Intelligenza Artificiale: per Huawei avrà un'importanza pari alla scoperta dell'elettricità

Intelligenza Artificiale: per Huawei avrà un'importanza pari alla scoperta dell'elettricità

Huawei ha riunito a Roma settimana scorsa per una convention di tre giorni partner e clienti per parlare delle opportunità che la digitalizzazione sta portando e di come rispondere alle nuove esigenze del mercato: l'intelligenza artificiale non solo è uno dei focus del momento, ma può avere lo stesso impatto che ebbe la scoperta e applicazione dell'elettricità sulla vita delle persone e sulla società

di pubblicata il , alle 16:21 nel canale TLC e Mobile
HuaweiDroni
 

Non è più una questione di 'se' o 'quando': la trasformazione digitale è un processo in atto ed è inarrestabile. Huawei ha riunito a Roma settimana scorsa per una convention di tre giorni partner e clienti per parlare delle opportunità che la digitalizzazione sta portando e di come rispondere alle nuove esigenze del mercato. La giornata iniziale del Huawei Innovation Day si era aperta con l'intervento del ministro Riccardo Fraccaro, come vi avevamo raccontato nella notizia direttamente dalla Nuvola di Roma.

Se all'Ultra BroadBand Forum di Ginevra il tema era stato soprattutto quello della 'cloudification' delle reti e dell'implementazione delle intelligenze artificiali per rendere le reti 'a guida autonoma', durante Huawei Innovation Day ed Eco-Connect, il tema dell'intelligenza artificiale ha visto una declinazione maggiormente indirizzata ai servizi che operatori e partner possono erogare ai clienti finali, siano essi aziende, privati o pubblica amministrazione. Secondo l'opinione di Liang Hua, presidente del consiglio di amministrazione di Huawei, l'intelligenza artificiale non solo è uno dei focus del momento, ma può avere lo stesso impatto che ebbe la scoperta e applicazione dell'elettricità sulla vita delle persone e sulla società. L'AI (Artificial Intelligence) può essere il motore della sesta onda di sviluppo economico, nel modello dei cicli economici teorizzato da Joseph Schumpeter, o, come altri sostengono, il vero e proprio cuore della prossima rivoluzione industriale.

Sono stati molti e variegati gli interventi sul tema, anche da voci decisamenti influenti a livello accademico. Nel suo intervento Eric Moulines, professore del Paris Tech, ha messo in evidenza come sono tre i driver che hanno portato oggi alla maturità dell'intelligenza artificiale, concetto di cui già si è parlato in passato, ma che ha sempre tradito le grandi aspettative in essa riposte. Oggi il cosidetto 'Deep Learning' è finalmente una realtà grazie al grande aumento della capacità computazionale, alle innovazioni nel campo degli algoritmi, all'accorciamento dei cicli di sviluppo, ma anche al grande apporto che sono riusciti a dare colossi dell'industria privata come Google, Facebook e la stessa Huawei.

La potenzialità è grande, ma ci sono diverse insidie da tenere ben presenti quando si parla di intelligenze artificiali. Tra gli attuali problemi attuali troviamo quello dell'incapacità delle macchine di dire, di fronte a dati e risultati sconosciuti: 'non l'ho mai visto, non lo so'. Può sembrare banale, ma è una delle capacità ancora inimitate dell'intelligenza umana, di fronte a qualcosa di sconosciuto ammettere di non poter dare una risposta sensata. L'intelligenza artificiale dà sempre una risposta, anche senza senso, magari semplicemente dando un valore di accuratezza molto bassa.

Secondo tema delicato, nell'esperienza del professore Moulines, è la resistenza agli attacchi ostili. In due esempi portati durante la conferenza: nel primo caso un'immagine di un panda, che agli occhi umani è chiaramente un panda, per l'intelligenza artificiale lo è solo al 57,7%. Non solo, applicando all'immagine un rumore cromatico, che agli occhi umani non modifica sostanzialmente la foto, l'intelligenza artificiale riconosce nell'immagine un gibbone con praticamente il 100% di accuratezza. Nel secondo esempio, molto più inquietante, l'applicazione di una semplice perturbazione, che all'occhio umano non modifica l'aspetto e il significato di un'immagine, fa letteralmente sparire dalla vista i pedoni in un sistema di riconoscimento basato su AI.

Quando si ha a che fare con l'AI è inoltre da tenere ben presente il fatto che le intelligenze artificiali 'riconoscono' in modo diverso da noi. Un'AI che riconosce tutte le auto, non saprebbere riconoscere come 'macchina' uno dei protagonisti del cartone Cars della Disney. Per permettere alle intelligenze artificiali un salto avanti evolutivo, il professore è al lavoro sullo sviluppo di un modello bayesiano che tenga conto di incertezze, rumore ed errori.

