aruba è il primo partner di VMWare in Italia, mercato che vede il 92% delle aziende domandare soluzioni di Hybrid Cloud. Tra prodotti, nuova divisione Aruba Enterprise e i piani di sviluppo per i datacenter nazionali Aruba vuole continuare a mantenere questo ruolo prioritario nel mercato nazionale.

6 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info
giovanni6907 Febbraio 2019, 15:05 #1
E' marketing?

Investire in nuovi datacenter serve a togliere il dubbio che nel frattempo i dati relative alle fatture elettroniche che possono contenere parametri sensibili di un business (segreti commerciali e profili industriali), possano finire in un bel server... indiano?

Tipica clausola:
“il cliente autorizza il fornitore e produttore a subappaltare e/o sub affittare a terzi, in tutto o in parte, l’esecuzione delle attività previste dal presente contratto, fermo restando che le attività svolte dal cliente sono da intendersi come realizzate dal produttore, rimanendo il fornitore/produttore l’unico interlocutore con il cliente per le attività subappaltate o subaffittate&#8221.

... è presente nei contratti Aruba?

Vedi le problematiche critiche e rilevanti portate avanti da " Popolo delle Partite Iva ":
https://www.confinelive.it/fattura-...-delle-aziende/
http://www.laziolive.it/?p=23171
riaw07 Febbraio 2019, 17:26 #2
si certo, per tenere bassi i costi offrono una piattaforma cloud vmware in versione 5.5, che è vecchia di 6 anni (siamo a vmware 6.7 oggigiorno). niente windows server 2016, sono ancora fermi a 2012r2. figurarsi che è già stato rilasciato windows server 2019......

il cloud all'italiana, costo basso (relativamente) per una cosa vecchia e stra-superata.
aleforumista07 Febbraio 2019, 22:53 #3
Costi allucinanti con supporto in emergenza pari a 0
io sto spostando 82 vm XL in germania
elgabro.08 Febbraio 2019, 02:07 #4
Aruba va bene per chi si vuole fere il sitino internet da 4 soldi.
Tasslehoff08 Febbraio 2019, 11:59 #5
Ragazzi questi signori non sono minimamente interessati a utenti privati o pmi, i primi si accontentano dell'hosting condiviso da due soldi (paghi poco ottieni poco, non fa una grinza... ), i secondi se hanno qualche progetto hanno già la loro infrastruttura o usano già AWS.

Questa mossa molto probabilmente servirà esclusivamente per accreditarsi presso la PA come fornitore di servizi cloud, visto che ormai da anni è in corso un processo (che governi e Agid etichettano come "innovazione" che prende il nome di bando SPC Cloud con cui stanno finanziando la migrazione dei servizi della PA "in cloud", questo in barba a qualsiasi norma di buon senso e opportunità economica.
Anche enti grandi e che già hanno una propria infrastruttura (su cui hanno investito decine di milioni di euro da decenni) stanno correndo a rifare in cloud servizi già esistenti per accaparrarsi risorse da questo bando, vanificando investimenti decennali e ben sapendo che non potranno mai liberarsi dell'infrastruttura che hanno, e che dovrà comunque essere manutenuta.
Faccio una facile previsione, tra qualche anno ripenseremo a questo periodo e probabilmente ricorderemo il bando SPC Cloud come l'equivalente informatico del terremoto dell'Irpinia...

Originariamente inviato da: giovanni69
E' marketing?

Investire in nuovi datacenter serve a togliere il dubbio che nel frattempo i dati relative alle fatture elettroniche che possono contenere parametri sensibili di un business (segreti commerciali e profili industriali), possano finire in un bel server... indiano?

giovanni69, tu ti preoccupi di dati sensibili per la fatturazione elettronica, fai bene, ma questo è solo la punta dell'iceberg.
Qualcuno ha mai approfondito come funziona SPID, il sistema pubblico di identità digitale che stanno promuovendo dappertutto e che è l'unico modo per autenticarsi su alcuni servizi (es portale della città di Roma, a breve anche altri grandi enti)?

