Un datacenter veramente green? In Islanda è possibile

Un datacenter veramente green? In Islanda è possibile

Una realtà britannica sta portando avanti in Islanda la realizzazione di una struttura per datacenter basata esclusivamente su energie rinnovabili

di pubblicata il , alle 10:11 nel canale Private Cloud
 

La costruzione di un datacenter che riduca al minimo l'impiego di combusitibili fossili è una delle principali sfide dell'industria IT, soprattutto dopo che da qualche anno tutto il panorama tecnologico sembra essere particolarmente attento alle tematiche ambientaliste.

La prima realtà che prova a dare una risposta a questo problema è Verne Global, un'azienda britannica che sta portando avanti la realizzazione di una struttura adatta ad ospitare supercomputer, server e centri di calcolo in Islanda allo scopo di potersi appoggiare completamente su risorse energetiche rinnovabili, come l'energia geotermica e l'energia idroelettrica.

Verne Global sta riadattando una struttura precedentemente utilizzata dalla Nato, nei pressi della città di Keflavik, che sarà in grado di offrire uno spazio utilizzabile da 200 a 250 mila piedi quadrati, con oltre 100 megawatt di potenza e connettività a 8 terabit al secondo verso gli Stati Uniti e verso l'Europa. Le fonti rinnovabili permetteranno di abbattere i costi dell'energia a meno della metà dei costi necessari per la realizzazione di una struttura identica nel Regno Unito.

La decisione di affidarsi a due differenti tipologie di risorse rinnovabili è dettata dalla necessità di prevenire eventuali problemi di black-out, anche se per poter assicurare la miglior continutà di servizio la struttura disporrà di due gruppi elettrogeni a motori diesel per qualunque evenienza. L'abbattimento dei costi di gestione dell'impianto sarà possibile anche grazie allo sfruttamento del clima naturale dell'Islanda a vantaggio dei sistemi di raffreddamento della struttura.

Secondo le informazioni disponibili, la struttura dovrebbe essere completata ed attiva già entro la fine dell'anno in corso, con l'azienda Colt che si occuperà di installare e collaudare nelle prossime settimane le proprie soluzioni modulari per la realizzazione dell'infrastruttura atta ad ospitare i server dei clienti. Nei giorni scorsi è stato inoltre dato il pubblico annuncio del primo cliente del nuovo centro di Verne Global: si tratta di Datapipe, una realtà specializzata nell'offerta di soluzioni di hosting.

12 Commenti
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PaveK07 Ottobre 2011, 10:55 #1
Sono stato a Keflavik ed è un paese adorabile (città fa un po' sorridere data la dimensione).
Onestamente tra avere un datacenter green che deturbi la meravigliosa natura quasi incontaminata e un datacenter standard che inquini... non so quale preferirei. La scelta non sarebbe scontata.

I luoghi della terra che non siano stati stuprati dall'uomo si contano ormai sulla punta delle dita.
nico_198207 Ottobre 2011, 11:18 #2
Originariamente inviato da: PaveK
Onestamente tra avere un datacenter green che deturbi la meravigliosa natura quasi incontaminata e un datacenter standard che inquini... non so quale preferirei. La scelta non sarebbe scontata.

Il data center di Keflavik sorge nell'ex base aerea omonima e occupa le strutture pre esistenti - un po' la norma da quelle parti - quindi direi che deturpa ben poco il territorio rispetto a prima.
PaveK07 Ottobre 2011, 11:33 #3
Originariamente inviato da: nico_1982
Il data center di Keflavik sorge nell'ex base aerea omonima e occupa le strutture pre esistenti - un po' la norma da quelle parti - quindi direi che deturpa ben poco il territorio rispetto a prima.

Ma parli di quell'aeroportino microscopico e quasi privo di costruzioni che di profilo manco si notava? Quello?
Tra l'altro poi si segano l'aeroportino? Strano.

