Elon Musk fuma erba in pubblico, e la NASA indaga sulla sicurezza di SpaceX

La NASA sta ordinando un'indagine sulle abitudini dell'ambiente di lavoro di SpaceX e Boeing, due compagnie che collaborano con l'agenzia spaziale per inviare gli astronauti alla International Space Station. A rivelare la novità è stato il Washington Post, secondo cui potrebbe essere stata la condotta - considerata estrema - di Elon Musk durante il podcast Joe Rogan Experience nel mese di settembre. In quell'occasione Musk aveva fumato della marijuana in diretta.

Un'immagine che pare non essere piaciuta ai vertici della NASA, secondo il Post, e su cui l'Agenzia vorrebbe fare chiarezza. L'indagine non verterà infatti sulla preparazione e i dettagli di natura tecnica, ma piuttosto sull'atteggiamento negli ambienti di lavoro di SpaceX riguardo problematiche come politiche sull'uso di droghe, sulla leadership e sullo stile manageriale adottato. La NASA vuole avere maggior chiarezza anche sulle ore lavorative degli impiegati negli uffici delle due società.

L'indagine avrà inizio già nei primi mesi del prossimo anno, e richiederà mesi prima di avere un esito definitivo, richiedendo l'analisi di centinaia di interviste che verranno effettuate con le persone che lavorano nelle due compagnie. Si spera che non ci siano pregiudizi, e a sperarlo sono soprattutto i vertici di SpaceX: "Siamo fiduciosi che il nostro ambiente di lavoro completamente libero da droghe superi tutti i requisiti contrattuali applicati", ha dichiarato un portavoce di SpaceX.

Boeing invece ha dichiarato di non essere stata ancora contattata dalla NASA per la "safety review", tuttavia anche in questo caso nell'ambiente di lavoro non sono concessi alcool e droghe: "La cultura di Boeing assicura l'integrità, la sicurezza e la qualità dei nostri prodotti, le nostre persone e il loro ambiente di lavoro", ha fatto sapere la società. La notizia delle indagini sulla sicurezza per SpaceX arriva dopo alcuni mesi abbastanza duri per il CEO dell'azienda spaziale.

A settembre la SEC lo ha obbligato al pagamento di una multa di 20 milioni di dollari, costringendolo a lasciare il titolo di Presidente di Tesla per via di un tweet in cui anticipava le intenzioni di far diventare privata la società, mentendo agli azionisti sulla possibilità di coprire economicamente la manovra. A luglio l'imprenditore ha dato del "pedofilo" ad uno dei soccorritori dei ragazzini thailandesi finiti in una caverna, parola che gli è costata una denuncia per diffamazione.