Ciò non toglie che già oggi l'utilizzo dell'intelligenza artificiale può avere ricadute importanti sulla vita di tutti i giorni. Vincent Pang Presidente Western Business per Huawei Technologies Co Ltd ha citato anche settori 'vecchi' come la pesca. Un esempio è la lotta contro le malattie dei salmoni che in Norvegia fa leva sull'intelligenza artificiale per rilevare precocemente i problemi e isolare i capi infetti. Non solo: a Shenzhen il traffico uccide l'1% del prodotto interno lordo della città. L'applicazione dell'intelligenza artificiale alla gestione traffico è risucita a ridurre del 17% l'attesa ai semafori, un dato non trascurabile, per entità e ricadute reali sulla vita delle persone.

La pervasività, velocità, stabilità e affidabilità del 5G porterà all'utilizzo delle intelligenze artificiali in diversi campi, rivoluzionando interi settori. Un esempio su tutti. I droni oggi stanno rivoluzionando il modo di compiere diverse operazioni, dalle riprese aeree per spot, TV e film, alle ispezioni di condutture elettriche, infrastrutture e aerei, ad arrivare, fino alle consegne, ma il punto critico, secondo Alex Wang, alla guida degli Huawei Xlabs, è il fatto che al momento attuale ogni drone richiede un pilota. Con l'espansione di questo tipo di utilizzi non ci saranno abbastanza piloti a disposizione: la soluzione sarà quella di avere multicotteri in volo con comando remoto wireless su rete 5G, guidati in modo autonomo dall'intelligenza artificiale e con un supervisore umano a gestire l'intera flotta.

La riflessione che qualcuno potrebbe fare è: 'Nascono nuovi posti di lavoro e subito li ruba l'AI'. Si è parlato anche di questo durante i giorni di Huawei Innovation Day ed Eco-Connect, ma sarà l'oggetto di un prossimo articolo.

4 Commenti
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marcram14 Novembre 2018, 17:02 #1
Allora, probabilmente, la stanno ancora sottovalutando.
LASCO15 Novembre 2018, 10:53 #2
L'intelligenza artificiale dà sempre una risposta, anche senza senso, magari semplicemente dando un valore di accuratezza molto bassa.

Questo può anche essere visto come un modo di dire "non l'ho mai visto, non lo so" (e forse il cervello umano funziona più o meno così: per dire "non lo so", bisogna fare comunque un confronto con quello che si sa e dargli un valore di accuratezza).

resistenza agli attacchi ostili

Dipende soprattutto da come si prepara il set di dati di training, che in certi casi può essere molto più importante della struttura della rete neurale stessa. Ma forse per molti ancora non è chiaro abbastanza.
pabloski15 Novembre 2018, 11:17 #3
Originariamente inviato da: LASCO
Questo può anche essere visto come un modo di dire "non l'ho mai visto, non lo so" (e forse il cervello umano funziona più o meno così: per dire "non lo so", bisogna fare comunque un confronto con quello che si sa e dargli un valore di accuratezza).


Sicuramente funziona così. L'idea che mi sono fatto è che nel cervello ci sia una meta-rete, che supervisiona le reti "worker". L'output di tali worker è molto molto probabilmente probabilistico, alla pari delle reti deep artificiali.

Il punto è che l'output di una rete neurale va passato ad un altro soggetto il quale deve dare il giudizio finale. E ovviamente questo soggetto, di fronte ad una sfilza di probabilità al di sotto della soglia prestabilita, può dire "non lo so".

Che poi questo discorso non è nemmeno vero sempre. Una rete come la MTCNN per la face detection, semplicemente emette zero vettori di coordinate se non trova facce in un'immagine. Mentre una per la face recognition emetterà un embedding che descrive la faccia, ma non va poi a guardare nel database delle facce di chi si potrebbe trattare. Per cui, a livello di giudizio, non dice proprio niente.
marcram16 Novembre 2018, 12:17 #4
Originariamente inviato da: LASCO
Questo può anche essere visto come un modo di dire "non l'ho mai visto, non lo so" (e forse il cervello umano funziona più o meno così: per dire "non lo so", bisogna fare comunque un confronto con quello che si sa e dargli un valore di accuratezza).


Vero, e anche nel caso umano, il funzionamento (o meglio la "soglia" varia da persona a persona.
C'è chi ti dice "non so" anche per probabilità quasi sicure, e chi, piuttosto che dire "non so", si inventa le teorie più disparate...
Quindi, se una IA ha questo "difetto"(che poi la valutazione se sia o no un difetto può variare in base alla situazione) dipenderà solo dalla programmazione.

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