Google rivede le norme sulla privacy
I server di Google renderanno anonime le informazioni relative alle sessioni di ricerca dopo 24 mesi
di Fabio Boneschi pubblicata il 16 Marzo 2007, alle 14:24 nel canale SoftwareLa riservatezza delle informazioni ricercate dagli utenti e gestite attraverso i servizi di Google hanno più volte sollevato perplessità e polemiche. Di fatto ogni ricerca effettuata da un singolo utente attraverso il motore viene salvata nei log di Google con informazioni ben precise: indirizzo IP del client, informazioni ricercate, sistema operativo usato e altro ancora.
Con questi dettagli e potendo accedere ai file di log gestiti dai server Google è di fatto possibile risalire alle azioni del singolo utente in mdo molto preciso. Ad oggi non vi era molta chiarezza in merito alla conservazione di questi dati ma Google nelle scorse ore ha pubblicato un documento dedicato raggiungibile a questo indirizzo.
In primo luogo il motor di ricerca si impegna a gestire e conservare i dati sensibili per un periodo massimo di 24 mesi, mentre per alcuni paesi questo tempo è ridotto a soli 18 mesi. In seconda analisi Google ha colmato un vuoto fornendo dettagliate informazioni più volte sollecitate da varie organizzazioni.
Dalle dichiarazioni ufficiali pare che Google intenda raggungere un compromesso: non vede normative che la spingono a modificare la propria policy sulla riservatezza ma intende evitare polemiche e contenzioni. Il limite di 18-24 mesi dovrebbe essere quindi un buon punto di arrivo.
Le ricerche di Google costituiscono indubbiamente una considerevole mole di dati conservati sui server di log ma anche altri servizi del colosso di Mountain View sono interessati da queste problematiche. Anche in merito a Google Talk e Google Desktop sono stati rivisti alcuni dettagli mentre è lecito immaginare che pure il servizio GMail sarà oggetto di attenzioni.
Ricordiamo che più volte varie associazioni hanno sollevato dubbi in merito alle modalità di gestione dei dati personali relativi a singoli account inutilizzati da tempo ma, è bene chiarirlo, Google dichiara apertamente che i messaggi sono indicizzati oltre che per ovvie ragioni di fornitura del servizio, anche per finalità legate ad iniziative commerciali. Con ogni probabilità quello appena annunciato da Google è il primo passo nei confronti di problematiche latenti che fino ad oggi non sono state sufficientemente valutate.
10 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoLoro in questa maniera sanno che prodotti cercate e che siti visitate.
In questo modo se, ad esempio, una parola viene usata sia in informatica che in filosofia google vi dà prima il link al sito che usa il termine nel campo dell'informatica.
Oppure vedendo ciò che visitate, dà delle informazioni ai suoi partner commerciali e questi vi inviano della pubblicità, mirata secondo gli interessi che voi avete mostrato, per posta elettronica.
E' tutto legale e rientra nel CRM (Customer relationship management).
Loro in questa maniera sanno che prodotti cercate e che siti visitate.
In questo modo se, ad esempio, una parola viene usata sia in informatica che in filosofia google vi dà prima il link al sito che usa il termine nel campo dell'informatica.
Oppure vedendo ciò che visitate, dà delle informazioni ai suoi partner commerciali e questi vi inviano della pubblicità, mirata secondo gli interessi che voi avete mostrato, per posta elettronica.
E' tutto legale e rientra nel CRM (Customer relationship management).
Ma che stai dicendo! Confondi il motore di ricerca con gmail. Sono due cose completamente differenti.
Inoltre non è possibile effettuare nessuna politica di fidelizzazione se non c'è uno strumento per identificare l'utente. L'IP non serve a niente infatti, perchè è dinamico.
Cos'è che hai scritto? Una vacca non avrebbe saputo dirlo meglio (si scherza)
Ma lo hai letto l'articolo?C'è proprio citato che nonostante non sia violata nessuna legge Google vuole rivedere le proprio policy per evitare pollemiche ed illazioni
Inoltre non è possibile effettuare nessuna politica di fidelizzazione se non c'è uno strumento per identificare l'utente. L'IP non serve a niente infatti, perchè è dinamico.
Cos'è che hai scritto? Una vacca non avrebbe saputo dirlo meglio (si scherza)
Vedi che le informazioni per essere redditizie basta che siano utili a certe aziende e che queste (partner commerciali) le acquistino.
Gli IP giacché vi sono i cookies per questo scopo non so perché vengano memorizzati francamente.
Io ho svolto un caso di studio in materia (ho preso 27 :P) quindi so di cosa parlo.
La possibilità che le informazioni possano essere utilizzate per scopi poco chiari c'è sempre sia chiaro, ma ormai i modi che consentono alle aziende di farsi i fatti dei clienti per ragioni di mercato sono così tanti che francamente è da un po' che ho rinunciato a "salvaguardare" in toto la mia privacy.
Poi se uno vuole proprio rimanere anonimo o usa sistemi come Arovax Shield, che blocca i cookies mentre si naviga, oppure se si è ancora più paranoici, si usa tor, accettando di navigare molto lentamente, assieme ad Arovax.
Alla fine ci sono cose ben peggiori di cui essere preoccupati.
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