Temo che un datacenter sarebbe parecchio più invasivo
AlexSwitch07 Ottobre 2011, 11:45 #4
Però viste le loro condizioni economiche questa prospettiva di datacenter con energia rinnovabile ( l'Islanda ha un potenziale energetico geotermico enorme ), potrebbe costituire una delle loro chiavi di svolta....
Berno07 Ottobre 2011, 11:53 #5
L'islanda effettivamente è in una posizione favorevolissima perchè ha una popolazione minima, un enorme potenziale geotermico, un clima freddo e ci passano già i cavi che collegano nordamerica ed europa...

Credo che nella base di keflavik un datacenter da due ettari nemmeno si noti...
TheMonzOne07 Ottobre 2011, 11:55 #6
Originariamente inviato da: Berno
L'islanda effettivamente è in una posizione favorevolissima perchè ha una popolazione minima, un enorme potenziale geotermico, un clima freddo e ci passano già i cavi che collegano nordamerica ed europa...

Credo che nella base di keflavik un datacenter da due ettari nemmeno si noti...
Certo...peccato solo per i molti vulcani attivi e i terremoti da loro prodotti...
nico_198207 Ottobre 2011, 12:20 #7
Originariamente inviato da: PaveK]Ma parli di quell'aeroportino microscopico e quasi privo di costruzioni che di profilo manco si notava? Quello?
Tra l'altro poi si segano l'aeroportino? Strano.[/quote]
Mi sa che hai visto l'aereoporto sbagliato, che sorge a sud est della base. Keflavik è
Certo...peccato solo per i molti vulcani attivi e i terremoti da loro prodotti...

Scusa, ma la sicurezza geologica di un'area non è data dalla presenza o meno di vulcani nelle "vicinanze". Alcune zone dell'Islanda sono state pensate per accogliere arche per la conservazione della biodiversità e non credo che si metta a costruire basi aeree su delle faglie.
Berno07 Ottobre 2011, 13:01 #8
La faglia su cui si trova l'islanda è molto attiva ma divergente (si crea nuova crosta terrestre) per cui il rischio terremoti è minimo (nel pacifico invece le placche si infilano una sotto l'altra causando terremoti fortissimi)...

Comunque fare strutture antisismiche nel XXI secolo non è che sia un gran problema...
PaveK07 Ottobre 2011, 14:14 #9
Originariamente inviato da: nico_1982
Mi sa che hai visto l'aereoporto sbagliato, che sorge a sud est della base. Keflavik è stata una base NATO durante la guerra fredda, base di partenza di AWACS, con due piste di 3000 m. E' stata riconsegnata alle forze armate islandesi solo recentemente, ed è probabile che come conseguenza buona parte degli edifici sono diventati inutilizzati. 250 mila piedi quadrati non sono manco 25000 metri quadri: uno dei grossi hangar che si vedono in foto può mettere a disposizione dai 5000 ai 10000 metri quadri per piano.

Assolutamente possibile. Ho visto un aeroporto, tutto qua.
Resta la perplessità sullo skyline: la bellezza dell'islanda (anche per l'assenza di alberi se non importati) è anche lo sguardo a perdita d'occhio. Non ci sono i classici palazzoni se non in misura contenuta in capitale. E' tutto basso, poco o nulla invasivo.

Un datacenter sarebbe un bel pugno in un occhio, tutto qui.
Che poi ci siano fonti di energia a bizzeffe è inutile ricordarlo. Lì se fai un buco di 3 metri di profondità trovi vapore ad alta pressione
Quelle poche tubature in vista che ho incontrato in viaggio erano perlopiù nascoste alla vista da questo o quel rilievo. Il paesaggio riveste un ruolo fondamentale per loro.
nico_198207 Ottobre 2011, 16:27 #10
Originariamente inviato da: PaveK
Un datacenter sarebbe un bel pugno in un occhio, tutto qui.

Perfettamente d'accordo. Quantomento la riconversione di costruzioni già esistenti e destinate altrimenti all'abbandono è infinitamente meglio che lasciare ruderi fatiscenti da una parte e abbandonarsi contemporaneamente alla cementificazione selvaggia dall'altra.

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