Forse non è molto chiaro ma:
[LIST]
[*]Le credenziali di SPID danno accesso a tutti i dati più sensibili e personali (fascicolo sanitario, fascicolo previdenziale, profilo agenzia delle entrate, etc etc etc...)
[*]SPID non è un sistema di autenticazione pubblico, è un sistema di autenticazione privato utilizzato soprattutto per servizi pubblici
[*]Le credenziali di SPID risiedono presso i servizi degli identity providers (IDP) e NON presso gli enti pubblici che utilizzano l'autenticazione di SPID.
[*]Allo stato attuale non esiste un IDP pubblico ma sono solo società private (Poste, Sielte, Intesa, TIM, Aruba, Register e qualcun altro)
[*]L'utente non sa NULLA su come vengono conservate e gestite le credenziali di SPID presso gli IDP.
Gli IDP stipulano una convenzione con Agid che prevede una serie di controlli e best practice di sicurezza, ma nulla è da sapere su verifiche o controlli da parte di qualsiasi ente pubblico in merito al rispetto degli obblighi previsti dalla convenzione (cosa che per altro darebbe ben poche garanzie visto come lavora la PA, e lo dico da consulente IT presso la PA da quasi 20 anni... )
[*]L'accesso alla gran parte dei servizi SPID non richiede autenticazione multifattore ma si limita alla login con username e password.
[*]SPID non è gratuito
[/LIST]

Capite bene che di fronte a tutto questo, anche i legittimi dubbi sulla fatturazione elettronica sono il minore dei mali
Aruba.it08 Febbraio 2019, 19:05 #6
Originariamente inviato da: giovanni69
E' marketing?

Investire in nuovi datacenter serve a togliere il dubbio che nel frattempo i dati relative alle fatture elettroniche che possono contenere parametri sensibili di un business (segreti commerciali e profili industriali), possano finire in un bel server... indiano?

Tipica clausola:
“il cliente autorizza il fornitore e produttore a subappaltare e/o sub affittare a terzi, in tutto o in parte, l’esecuzione delle attività previste dal presente contratto, fermo restando che le attività svolte dal cliente sono da intendersi come realizzate dal produttore, rimanendo il fornitore/produttore l’unico interlocutore con il cliente per le attività subappaltate o subaffittate&#8221.

... è presente nei contratti Aruba?

Vedi le problematiche critiche e rilevanti portate avanti da " Popolo delle Partite Iva ":
https://www.confinelive.it/fattura-...-delle-aziende/
http://www.laziolive.it/?p=23171


Ciao giovanni69,

Vogliamo rassicurarti che teniamo molto alla protezione e alla sicurezza dei dati dei nostri clienti e che il tipo di clausola da te citata non è assolutamente presente nei contratti Aruba.

La nostra informativa Privacy, consultabile integralmente al seguente link, è decisamente chiara su dove vengono conservati i dati dei clienti:
"Dove trattiamo i dati dell’Interessato? I dati personali dell’Interessato sono conservati in archivi cartacei, informatici e telematici situati in paesi nei quali è applicato il GDPR (paesi UE)."

Sempre nella suddetta informativa, si attesta che “In nessun caso Aruba rivende i dati personali dell’Interessato a terzi né li utilizza per finalità non dichiarate.”
E' possibile verificarlo anche all'interno delle "Condizioni di Fornitura dei Servizi E-Security", fra i quali rientrano i servizi di fatturazione elettronica e conservazione digitale a norma.

Originariamente inviato da: riaw
si certo, per tenere bassi i costi offrono una piattaforma cloud vmware in versione 5.5, che è vecchia di 6 anni (siamo a vmware 6.7 oggigiorno). niente windows server 2016, sono ancora fermi a 2012r2. figurarsi che è già stato rilasciato windows server 2019......

il cloud all'italiana, costo basso (relativamente) per una cosa vecchia e stra-superata.


Riguardo quanto da te segnalato sui servizi Cloud di Aruba, vogliamo chiarire che fra i sistemi operativi è possibile scegliere anche Windows server 2016 e 2019, come indicato in questa pagina, e che la piattaforma VMware è aggiornata alla versione 6.5.

Non esitare a rivolgerti al nostro supporto tecnico Cloud se hai bisogno di ricevere maggiori dettagli sulle versioni e i sistemi operativi disponibili. I nostri consulenti Cloud saranno lieti di aiutarti!

Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".

La discussione è consultabile anche qui, sul forum.
 
^