Incubatori di idee: condividere per emergere
Studiare per affermarsi e promuovere un proprio progetto. Questo è il sogno di molti ma spesso anche le iniziative più interessanti sono destinate al naufragio. Gli incubatori di idee potrebbero essere una soluzione
di Fabio Boneschi pubblicata il 24 Agosto 2007, alle 15:01 nel canale SoftwareIl complicato e avvincente mondo tecnologico è indubbiamente caratterizzato da regole e modalità in continua evoluzione. In tali realtà i canonici canali di formazione si rivelano sempre più spesso incapaci di fornire il sufficiente supporto e le capacità minime per rendere veramente capaci e indipendenti le nuove ed emergenti figure professionali.
Il risultato di tutto ciò e sotto gli occhi di tutti: studenti brillanti, pieni di entusiasmo e idee interessanti sono lasciati in balia di un mercato in cui è difficile emergere e, forse, nel quale solo i migliori riescono a galleggiare. Gli altri ci provano lo stesso e, purtroppo, combinano ben poco. Senza un faro guida e senza aiuti esterni è difficile concretizzare le proprie idee.
La formazione accademica fornisce nozioni, informazioni e conoscenze specifiche ma, spesso, non garantisce il giusto contatto con la realtà e il difficile momento del "rimboccarsi le maniche" per disegnare il proprio futuro può nascondere cattive sorprese. Se a tutto ciò sommiamo la supponenza del singolo e la costante tentazione di bruciare le tappe abbiamo delineato in modo sintetico la situazione.
Quanto appena esposto lo osservo da tempo e in più riprese: ragazzi tecnicamente formati e con idee interessanti vedono naufragare i propri progetti perchè sono incapaci di vedere oltre il solo ambito tecnologico: aspetti organizzativi, economici e societari sono a loro sconosciuti e, ancor più grave, non hanno possibilità di confronto.
Una possibile soluzione a tutto ciò, forse, esiste già ed è costituita da quelle iniziative che vengono definite "incubator", termine bruttissimo che viene tradotti in lingua italiana in modo ancor più orrendo con il termine "incubatori".
Con questi progetti, il più delle volte sotto l'egida degli Atenei, vengono forniti i mezzi e gli spazi per portare avanti singoli progetti. La formula vincente degli incubatori è però legata alla condivisione: team impegnati su progetti differenti condividono spazi e risorse creando, di fatto, potenziali sinergie anche sul piano del lavoro stesso. In questi spazi i vari team dovrebbero essere in grado di dare il meglio poichè posti in condizioni di lavoro ideali: in altre parole hanno l'occasione di dimostrare quanto valgono.
Gli esempi in tal senso sono svariati: il famoso chilometro rosso della Brembo, oppure iniziative simili del Politecnico di Torino possono offrire un quadro d'insieme ancor più completo. Una banale ricerca in Google fornisce ulteriori approfondimenti.
Ciò che stupisce è che non solo gli Atenei, le Camere di Commercio o le multinazionali credono in questo genere di iniziative: anche piccole o medie realtà produttive strizzano l'occhio al modello "incubatore tecnologico". A titolo di esempio citiamo l'iniziativa presentata da Sketchin che intende offrire supporto a 4 progetti offrendo loro spazi e risorse. Non siamo di fronte a iniziative del calibro del chilometro rosso, la superficie disponibile è di 130 metri quadri, ma proprio le dimensioni del progetto la dicono lunga fiducia riposta in questo nuovo metodo per creare imprese innovative.
Potranno stupire le modalità ma, con le dovute differenze, già nella storia e con il fenomeno del mecenatismo, esistevano nobili illuminati che decidevano di promuovere l'ingegno e le capacità del singolo.
10 Commenti
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ps: se la tua paura è quella che ti possano 'fregare' le idee non potrai mai ottenere finanziamenti (a meno che tu non abbia già un capitale cospicuo per materializzare l'idea stessa): ti presenti in banca (i ventur capitalist in Italia in pratica non esistono...) e chiedi 'datemi un mutuo che ho un'idea fantastica che mi farà ricco!'...poi dimmi cosa ti rispondono.
Per la gioia di un grande risparmio in R&D.
Più possibilità hai di mettere in pratica le tue idee più dimostri quante potenzialità hai.
Sono finiti i tempi di chi creava sistemi operativi nel garage di casa.....purtroppo.
ps: se la tua paura è quella che ti possano 'fregare' le idee non potrai mai ottenere finanziamenti (a meno che tu non abbia già un capitale cospicuo per materializzare l'idea stessa):
La mia paura nasce dal fatto che in un certo senso sono già stato fregato. Per carità questa idea è sempre meglio di niente, ma sono curioso di sapere quanto e cosa resta all'azienda e quando al ricercatore...
La mia intenzione è di andare via dall'Italia il prima possibile...
P.s. il sistema di notifica di nuove risposte nel forum non funziona per niente... come mai?
HWupgrade copia e incolla quelle due dannate righe di codice per poterle ricevere!!!! XD
Comunque è la solita storia.... tutti rubano a tutti.
Alla fine preferisco tenere segreta la mia idea e fare più sforzi per realizzarla piuttosto che renderla 'pubblica' e magari vedermi soffiare l'inventiva 3 giorni prima che io riesca a lanciare il mio innovativo prodotto.
E' quello il rischio... vedersi 'anticipare', non tanto 'copiare'.
Incubatori...ma per chi?!?!
Ciao,volevo condividere la mia esperienza ( negativa ) con questa realtà.
Sto portando avanti un progetto brevettuale su PC, che presentai tramite il BIC Lazio ( Business Innovation Center della Regione Lazio) per l'Incubatore ICT presso il Tecnopolo Tiburtino.
....dopo aver superato varie fasi di preanalisi fui convocato al Tecnopolo di fronte alla "Commisione di valutazione" che avrebbe dovuto esprimere un giudizio per consentire o meno l'accesso alle risorse da mettere a disposizione ( spazio all'interno del tecnopolo, trasferimento tecnologico, finanziamenti ecc ecc ).
Volete sapere una cosa: non avevano nemmeno letto la presentazione ufficiale del Progetto , nè analizzato la struttura, le statistiche e le proiezioni di mercato ....( tutto materiale che avevo messo a loro disposizione da lungo tempo).
Mi hanno invitato ( in due minuti !) ad esporre il Progetto.
Giudizio: per il suo progetto ci sono troppe barriere all'entrata (!)
In effetti loro stessi lo hanno dimostrato.
Morale:Qui nella Regione Lazio funziona tutto come per Sviluppo Italia...un grosso carrozzone tenuto in piedi per sponsorizzare le iniziative ed i progetti dei soliti 4 amici dei furbetti del quertierino.
Venture capital e capital seed qui in Italia non sanno nemmeno come si scrive. Per questo il mercato londinese offre mooolto di più , ma bisogna essere disposti al trasloco e a "buttarsi" nelle fauci ingorde degli investitori anglosassoni...
Cmq a tutti gli inventori o gruppi di imprenditori con idee innovative un grosso in bocca al lupo, perchè ....chi l'ha duro , la vince ;-)
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